IoApro, i leader e gli aderenti al movimento che ha partecipato agli scontri a Roma (e dato assalto alla sede Cgil)

Tra gli arrestati dopo la manifestazione c'è anche Biagio Passaro, uno dei capi del gruppo di ristoratori e non attivissimo negli ultimi mesi

Chi c'è dietro a IoApro, il movimento che ha guidato i No Green pass negli scontri a Roma
Chi c'è dietro a IoApro, il movimento che ha guidato i No Green pass negli scontri a Roma
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Domenica 10 Ottobre 2021, 19:40 - Ultimo aggiornamento: 19:50

Negli scontri di Roma c'era anche il movimento "IoApro", che negli ultimi mesi già più di una volta aveva organizzato manifestazioni poi sfociate in violenze. Inizialmente l'obiettivo sembrava quello di opporsi alle chiusure prolungate dei ristoranti durante la fase più calda della pandemia, ma dopo il risvolto violento delle proteste dei No Vax e No Green pass a cui hanno partecipato è diventato evidente il vero volto delle manifestazioni. E tra gli arrestati di ieri c'è anche il ristoratore Biagio Passaro, leader del movimento, che ieri era presente durante l'assalto alla sede della Cgil a Roma e anzi ha anche filmato i momenti finiti in rete. 

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Il leader e gli aderenti del movimento

«Spiace che Biagio sia finito in mezzo a questa cosa, vedremo le accuse, io sono contro la violenza, ma i cittadini si stanno arrabbiando sempre di più, la misura è colma», ha detto Umberto Carriera, imprenditore pesarese, altro leader del movimento "IoApro", che raccoglie «circa 100mila aderenti, che lavorano nella ristorazione», da sempre contrari alle misure restrittive anti-Covid dei vari dpcm del governo Conte e ora in prima fila contro il Green pass. «Certo che noi ieri eravamo in piazza a Roma, a piazza del Popolo, ma la nostra protesta è stata pacifica, eravamo 50mila, partite iva e studenti che dicono no al Green pass», dice Carriera, finito lui stesso al centro delle polemiche per la protesta inscenata, a fine luglio scorso, sotto casa del sindaco dem di Pesaro, Matteo Ricci che lo aveva accusato di «una intimidazione da squadristi».

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Carriera non esita a condannare le violenze della serata: «Ci dissociamo, non era il nostro obiettivo quello di rompere tutto». Poi spiega che «ognuno si deve assumere le sue responsabilità, anche Biagio che è adulto e pure vaccinato», dice ancora riferendosi all'amico arrestato. «Ma - avverte - accusarci di essere fascisti e squadristi è troppo, non siamo fascisti, e non lo è Biagio, è pure un padre di famiglia, il fascismo è stata una brutta pagina della storia, appartiene al passato».

«Certo - nota - cittadini si stanno arrabbiando sempre di più, mi pare assurdo che, con l'80% di italiani vaccinati, serva ancora il Green pass, che non c'è in quasi nessun altro paese». Carriera, lo scorso gennaio, alla fine del governo Conte II, era stato ospite di una diretta di Matteo Salvini, in cui il segretario della Lega aveva indossato i panni del giornalista, invitando l'imprenditore trentenne, proprietario di sei ristoranti, a raccontare le iniziative di resistenza passiva all'obbligo di chiusura dei suoi locali, garantendo il sostegno della Lega. «Salvini - racconta all'AdnKronos Carriera - l'ho pure risentito, è venuto a Pesaro, ma non è riuscito però a impedire il green pass, d'altra parte mi pare che la Lega sia spezzata, Giorgetti è a favore del green pass e delle misure severe nei nostri confronti». «Ma - conclude - Salvini almeno ci ha provato a sentire le nostre ragioni, a tutelarci».

Cos'è Io Apro

Negli ultimi mesi piccoli e grandi ristoratori hanno spinto Draghi per le progressive riaperture, chiedendo a gran voce di tornare nelle proprie attività dopo un anno di chiusura, reclamando ristori e sostegni.

Ma manifestazioni pacifiche si sono già in passato trasformati in scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. La prima già il 15 gennaio quando i leader del movimento organizzarono serate di apertura mentre l'Italia era ferma a causa del Dpcm, che però fallirono a livello di adesioni. Il movimento si è spesso organizzato su Telegram su gruppi appositi in cui gli utenti prendevano appuntamenti e si davano supporto durante le preparazioni delle manifestazioni. I gruppi hanno ricevuto anche sostegni politici specialmente dall'estrema destra. Tanto che nelle diverse inchieste all'interno dei gruppi Telegram sono apparsi molti slogan, immagini e dichiarazioni vicini a sigle neofasciste. Tanto che CasaPound si è unita ai cortei romani.

 

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