Ex Ilva, Conte: «Sullo scudo il governo è compatto». Patuanelli: no a 5mila esuberi

Ex Ilva, Patuanelli: «L'azienda non può disattendere l'accordo». Sindacati: sciopero domani in tutti gli stabilimenti
Ex Ilva, Patuanelli: «L'azienda non può disattendere l'accordo». Sindacati: sciopero domani in tutti gli stabilimenti
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Giovedì 7 Novembre 2019, 15:06 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 00:12

Il governo fa mostra di compattezza e determinazione sull'ex Ilva, ma i vertici dell'acciaieria non cedono di un millimetro. Dopo il primo incontro finito nel nulla, il premier Giuseppe Conte ha detto ai quattro venti che auspica di poter riaprire quanto prima il tavolo di confronto per salvare i ventimila posti di lavoro in ballo, indotto compreso, e attende a ore una risposta. Da ArcelorMittal, però, nessun cenno. È lo stallo: da una parte c'è l'Esecutivo, disposto a concedere lo scudo penale ma fermo sulla volontà di far rispettare gli accordi e garantire l'occupazione. Dall'altra c'è la richiesta di cinquemila esuberi e una causa per rescindere il contratto e 'lasciare' Taranto. E l'ipotesi di ricucire con la multinazionale è sempre più remota.

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La questione è complessa e gli spiragli pochi. I sindacati giocano la carta dello sciopero, e ne programmano uno di 24 ore in tutti gli stabilimenti. In mattinata Conte sale al Quirinale da un preoccupato Sergio Mattarella, per parlare anche delle misure che possono essere messe in atto. «Qui non ci sono governi attuali e precedenti - è l'appello di Conte - qui non c'è la maggioranza o l'opposizione, per una volta non ci dividiamo, marciamo coesi verso il salvataggio di questo polo industriale». 



C'è chi ipotizza un intervento di Cdp o la nazionalizzazione. «Stiamo già valutando tutte le possibili alternative - ripete Conte - ma aspetto una proposta dal signor Mittal e vorrei incontrarlo nelle prossime ore». In ogni caso, spiega Conte, se ci sarà il disimpegno da parte di ArcelorMittal, tornerà la gestione commissariale. Il tribunale è l'esito da evitare. Se però sarà proprio un giudice a dover decidere, Conte assicura che il governo ha tutti gli «strumenti giuridici» per affrontare «la battaglia legale del secolo». Nelle norme, spiega il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, manca «l'elemento necessario» a giustificare «il recesso», chiesto dalla multinazionale franco-indiana. «Se una Multinazionale ha firmato un impegno con lo Stato - è la posizione di Luigi Di Maio - lo Stato deve farsi rispettare, chiedendo il rispetto dei patti e facendosi risarcire i danni».



Premier, ministri ed esponenti di maggioranza, compresi Italia VIva e M5S, ripetono come un mantra che quello per il salvataggio dell'ex Ilva deve essere uno sforzo del sistema Paese. «Lo Stato deve essere unito e compatto», dice il presidente della Camera Roberto Fico. Alla luce di questa narrazione, figuriamoci se il governo può apparire diviso. Però, ai Cinque Stelle non piace troppo lo scudo penale, che è uno dei punti più controversi. Allora è una corsa a smontarne la portata. «È un falso problema, su quello il governo è compatto», assicura Conte ripetendo di averlo detto chiaro e tondo anche Lakshmi Mittal e Aditya Mittal, Ceo e Cfo della multinazionale. E poi, ricorda il premier, nel contratto «non c'è alcun riferimento allo scudo penale». Infatti, spiega, la retromarcia della multinazionale non è dovuta a quello, ma a «un problema di piano industriale, di sostenibilità economica».



I dati confortano questa spiegazione: ArcelorMittal ha chiuso il terzo trimestre con una perdita salita a 486,52 milioni euro e un calo della produzione di acciaio da 22,8 a 20,2 milioni di tonnellate. «I rappresentati di ArcelorMittal - dice Patuanelli - ci hanno detto chiaramente che non sono in grado di portare a termine il loro Piano industriale per rilanciare l'Ilva». In serata Conte incontra prima i sindacati e poi i vertici locali: il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, il presidente della Provincia, Giovanni Gugliotti e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Con loro ha aperto un «tavolo permanente» di crisi, chiedendo di sostenere la difesa, come parti civili, in un eventuale contenzioso giudiziario. Malgrado gli appelli al fronte comune, l'opposizione attacca la maggioranza. Durante le comunicazioni di Patuanelli alla Camera, i deputati della Lega hanno esposto dei cartelli con la scritta «A casa voi, non gli operai dell'Ilva», gridando «elezioni, elezioni».«Abbiamo al governo dei pericolosi incapaci», dice Matteo Salvini. Mentre per l'azzurra Anna Maria Bernini, «Conte chiama a raccolta tutto il Paese mentre non riesce a chiamare a raccolta nemmeno la sua maggioranza». 

 

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