Green Pass, arriva l'app VerificaC19: ecco come funziona e a cosa serve

Green Pass, arriva l'app VerificaC19: ecco come funziona e a cosa serve
Green Pass, arriva l'app VerificaC19: ecco come funziona e a cosa serve
di Francesco Malfetano
4 Minuti di Lettura
Sabato 24 Luglio 2021, 06:15

Non solo Io e Immuni, un'altra app della pubblica amministrazione è pronta dal 6 agosto a fare irruzione nella vita degli italiani. Si chiama VerificaC19 ed è stata sviluppata dal ministero della Salute per controllare i Green Pass. Come? Una volta scaricata sullo smartphone basta inquadrare il Qr Code sulla certificazione per ottenere in risposta una spunta verde in caso affermativo o un segnale di divieto rosso nel caso in cui il pass non sia più valido (come quando un tampone è stato effettuato più di 48 ore prima del controllo).

Nulla di particolarmente complicato.

Se non fosse che, per motivi legati alla privacy, l'app reca assieme alla conferma della validità o meno del pass solamente il nome e il cognome del soggetto in questione e la sua data di nascita. Per convalidare il controllo quindi, e assicurarsi che ci si trovi realmente di fronte alla persona che si è vaccinata, o guarita dal Covid19 o che ha fatto un tampone con esito negativo, bisogna controllargli il documento di riconoscimento.

Chi deve farlo? I cosiddetti «verificatori»: ristoratori, baristi, commessi, gestori dei cinema, titolari di palestre, piscine o centri scommesse e chi più ne ha più ne metta. Vale a dire tutte le figure professionali, opportunamente delegate dai titolari di locali e licenze, che ruotano attorno alle attività. Non solo i pubblici ufficiali quindi. A chiarirlo è il decreto 87 del 17 giugno scorso a cui fa riferimento il testo approvato l'altro ieri in consiglio dei ministri. All'art. 13, Verifica delle certificazioni verdi Covid-19 emesse dalla Piattaforma nazionale-DGC, si legge «l'intestatario della certificazione verde Covid19 all'atto della verifica dimostra a richiesta dei verificatori (il cui elenco è definito nello stesso testo) la propria identità personale mediante l'esibizione di un documento di identità».

Una gestione contro cui si è già scagliata la Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, che non vede di buon occhio che ogni ristoratore dovrà impiegare una persona appositamente per far scannerizzare i codice Qr dei clienti che vogliono entrare e sedersi nel loro ristorante. «Si potrebbe farli accomodare al tavolo e poi fare le verifiche per velocizzare la pratica e non ingombrare l'ingresso», suggerisce uno dei tecnici dell'associazione che preferisce restare anonimo «ma così ci si esporrebbe ad un rischio». «Bisogna semplificare - prova a chiedere la Fipe in una nota diramata ieri - prevedendo un'autocertificazione che sollevi i titolari dei locali da ogni responsabilità».

LE VERIFICHE

Che il governo la veda in maniera decisamente diversa però lo testimoniano le sanzioni che ha deciso di inserire nel test approvato giovedì sera. Oltre alle ormai note «sanzioni pecuniarie da 400 a 1.000 euro» per i clienti, è stato stabilito che in caso di inadempienza la multa verrà comminata anche agli esercenti. Non solo. Qualora questi dovessero risultare recidivi e non avessero adeguatamente controllato i pass per 3 volte, potrebbero incappare in una chiusura da uno a 10 giorni. Non proprio una passeggiata in un periodo delicato come quello attuale.

Ma le problematiche in tal senso sono tante e non riguardano solo i ristoratori ma anche, ad esempio, le palestre e le piscine che svolgono attività al chiuso. In verità qualche centro fitness della Capitale un modo per velocizzare la procedura l'ha trovato già ingegnandosi per non dover controllare ad ogni singolo accesso la certificazione. Come permettendo ai propri clienti di caricare il Green pass (ma solo se emesso a seguito di vaccinazione o guarigione) sulla propria app che utilizzano per comunicare gli allenamenti e gestire gli ingressi. In questo modo non c'è bisogno di controllare il Qr Code della stessa persona 2 o 3 volte alla settimana.
In verità non è del tutto chiaro se la soluzione possa essere considerata legittima o meno, ma sicuramente sarebbe un'agevolazione non da poco per i clienti abituali di palestre episcine.

 

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