Governo, Meloni si smarca: «Da FdI niente fiducia. Salvini? Non lo capisco»

Governo, Meloni si smarca: «Da FdI niente fiducia. Salvini? Non lo capisco»
Governo, Meloni si smarca: «Da FdI niente fiducia. Salvini? Non lo capisco»
di Barbara Acquaviti
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Venerdì 5 Febbraio 2021, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 07:38

Ormai nel centrodestra è rimasta la sola a dirlo: «La fiducia non la voto, sono contraria alla nascita di questo governo», «speravo che le dimissioni di Conte ci portassero in una situazione normale in cui i cittadini decidono». A Giorgia Meloni tutti riconoscono la coerenza di una posizione che non è mai cambiata: bisogna tornare a votare.

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Eppure, a sentire il resto della coalizione, è stata la leader sovranista, paradossalmente, a rompere il fronte unitario. Quel no al governo Draghi, trasformabile al massimo in astensione a patto che tutti fossero d'accordo, ha reso impossibile dicono l'obiettivo di andare alle consultazioni tutti assieme.
La compattezza del centrodestra si è dimostrata un vaso di coccio pronto a rompersi al primo colpetto.

La leader di Fratelli d'Italia oggi alle 15 incontrerà il presidente incaricato per dirgli che non c'è alcuna possibilità che il suo partito appoggi il governo.

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Non mancano le critiche al Capo dello Stato. «Non sono d'accordo con la sua scelta e con molte delle motivazioni che sono state addotte». Ma comunque cercherà di mantenere quell'aura di responsabilità alla quale, per la gravità del momento, nessuno si può sottrarre. D'altra parte la sua teoria è che non serve sedere in un ministero per dare il proprio contributo. «Se Draghi portasse provvedimenti che condivido per il bene dell'Italia li voterò» e se «vorrà coinvolgerci su come si spendono le risorse del Recovery fund, abbiamo già le nostre proposte».

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Il problema, insomma, non è il nome di Mario Draghi, «tifo per lui, perché faccia bene, perché sia la persona che dicono: un patriota che vuole salvare l'Italia dopo che ha salvato l'Europa», dice. I suoi dubbi semmai sono sulla «serietà di chi sta andando al governo con lui, come Matteo Renzi. Oggi tutti dicono che è un genio» ma «è un genio che gioca a poker con la vita degli italiani».
Giorgia Meloni dice di non capire la linea aperturista di Matteo Salvini, di non comprendere «quando dice Draghi scelga tra Lega e M5S. Perché Pd, Leu e Boldrini vanno bene? Qualcosa mi sfugge, glielo chiederò quando lo sento».

In realtà la rigida posizione della leader di Fratelli d'Italia contro la nascita di un governo di unità nazionale è la più grossa spina nel fianco per il segretario della Lega. Lasciare che la sola Giorgia Meloni occupi tutto lo spazio dell'opposizione può costare caro in termini di consensi. In FdI, in realtà, hanno anche messo in conto che nei primi mesi di un eventuale governo Draghi il partito potrà perdere consensi, schiacciato dalla narrazione mainstream. Anche per questo, qualcuno ha provato a mettere in discussione la linea dura e pura scelta dalla ex ministra. «Ma si tratta di due o tre parlamentari che sono convinti di non essere ricandidati», dice un dirigente del partito.

IL PATTO
Il punto è che Giorgia Meloni ha sempre predicato l'unità del centrodestra, fu lei d'altra parte a costringere i suoi alleati a firmare un patto anti inciucio. Ma quell'accordo è stato già rotto ai tempi del governo giallo-verde e ora, a quanto pare, potrebbe accadere nuovamente. Ma in quell'angolino dell'opposizione, in realtà, la leader sovranista può trovare il suo trampolino di lancio. Se ufficialmente si biasima l'apertura di Salvini verso un governo Draghi, dall'altro si stappa champagne. Perché, è il ragionamento del suo entourage, magari nei primi tempi accuseremo il colpo ma sulla lunga possiamo accorciare la distanza dalla Lega e magari anche superarla.
In tempo per le prossime elezioni. Al di là del tornaconto, tuttavia, Giorgia Meloni è convinta che non sia tempo di requiem per l'alleanza di centrodestra: «Sopravviverà a mille intemperie».
 

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