Governo, il Pd vuole salvare l'alleanza rosso-gialla. Zingaretti, ipotesi ministero: «Vedremo»

Governo, il Pd vuole salvare l'alleanza rosso-gialla. Zingaretti, ipotesi ministero: «Vedremo»
Governo, il Pd vuole salvare l'alleanza rosso-gialla. Zingaretti, ipotesi ministero: «Vedremo»
di Emilio Pucci
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Venerdì 5 Febbraio 2021, 06:38

La priorità ora è far partire il governo Draghi, creare le condizioni affinché sia forte e duri l'intera legislatura e in questa direzione si è mosso il Pd, pressando il presidente del Consiglio Conte e il Movimento 5 stelle affinché non chiudessero la porta. E' un pressing che sembra sortire i primi frutti, ma è pur vero che il quadro politico è cambiato, che l'allargamento di un esecutivo guidato dall'ex numero uno della Bce a Forza Italia comporta una svolta riformista e frena anche per una parte del partito del Nazareno la prospettiva di una alleanza sistemica con i pentastellati e Leu.

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E' una frenata che sotto traccia si coglie da diversi big, considerato innanzitutto che lo scoglio delle elezioni amministrative a Roma non è superabile, alle urne si andrà divisi con M5s che sosterrà Raggi e il Pd no.
E si frena pure sul ruolo di Conte che, con il suo Predellino, si è proposto come federatore e candidato premier in pectore della coalizione quando si andrà al voto alle Politiche. «Conte ha fatto bene osserva un big dem a sgombrare il campo di un suo partito ma le cose sono cambiate, non potrà essere lui il nostro punto di riferimento».

IL CAMPO
Zingaretti non si pone il tema, si vedrà, ha spiegato ai fedelissimi.

Ringraziando allo stesso il giurista pugliese per il suo endorsement all'ex numero uno della Bce. Il segretario del Nazareno vorrebbe che il governo Draghi avesse un campo ben definito, ovvero che sia europeista, anche per rispondere all'appello del presidente della Repubblica. Sostenere Draghi insieme alla Lega sarebbe un problema, il refrain. Ma niente ostacoli: «Spetta al professor Draghi costruire il perimetro della maggioranza». «Non ci sono le condizioni per un governo insieme a Salvini», afferma la guida Pd a palazzo Madama, Marcucci. «Noi ci siamo. Il Pd come sempre farà la sua parte ha osservato Zingaretti durante la direzione - serve una linea chiara, una proposta di governo credibile per l'Italia e una maggioranza ampia». L'obiettivo è innanzitutto assicurare «la maggioranza uscente», garantire che M5s e Leu sostengano senza porre paletti Draghi ma il sì di Forza Italia è determinante per destrutturare la coalizione del centrodestra e magari per cambiare strategia sulle alleanze

«La possibilità che ci possa essere una maggioranza Ursula per noi è importante», dice il dem Borghi. Nessuno ha intenzione comunque di mollare il premier uscente. «Proseguire in un impegno comune con Conte è un dovere per chi ama il paese e le sue istituzioni», osserva il capogruppo dem, Delrio. «Conte rafforza la prospettiva dell'alleanza», dice Franceschini. «Ha compiuto un gesto politico importante che avrà conseguenze politiche rilevanti», rileva il vicesegretario dem, Orlando.

LE CRITICHE
Ma nel partito in diversi non nascondono le critiche per come è stata gestita la partita. Nessuno chiederà un congresso ma quando partirà il governo la minoranza porrà il tema. «Siamo arrivati dopo su Draghi, gridando anche alle elezioni quando il presidente della Repubblica aveva fatto capire da tempo di non volere il voto», sottolinea un esponente di primo piano del Pd. Noi a rimorchio? «Non ho capito la critica. Il Pd è una forza finalmente unita, ha ripreso a vincere, siamo la certezza di una forza politica seria. Non siamo subalterni a nessuno, infatti stiamo crescendo. Con Leu e M5s si sta costruendo un campo importante, competitivo e utile all'Italia», taglia corto Zingaretti che incassa l'unanimità del partito sulla sua relazione. Che non esclude di poter entrare nel governo: «Io ministro? Ne parleremo con Draghi e con il mio partito ma faccio il presidente di Regione e faccio già grande fatica così».
 

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