M5S perde un altro senatore. Di Maio: «Multa da centomila euro agli scissionisti»

M5S perde un altro senatore. Di Maio: «Multa da centomila euro agli scissionisti»
M5S perde un altro senatore. Di Maio: «Multa da centomila euro agli scissionisti»
di Simone Canettieri
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Venerdì 27 Settembre 2019, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 20:50

La prima reazione è muscolare: «Multa da 100mila euro per danni d'immagine a chi se ne va». Con tanto di proposta dirompente: «Va introdotto il vincolo di mandato per i parlamentari». Luigi Di Maio mastica amaro e anche le ultime ore della sua missione a New York le passa a parlare del caos del M5S che lo attende oggi in Italia. A partire dal «mercato delle vacche», come lo chiama. L'addio della senatrice Gelsomina Vono (a cui il capo politico ha mandato un messaggio di fuoco: se te ne vai ti massacrano) verso i lidi renziani di Italia Viva rischia di non essere l'unico strappo a Palazzo Madama. Anche il napoletano Ugo Grassi conferma di vivere una situazione di «disagio» che potrebbe portarlo fuori: «Non si può pretendere la tolleranza zero quando puoi non tolleri le minoranze: sto riflettendo». Con Renzi? «Al momento - dice ancora Grassi a Il Messaggero - con lui ho rapporti normali».

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I vertici di Italia Viva confermano che sono in corso contatti anche con altri senatori: c'è una pista che porta al Lazio. Ma non è per esempio Elena Fattori, la dissidente sotto procedimento disciplinare. Che confessa: «Non so se rimarrò dove sto, aspetto ancora il giudizio dei probiviri. Do tempo al M5S fino a novembre, poi se non sarò stato riammessa me ne andrò». Nel clima di veleni e sospetti si inserisce ancora una volta la Lega. Gian Marco Centinaio parla di «due senatori» pronti a passare con il Carroccio. Il malcontento è vasto. L'ex ministro Barbara Lezzi: «Sono arrabbiatissima, ma lavoro per migliorare il Movimento». Dunque non se ne andrà. Tra i malpancisti ci sono anche Michele Giarrusso e Vincenzo Santangelo che rimangono in stand by. Anche alla Camera si rincorrono voci di fuoriuscite grilline. Il vicecapogruppo Francesco Silvestri: «Parliamo di quattro o cinque insofferenti, non so come andrà a finire».

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LA FRONDA
Intorno al leader cresce la fronda per riorganizzare il Movimento. Nicola Morra lancia per esempio «nuovi incubatori di idee interconessi con la rete». Danila Nesci, eletta in Calabria, dice no ad accordi con il Pd alle regionali. Il clima intorno al ministro degli Esteri - che oggi appena atterrato riunirà la delegazione governativa M5S alla Farnesina - è teso. E la sua proposta di rivedere il vincolo di mandato crea scompiglio. «Di Maio vuole scherzare...», taglia corto il capogruppo Pd Andrea Marcucci. Il renziano Ettore Rosato chiude: «La proposta fa male alla Costituzione». E il dem Graziano Delrio: «Altera la Carta, ma no ai trasformismi». Anche il ministro M5S per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, area Fico, frena: «È un tema di cultura politica, di coerenza, mi auguro che si possa normare nei regolamenti». Il deputato grillino Giorgio Trizzino avverte: «Niente minacce». E addirittura il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti boccia il Capo politico: «Sono contrario: le nostre preferenze, come esseri umani, non sono esogene ma sono ma endogene al dibattito». In serata, Di Maio si corregge: «Non voglio un muro contro muro, contemperiamo libertà dell'individuo e l'evitare che i cittadini vengano traditi». Ma il calciomercato va avanti.

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