Matteo Renzi e la campagna acquisti: in arrivo due M5S e due leghisti

Matteo Renzi e la campagna acquisti: in arrivo due M5S e due leghisti
Matteo Renzi e la campagna acquisti: in arrivo due M5S e due leghisti
di Barbara Acquaviti e Simone Canettieri
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Giovedì 26 Settembre 2019, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 13:47

Una scissione? Per il momento il pericolo è quello della diaspora. Italia Viva parla di 5 senatori grillini pronti al grande salto, la Lega addirittura di venti. Numeri da confermare, per il momento. Ma qualcosa si muove, eccome. Il primo strappo clamoroso è di Silvia Vono: la senatrice passa con armi e bagagli con le truppe renziane. «Perché Matteo Renzi? Ha dimostrato coraggio, lungimiranza e determinazione. Se ha sbagliato qualcosa nel suo percorso precedente, ne ha fatto tesoro, sapendo farsi da parte, rispettando l'impegno preso con gli italiani», dice. Ma secondo quanto racconta radio-transatlantico potrebbe non essere l'unica. Se l'ex premier parla di 50 nuovi arrivi nel prossimo mese, in piccola parte anche i fuoriusciti grillini sono destinati a ingrossare le fila del neo partito renziano. A Palazzo Madama regnano i sospetti. E il passaggio con l'ex premier viene visto dai duri e puri come il massimo del tradimento. Un'onta vera e propria. E dunque girano i nomi di chi da un po' non partecipa alle riunioni, dei critici, di chi sulle chat interne non si fa vivo da un sacco di tempo.

M5S, la senatrice Vono passa a Italia Viva: «Da Renzi coraggio e determinazione»
 



L'assalto è doppio. Perché anche dalla Lega fanno sentire il fiato sul collo ai senatori M5S. Andrea Crippa, vicesegretario del Carroccio, parla di «20 nuovi arrivi». I big leghisti al Senato parlano di numeri più bassi: «Meno di dieci». Ma anche il capogruppo Massimiliano Romeo conferma i contatti con «chi in questi giorni sta dimostrando un certo malessere per il voltafaccia di Di Maio». Ecco perché Romeo con una battuta spiega: «Da noi i porti sono chiusi, ma le porte sono apertissime per chi vuole sposare il progetto dell'Italia del sì».

I TEMPI
I tempi non sono maturi, il primo vero strappo è atteso quando ci sarà da discutere della Finanziaria. Ma i primi due transfughi sono attesi nei prossimi giorni. L'osservato speciale rimane Paragone che l'altro giorno si prendeva in giro da solo: «Figuriamoci se posso organizzare una scissione, mia moglie è stata la prima a riderci su». E' vero però che due o tre senatori sono in contatto con il giornalista per chiedergli come muoversi. Di Maio da New York prova di nuovo a difendere il M5S. E' lo stesso segretario Matteo Salvini a far sapere che ci saranno «alcune sorprese», riferendo di un «disagio che sarà palesato con dei passaggi verso la Lega». Parole che fanno infuriare Luigi Di Maio, che dagli Usa assicura che le cose non stanno così. «I nostri parlamentari non sono in vendita, queste avances fanno pena». Con il capo politico del M5S che fa sapere di aver chiesto ai suoi «di registrare le conversazioni su eventuali avances, perché questi comportamenti sono deplorevoli».

IL RISIKO
Ma non finisce qui. Perché poi c'è anche il marasma interno al Pd. Dopo la scissione dei posti, viene anche quella degli scranni parlamentari. Perché sarà stata anche una separazione senza pathos, ma a quanto pare il gruppo di Italia Viva non vuole stare seduto accanto agli ex compagni del Nazareno.
I renziani, infatti, hanno avanzato richiesta informale alla presidenza della Camera, chiedendo che le loro postazioni vengano collocate tra quelle dei 5stelle (che verrebbero dunque spostati più al centro) e il centrodestra. Perché il trasloco sia effettivo, è necessario prima che della questione si occupi l'ufficio di presidenza di Montecitorio.
Eppure, il solo fatto che la notizia abbia cominciato a circolare ha generato allarme. Non tanto nel Pd, quanto nell'opposizione. Quelli che in Forza Italia sono più nettamente schierati a favore della coalizione di centrodestra, infatti, temono che la vicinanza fisica possa rendere le sirene della neo formazione renziana più udibili tra i forzisti scontenti. «Bisogna fare in modo di evitare questa cosa», spiega un deputato azzurro. Anche la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, peraltro, avrebbe spiegato di essere contraria e chiesto ai suoi di vigilare. Insomma, il rischio è che la mossa renziana finisca per scombussolare l'intero emiciclo.
 

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