«La debolezza della politica italiana è il grande problema a cui sono riconducibili i ritardi del nostro Paese rispetto al resto dell'Europa». Così aveva fatto notare Meloni nel settembre 2021, al Forum Ambrosetti a cui sta per partecipare anche quest'anno ed è attesissima. Giorgia va alla prova Cernobbio. E sulla scorta di ciò che ha detto lo scorso anno - e fu apprezzata ma nessuno la vedeva come la vede adesso questo pezzo di establishment riunito sul lago di Como: in procinto di diventare probabile premier - stavolta punterà a dimostrare che una politica forte finalmente l'Italia sta per averla con l'avvento, se davvero ci sarà, del centrodestra alla guida del governo.
Dunque? Nell'evento che comincia oggi e si conclude domenica con la tavola rotonda dei leader (Calenda, Conte, Letta, Meloni, Salvini, Tajani), si prevedono selfie e abbracci tra Giorgia e il leader leghista con il lago sullo sfondo (come già accadde in passato ma ora è diverso).
Quella che Crosetto chiama «la gente di Cernobbio» è la stessa che in queste settimane sta monitorando, per vedere quanto siano compatibili con gli interessi dell'Italia produttiva, le uscite pubbliche di Meloni e i programmi di FdI. E scopre con piacere che le vecchie battaglie identitarie sono per lo più superate nel nuovo corso rassicurante del partito di Giorgia.
LA RETE CON I BIG
I rigassificatori che vanno fatti, il Pnrr che non va riscritto e si tratta invece di tenere conto dei costi diversi delle materie prime dopo la guerra in Ucraina, l'approccio tecnico ai temi dell'economia e della giustizia (un Panetta del board Bce o altro personaggio di alto profilo alla guida del ministero di via XX Settembre o Nordio come guardasigilli sarebbero scelte in linea con la cultura che è di casa a Cernobbio), la promessa di seguire in politica estera la linea draghiana e di non essere una minaccia per i conti pubblici: sono tutti elementi che rassicurano il mondo Ambrosetti. Così come la rete di rapporti che Giorgia ha stretto con pezzi da novanta della finanza: da Claudio Descalzi numero uno di Eni a Carlo Messina di Banca Intesa e ad Andrea Orcel di Unicredit e via dicendo. Ancora Crosetto: «In questi anni di studio, Giorgia è andata all'essenza dei problemi e ha capito qual è il punto d'incontro della signora che va a fare la spesa, del disoccupato e del imprenditore. Tutti hanno interesse che si faccia impresa e impresa di qualità. Perché l'industria di qualità è quella che può dare competitività al sistema Italia e può mettere stipendi più alti».
E allora, alla prova Cernobbio, Meloni più che presentarsi come leader del partito dei produttori, sarà quella del partito del tessuto economico. Quello italiano soffre di tante tare e impedimenti - troppa burocrazia, poca meritocrazia - la scommessa di Giorgia è innovare ed è miele per le orecchie dell'uditorio Ambrosetti. Poi però dovranno seguire i fatti.