M5S, a Conte la guida politica: Grillo vuole l’ultima parola su «valori e ideali»

M5S, a Conte la guida politica: Grillo vuole l’ultima parola su «valori e ideali»
M5S, a Conte la guida politica: Grillo vuole l’ultima parola su «valori e ideali»
di Marco Conti
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Lunedì 5 Luglio 2021, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 09:29

Se Grillo «voleva più di una diarchia», come ha detto qualche giorno fa Giuseppe Conte, la disputa potrebbe risolversi rapidamente. Ma poichè il problema dei Sette Saggi incaricati da Grillo, sarà trovare una soluzione equilibrata sullo statuto e raccontarla in modo che nessuno dei due passi per sconfitto, potrebbe servire tutta la settimana per far decantare gli animi. 

Le riunioni dei Sette sono iniziate ieri a distanza, ma del problema di uscire senza vincitori e vinti ne è consapevole soprattutto Luigi Di Maio che con Roberto Fico ha riaperto la partita proprio quando il MoVimento stava scivolando verso annunci di scissione supportati da fantomatici sondaggi. «Io non credo che, sia nella politica estera che nella politica interna - ha sostenuto ieri l’altro il ministro degli Esteri appena rientrato dalla cena con Grillo e Fico a Marina di Bibbona - esistano sempre e solo due alternative, esiste anche la capacità di estendere il campo delle possibilità, in modo tale da permettere a tutti di vincere». Nel «tutti» Di Maio ci ha messo anche Virginia Raggi che ha incontrato alla Farnesina, prima di cenare con Grillo, per l’ottimo rapporto che ha la sindaca di Roma sia con il Fondatore che con l’ex premier e per il fatto che è tra i big che non si sono schierati.

I Sette (Crimi, Licheri, Crippa, Patuanelli, Beghin, Di Maio e Fico) hanno iniziato prendendo in esame la bozza di statuto elaborata da Conte che separa in maniera netta la gestione politica del MoVimento dagli organi di garanzia. Grillo però non ci sta a perdere del tutto il controllo del MoVimento e quindi si ragiona sull’ipotesi che il Garante possa convocare, in casi eccezionali gli iscritti, anche senza il parere favorevole del leader. Custode dell’aderenza del MoVimento ai valori e ai principi resterebbe quindi Grillo, mentre a Conte spetterebbe la gestione della linea politica ma anche le nomine dei vice e della segreteria, che Conte aveva avocato, verranno riviste. Così come verrà condivisa la scelta di chi dovrà comunicare a nome del MoVimento, viste anche le critiche che hanno subissato il precedente portavoce.
Le resistenze che Conte ha trovato nel MoVimento, superiori alle attese, si spiegano anche con l’indeterminatezza della linea politica.

Al di là di una possibile convergenza di interessi con il Pd, peraltro non da tutti condivisa, eletti ed attivisti si interrogano da tempo sulla direzione che prenderà il MoVimento a guida-Conte. Anche Grillo sfugge la domanda, ma al visionario Fondatore tutto è permesso, anche le brusche sterzate.

M5S, l'equilibrio è difficile

Trovare il punto di equilibrio tra i due non sarà comunque facile anche perché dopo il vaglio da parte dei due contendenti, lo statuto sarà esaminato dai gruppi parlamentari e poi sottoposto al voto degli iscritti anche se non è ancora chiaro se su Rousseau o sulla nuova piattaforma SkyVote. Mentre la mediazione è in corso un centinaio di attivisti grillini hanno scritto al Fondatore una lettera a sostegno delle tesi contenute nell’ultimo post. «Abbiamo bisogno di te», «ci stanno fregando, Beppe, questi ci stanno fregando: dalle questioni ambientali alle grandi opere, ci stanno fregando! Abbiamo bisogno del nostro Garante, Beppe, abbiamo bisogno che il custode dei nostri valori prosegua nella strada che avevi imboccato qualche giorno fa. Non sei solo».

Il braccio di ferro dei giorni scorsi ha svelato due debolezze. Quella di Grillo, che per la prima volta ha vacillato a seguito delle prese di distanza dal Fondatore di molti big e quella di Conte che, a dispetto degli annunci, non ha avuto la forza di trascinare tutto il MoVimento sulle sue posizioni e di emarginare Grillo. Se la mediazione dei Sette avrà successo, ad uscire con le ossa rotte sarà anche il tetto al secondo mandato contenuto nel “codice etico” che sarà anch’esso oggetto di modifica. Senza Fico e Di Maio, che hanno evitato di schierarsi, sarebbe stato infatti difficile tenere uniti i gruppi parlamentari e riaprire il confronto. Spetta a loro guidare i restanti Saggi verso una soluzione equilibrata e poi a tutti e Sette difenderla dalle possibili resistenze delle opposte fazioni.

Una contrapposizione interna, o peggio una scissione, certificherebbe l’irrilevanza del MoVimento e finirebbe con lo scaricarsi anche sul governo Draghi che Grillo continua a difendere malgrado i mugugni della base. Accettando la mediazione dei Saggi per Conte sarà però difficile sottrarsi alla soluzione che individueranno. Tra i Sette almeno tre (Patuanelli, Crimi e Licheri) sono schierati con l’ex premier.
 

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