Chiusure, l'assessore D'Amato: «Difficile fermare le auto private. Il Lazio arancione? Sarebbe meglio»

Chiusure, l'assessore D'Amato: «Difficile fermare le auto private. Il Lazio arancione? Sarebbe meglio»
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 19 Novembre 2020, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 20:37

«Il caso che ci ha colpito di più è quello di un uomo di 48 anni arrivato, a bordo di un'ambulanza privata, dalla provincia di Caserta all'ospedale di Frosinone. Aveva il Covid, era grave, dopo alcuni giorni in terapia intensiva purtroppo è morto. Quotidianamente stiamo registrando decine di pazienti che giungono dalla Campania nei nostri ospedali». Alessio D'Amato è l'assessore regionale alla Salute del Lazio. In queste ore, oltre ai 2.800-2.900 nuovi positivi al giorno, deve controllare un altro fenomeno: dalla Campania stanno arrivando pazienti Covid nel Lazio e questo rischia di aggravare la già complessa situazione delle strutture ospedaliere delle province di Frosinone e Latina.
Cosa si può fare per fermare questi viaggi?
«Non è semplice. Stiamo accogliendo circa 50 pazienti da altre regioni, soprattutto dalla Campania. Certo, in linea teorica da quella regione, che è in fascia rossa, non ci si può spostare. C'è grande collaborazione con le questure delle province del Lazio che si trovano al confine con la Campania. Ma se un paziente arriva con un'ambulanza privata, magari anche in condizioni serie, come facciamo a respingerlo?».
Per voi però significa ridurre le risorse a disposizione, che sono già poche, per dare una risposta ai pazienti del Lazio.
«Ne siamo consapevoli. Il fenomeno sta interessando soprattutto gli ospedali di Frosinone, Latina, Cassino e Formia. C'è un canale di dialogo con la Campania, ma qui siamo di fronte a iniziative spontanee dei cittadini, non è semplice. Puoi bloccare un'auto privata che viola la zona rossa, ma come fai con un'ambulanza? Noi, sul fronte dei ricoveri, siamo ancora in una situazione delicata, anche se ormai abbiamo attivato i nuovi 2.300 posti letto che avevamo previsto».
L'epidemia non si ferma neppure nel Lazio, anche se è una regione in fascia gialla.
«La situazione è divenuta stazionaria come numero di contagi. Siamo al plateau, c'è un rallentamento. Però tutto sta avvenendo molto, molto lentamente. Anche per quanto riguarda i ricoveri non siamo ancora in sicurezza. Negli ultimi giorni sono diminuiti, ma è aumentata la complessità».
Venerdì si riunisce di nuovo la cabina di regia che valuta i 21 parametri sulla base dei quali si decide il livello delle chiusure regione per regione. Il Lazio riuscirà a permanere in fascia gialla e dunque a limitare le chiusure?
«Vorrei essere chiaro. Per me la fascia gialla non è una medaglia, ciò che contano sono i parametri, i numeri. Poi, non nego che a me non dispiacerebbero maggiori cautele, maggiore prudenza anche nel Lazio, con il posizionamento in zona arancione. Questo premesso, il nostro Rt sta diminuendo, stando ai dati a disposizione, probabilmente ci assesteremo sotto all'1, mentre la settimana scorsa eravamo a 1,04. In sintesi: stando ai numeri non dovrebbe esserci il passaggio in zona arancione. Ma adesso spetta a tutti i cittadini, con i loro comportamenti e con il rispetto delle regole, fare in modo da evitare che si concretizzino le condizioni per le quali il passaggio nella fascia arancione diventerebbe inevitabile».
Avete in mente un Natale senza le attuali chiusure? Oggi bar e ristoranti devono chiudere alle 18, per tutti il coprifuoco comincia alle 22. Anche in fascia gialla.
«Anche su questo bisogna essere chiari. Ipotizzare che per il periodo natalizio siano eliminate tutte le limitazioni non ha senso. Nella migliore delle ipotesi, se non ci sarà un aggravamento della situazione epidemiologica, possiamo ipotizzare che il Lazio resti in fascia gialla, dunque con gli attuali divieti».
Nel Lazio oggi ci sono 73.491 attualmente positivi. Durante la prima ondata si scoprì che i contagiati asintomatici erano molti di più, almeno sette volte tanto, di quelli che risultavano dai dati ufficiali. Anche oggi potrebbe essere così?
«Lo escludo. Oggi stiamo facendo moltissimi tamponi, nella prima ondata questo non è stato possibile. Stiamo ricorrendo ai test rapidi antigenici con molta frequenza. Proprio in queste ore parte una innovazione: si potranno eseguire, con la prenotazione, anche in farmacia. E stiamo acquistando 600mila test salivari rapidi che useremo per i bambini, nei drive in pediatrici ma anche per lo screening nelle scuole. Gli asintomatici che sfuggono sono molti di meno, nell'ordine del 10 per cento rispetto alla prima ondata».

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