Mascherine all'aperto, via l'obbligo da venerdì: «Un segno di normalità»

Sarà necessario averle con sé e usarle in caso di assembramenti

Mascherine all'aperto, via l'obbligo da venerdì: «Un segno di normalità»
Mascherine all'aperto, via l'obbligo da venerdì: «Un segno di normalità»
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 7 Febbraio 2022, 14:14 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 17:28

Il ministro della Salute, Roberto Speranza: «Da venerdì non sarà più obbligatorio indossare le mascherine all’aperto. Ma bisognerà sempre portarla con sé e metterla in caso di assembramenti. Al chiuso l’obbligo permane». Rispetto allo scenario iniziale che prevedeva di lasciare scadere l’ordinanza in vigore, cosa che avrebbe eliminato l’obbligo solo nelle regioni in fascia bianca, qualcosa è cambiato: la costante discesa dei nuovi casi positivi (ieri sono dimezzati rispetto al lunedì di due settimane prima) ha convinto il governo ad ampliare la fine dell’obbligo a tutta l’Italia, a prescindere dai colori. Ora si sta facendo un approfondimento per comprendere se comunque servirà un nuovo provvedimento per precisare che la scelta vale ovunque o se è sufficiente lasciare scadere l’ordinanza in vigore. Su questo allentamento è concorde il consiglio dei ministri, che tornerà a riunirsi giovedì, alla luce dell’abbassamento incoraggiante della curva delle infezioni.
 

In pista

Confermata anche la riapertura delle discoteche, prevista sempre per venerdì.

Anche in questo caso il ministro Speranza ha condiviso la scelta di lasciare scadere l’ordinanza che il 31 gennaio aveva prorogato lo stop per altri dieci giorni. In questo modo i locali notturni, di fatto ormai chiusi da due anni salvo alcune brevi finestre temporali, potranno sfruttare la ricorrenza legata a San Valentino, sia pure rispettando le regole fissate dal Cts (capienza limitata al 50 per cento).
 

La decisione di rinunciare alla mascherina all’aperto era già stata discussa nell’ultima riunione del consiglio dei ministri, restava da capire se mantenere le regole dei colori (dunque lasciando l’obbligo nelle regioni in giallo, arancione e rosso) o andare oltre, senza distinzioni. Già ieri, in una intervista al Messaggero, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, aveva spiegato: «Con la scadenza dell’ordinanza finisce l’obbligo in zona bianca, ma sarebbe auspicabile dare un segnale di speranza agli italiani prevedendola in tutto il Paese». Lo stesso ministro, ieri, parlando all’Agorà Pd Basilicata, ha confermato: «Siamo ancora in una fase di lotta contro il Covid, ma nelle ultime settimane finalmente vediamo qualche segnale incoraggiante: negli ultimi 7 giorni, in particolare, abbiamo avuto una decrescita dei contagi di circa il 30 per cento, che è un dato assolutamente inedito rispetto alle 9 settimane precedenti in cui c’era stata una crescita molto marcata. Questa fase nuova che si sta aprendo è stata resa possibile da una campagna di vaccinazione straordinaria. Noi stiamo riuscendo, lo dico col massimo della cautela, a piegare la curva grazie ai vaccini e ai comportamenti corretti delle persone». Di qui la scelta dell’addio alle mascherine all’aperto in tutta Italia che ha avuto anche il plauso del leader leghista Matteo Salvini, in isolamento perché positivo asintomatico. Ha scritto su Twitter: «Dal governo annunciano lo stop all’obbligo della mascherina all’aperto. Bene». Soddisfatto il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: «Senza dubbio siamo tutti stanchi della mascherina all’aperto, al chiuso invece dovrà rimanere. Ci sarà una fase di transizione, ma poi le toglieremo anche al chiuso. Da metà febbraio apriremo anche alcune attività come le discoteche».
 

Flessione

Proprio in queste ore il governo Sanchez ha preso una decisione gemella: giovedì in Spagna entrerà in vigore il provvedimento che elimina l’obbligo di indossare la mascherina in spazi aperti (resta, esattamente come in Italia, l’obbligo nei luoghi pubblici al chiuso). Va anche ricordato che tra una settimana esatta, il 15 febbraio, nel nostro Paese diventa obbligatorio, per chi ha più di 50 anni, il Green pass rafforzato nei luoghi di lavoro (dunque bisogna essere vaccinati o avere superato l’infezione): chi non è in regola rischia una sanzione che va dai 600 ai 1.500 euro e la sospensione senza stipendio. Infine, per chi ha ricevuto la terza dose oggi la certificazione verde non ha più scadenza.
 

Ma davvero i dati dei contagi sono incoraggianti? Alcuni numeri: ieri 41.247 nuovi positivi. Certo, i numeri del lunedì sono sempre ingannevoli, più bassi del solito. Ma se si fa il confronto con i lunedì precedenti si vede chiaramente il miglioramento: una settimana fa furono 57.715, due settimane fa 77.896. Lunedì 10 gennaio furono addirittura 101.763. Sul fronte dei ricoveri oggi siamo a quota 20.098, lunedì 31 gennaio erano 21.497. Ieri 326 vittime.

 

 
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