Green pass, un italiano su 3 è ancora senza: prima dose a 34 milioni di cittadini

Green pass, un italiano su 3 è ancora senza: prima dose a 34 milioni di cittadini
Green pass, un italiano su 3 è ancora senza: prima dose a 34 milioni di cittadini
di Francesco Malfetano
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Mercoledì 14 Luglio 2021, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 23:40

L'esempio della Francia che ha esteso l'uso del Green pass come prerequisito per accedere a praticamente tutte le attività commerciali e non (dai ristoranti ai supermercati, fino a treni o cinema), ha fatto finire questa ipotesi anche al centro del dibattito italiano. Non solo è già arrivata l'apertura del ministro alla Salute Roberto Speranza, ma anche per il commissario Figliuolo ad esempio, così come alcuni governatori (il ligure Toti in primis), emulare i francesi e quindi consentire di accedere liberamente ai locali pubblici solo a vaccinati, guariti o soggetti sottoposti a tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti, è decisamente una buona idea. In questo momento però, numeri alla mano, tra gli over12 residenti nella Penisola il 57% ha ricevuto almeno una dose di vaccino (circa 33,9 milioni di persone), il 2,2% ha ricevuto il vaccino monodose (1,2 milioni di persone), l'1,3% risulta guarito (777mila persone) e il 41,9% (circa 28,8 milioni di persone) ha invece completato il ciclo vaccinale.

Green pass, vaccini e criteri

 

Vale a dire che a partire dal 1 agosto (per l'emissione del Green pass è necessario passino 14 giorni dalla prima somministrazione), avrebbe diritto al pass il 59,5% degli italiani.

Restringendo la platea ai soli over12, cioè solo coloro che possono essere vaccinati, ne avrebbe diritto il 67,5%. Di contro però, su 53milioni di interessati, il 32,5% dei cittadini non può ancora usufruire del pass se non sottoponendosi ad un tampone (a pagamento) ogni volta che questo si rende necessario. Ovvero 1 italiano su 3 non avrebbe ancora il pass.

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Ad essere penalizzati, ovviamente, sarebbero soprattutto i giovani. Per loro infatti la campagna vaccinale - partita con la necessità di proteggere i fragili e alcune categorie professionali e poi passata ad un criterio anagrafico, è iniziata solo a giugno. Un ventenne o un trentenne italiano che non ha particolari patologie e non è impiegato in ambito sanitario, nelle forze dell'ordine o nella scuola, non ha potuto ricevere la propria dose se non da pochissimo tempo. Una situazione fotografata dai dati delle somministrazioni.

 

Prendendo i due estremi delle fasce di popolazione italiana, si nota infatti che gli over80 sono ormai protetti nel 90% dei casi (su 4,5 milioni di cittadini hanno ricevuto almeno la prima dose 4,1 milioni) mentre nella fascia 12-19 anni, su una plateea simile (4,6 milioni di interessati), ha ricevuto almeno la prima dose il 24% (1,1 milioni) e anche la seconda il 7% (330mila). Il discorso è valido anche per tutte le altre fasce considerate.

Guardando ai dati infatti, i 6 milioni di ventenni italiani risultano parzialmente immunizzati nel 48% dei casi (2,9 miloni) e hanno completato il ciclo vaccinale nel 20,6% dei casi (1,2 milioni). Tra i trentenni invece, che in Italia sono 6,7 milioni, hanno ricevuto la prima dose il 49% (3,3 milioni) e la seconda il 24% (1,6 milioni). Su 8,7 milioni di quarantenni, si è rispettivamente a 59% (5,2 milioni) e 35% (3 milioni) mentre per i cinquantenni (9,6 milioni) sono 67,8% (6,5 milioni) coloro che hanno ricevuto la prima dose e 55,9% (5,4 milioni) anche la seconda. Invece, guardando ai 7,5 milioni di 60enni italiani i vaccinati sono il 60,5% (4,5 milioni) con seconda dose e il 74% (5,6 milioni) solo con la prima. Infine i 70 enni: su 6 milioni circa di persone ne risultano immuni il 74% (4,4 milioni) e in attesa di completare il ciclo l'83% (5 milioni).

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