Meloni: «Fossi Salvini e Berlusconi lascerei governo, M5s non esiste più»

La leader di Fratelli d'Italia: «Dobbiamo riflettere che la prima forza in Parlamento non esiste più nel Paese»

Meloni: «Fossi Salvini e Berlusconi lascerei governo, M5s non esiste più»
Meloni: «Fossi Salvini e Berlusconi lascerei governo, M5s non esiste più»
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Lunedì 13 Giugno 2022, 20:25 - Ultimo aggiornamento: 21:07

Il M5S  ha subito un «enorme calo di consenso», è una forza di governo che «non esiste più» e quindi «mi chiedo se questo governo Draghi vada tenuto in piedi». Ergo: Matteo Salvini e Silvio Berlusconi devono lasciare l'esecutivo? «Fossi in loro lo farei». Pensiero e parole di Giorgia Meloni.

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Meloni: «Fossi Salvini e Berlusconi lascerei governo»

Forte del risultato di Fratelli d'Italia, la leader del partito manda un messaggio chiaro e tondo agli altri partiti della coalizione del centrodestra. «Il M5s non raggiunge la doppia cifra: è in forte calo - spiega Meloni - Anche dove cambia pelle la situazione è compromessa: dobbiamo riflettere che la prima forza in Parlamento non esiste più nel Paese. Anche questa autorevolezza di Draghi con questo spread non sia tale. Questo voto ci interroga, lo dico agli alleati, se bisogna sostenere Draghi e questo Parlamento».

Secondo la leader di Fratelli d'Italia - che ha parlato in una conferenza stampa a Via della Scrofa . «c'è una maggioranza distante dal Paese».

 

Il risultato di Fdi

«Non nascondo la soddisfazione di FdI. Si deve partire col dire che il centrodestra si afferma in queste elezioni. Durante la campagna ho sentito dire, chi vince queste elezioni, vince le politiche. Non so se lo ridirebbe....»,  ha sostenuto la Meloni. 

Il voto del Nord e la contesa nel centrodestra

Per Matteo Salvini, intato, il leader del centrodestra lo decidono le elezioni politiche e «chi prende un voto in più fa il premier», ma l'esito delle elezioni amministrative apre la contesa tra Lega e Fratelli d'Italia. Il partito di Giorgia Meloni batte in molte città il Carroccio, che si consola con i successi di Genova, l'Aquila e Palermo - dove la coalizione si è presentata unita - ma arretra quasi ovunque. Al Sud, facendo arenare l'ipotesi di un partito nazionale, come al Nord, sua tradizionale roccaforte. «La competizione per me rimane sempre col centrosinistra», minimizza il segretario federale, affrettandosi a precisare - a proposito dei malumori interni delle ultime settimane - che nell'incontro odierno in via Bellerio «non c'è stata mezza polemica» e «tutti coloro che sono intervenuti hanno fatto solo proposte».

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