Green pass, le regole: dalla validità al "freno di emergenza", cosa c'è da sapere (negli hotel non serve)

Green pass, la guida: dalla validità al "freno di emergenza", cosa c'è da sapere (negli hotel non serve)
Green pass, la guida: dalla validità al "freno di emergenza", cosa c'è da sapere (negli hotel non serve)
di Alberto Gentili
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Martedì 15 Giugno 2021, 16:33 - Ultimo aggiornamento: 21:22

Dopo settimane di attesa, è arrivata ieri la firma delle istituzioni europee in calce al regolamento per il “digital green pass”, il certificato digitale Ue. L’obiettivo: facilitare dal 1° luglio, giorno dell’entrata in vigore del pass, gli spostamenti all’interno dell’Unione e contribuire così alla ripartenza del turismo e alla ripresa economica. Il certificato permetterà ai viaggiatori all’interno dell’Ue ad evitare di essere sottoposti a test e/o quarantene quando si spostano all’interno dell’Unione, contribuendo così al graduale ripristino della libertà di circolazione in Europa. Dal 1° luglio il Pass sarà un diritto per tutti i cittadini europei che abbiano i requisiti. Varrà per chi è stato vaccinato, per chi è guarito dal Covid e per chi si è sottoposto a un test risultando negativo.

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Chi lo rilascia - Il certificato sarà rilasciato dalle autorità nazionali gratuitamente, in formato digitale o cartaceo e riporterà un codice Qr che consentirà di verificarne l’autenticità in tutta Europa: per i certificati già emessi da Stati o Regioni, è previsto un periodo di 6 settimane perché possano essere resi compatibili con il modello Ue.

Gateway, la piattaforma informatica Ue che rende possibile il Pass e che fornisce le chiavi digitali che consentono la validità transfrontaliera, è operativa da inizio mese e alcuni Paesi hanno già iniziato a rilasciare certificati: finora ne sono stati emessi oltre un milione. Se ottenere il Pass sarà un diritto, il suo utilizzo potrà però variare in qualche misura da Stato a Stato. Con queste avvertenze, ecco i dettagli.

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I vaccinati - Il Pass sarà valido a partire da quattordici giorni dopo l’ultima dose di vaccino anti-Covid. A partire da quel giorno, le persone pienamente vaccinate, cioè con due dosi per AstraZeneca, Pfizer/BioNTech e Moderna e con una dose per Janssen (J&J), che detengono il certificato, dovrebbero essere esentate, in viaggio, da test e quarantene. Lo stesso deve valere per le persone che sono guarite e che hanno ricevuto una sola dose di vaccino, considerata sufficiente per essere protetti dalla malattia. Un Paese è libero di scegliere di riconoscere e rilasciare il Pass anche dopo la prima dose, ma ogni Stato può decidere di comportarsi come crede, in questo caso: quindi, per esempio, l’Italia può rilasciare il Pass dopo la prima dose, ma la Danimarca è libera di non riconoscerlo e di chiedere un test. Se uno Stato membro accetta una prova di vaccinazione per rimuovere le restrizioni all’interno dopo la prima dose, allora deve accettare anche i pass Ue per i vaccini, alle stesse condizioni. Il pass vale per i cittadini Ue vaccinati con vaccini autorizzati dall’Ema; gli Stati possono decidere di riconoscere altri vaccini, autorizzati a livello nazionale e non a livello Ue (come il siero russo Sputnik in Ungheria).

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I guariti - Le persone guarite dalla Covid-19 dovrebbero essere esentate da test e/o quarantene nei 180 giorni successivi al test Pcr positivo, che attesta l’avvenuta infezione (la validità del certificato è a partire dall’undicesimo giorno dopo il test, una volta terminato il periodo di contagiosità). TEST Per chi non è vaccinato né guarito, allora resta il tampone, che il pass certifica e che viene così riconosciuto anche all’estero, a differenza di quanto accade oggi. Per i test viene proposto un periodo di validità standard (oggi ogni Paese stabilisce la validità autonomamente): per i test Pcr o molecolari la validità è di 72 ore, mentre per quelli rapidi antigenici è di 48 ore. Quelli rapidi, considerati sempre più affidabili, vengono raccomandati, ma gli Stati sono liberi di scegliere se accettarli o no ai fini del Pass. Mentre i test si pagano, i vaccini sono gratuiti: questo elemento di discriminazione oggettiva non è stato rimosso nei negoziati tra Parlamento e Consiglio, a causa della ferma opposizione del secondo ad imporre la gratuità dei test, come chiedeva l’Aula. La Commissione ha stanziato 100 mln di euro aggiuntivi per aiutare gli Stati a dotarsi test rapidi e abbassarne così il prezzo. Il certificato non viene rilasciato in presenza dell’esito di un test fai-da-te. FAMIGLIE CON MINORI Per evitare di separare i nuclei familiari alla frontiera, i minorenni che viaggiano con genitori esentati dall’obbligo di quarantena, per esempio perché sono vaccinati, dovrebbero essere esentati anche loro dalla quarantena. I bambini sotto i 6 anni di età sono esentati anche dai test: quelli dai 6 anni in su, però, dovranno sottoporsi a test per ottenere il pass.

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Freno d'emergenza - Viene previsto dalla Ue un meccanismo di freno d’emergenza: gli Stati non potranno imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di certificati, come quarantena, autoisolamento o test, «a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica». Si dovrà tenere conto delle prove scientifiche, «compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)». Le misure dovranno essere notificate, se possibile, con 48 ore di anticipo agli altri Stati membri e alla Commissione, mentre il pubblico dovrà ricevere un preavviso di appena 24 ore.

In Italia - Il green pass italiano è già operativo, ma in formato cartaceo tranne se si scarica dal “libretto sanitario elettronico”. Secondo il Dpcm che verrà varato giovedì dal governo il certificato potrà essere scaricato via web, attraverso il sito dedicato, ma anche attraverso l’app Immuni e Io. Anche in Italia, naturalmente, ha diritto al green pass chi è stato vaccinato con entrambe le dosi (nel caso ad esempio di Astrazeneca, Pfizer e Moderna), chi è risultato negativo ad un tampone molecolare o un antigenico rapido effettuato entro le 48 ore, chi è guarito dall’infezione da Covid e, a seguito di tampone negativo, è uscito dall’isolamento.

Dove si usa - Attualmente il green pass è utilizzato per le cerimonie religiose (matrimoni, battesimi, cresime, comunioni) e i ricevimenti a esse collegati. Ma è già in uso anche negli stadi (ad esempio per gli europei di calcio) e presto sarà utilizzato per accedere a eventi artistici, fiere, congressi, convegni.

A chi spettano i controlli - Secondo le prime indicazioni i gestori di bar, hotel e ristoranti non potranno richiedere il green pass. Potranno farlo invece chi organizza i ricevimenti di matrimonio etc e chi organizza eventi sportivi, musicali, artistici.

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