Crisi di governo, senza fiducia si va verso il voto. Ma c'è chi spera ancora. Lega e Fi: «Non si può contare più su M5S». Spread su a 217

I rischi: voto anticipato, mancata approvazione dei decreti contro i rincari, andare in esercizio provvisorio

Crisi di governo, senza fiducia si va verso il voto. Ma c'è chi spera ancora. Lega e Fi: «Non si può contare più su M5S». Spread su a 217
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Venerdì 15 Luglio 2022, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 00:07

È molto difficile che il governo Draghi possa andare avanti. Lo dice il ministro Luigi Di Maio che stamattina ha parlato della crisi di governo ai microfoni di Rtl. «Il governo Draghi e la coalizione che lo sosteneva devono andare avanti, ma in questo momento la vedo molto molto difficile», ha detto. Come si è aperta la crisi? Il Senato ieri ha confermato la fiducia al governo Draghi con 172 sì e 39 no. Ma i senatori del Movimento 5 Stelle sono usciti dall'Aula e non hanno votato la fiducia al governo, composto anche da ministri del M5S. L'ex presidente della Bce è salito al Quirinale per comunicare al Capo dello Stato le proprie dimissioniE se ieri il premier aveva convocato il Consiglio dei ministri a borse chiuse per dire che non sussiste più quel «patto di fiducia alla base dell’azione di governo», stamattina i mercati hanno detto la loro sul futuro incerto che si prospetta con un governo dimissionario. 

Spread - Lo spread dà segnali negativi e sale. Sale a quota 217 punti il differenziale tra Btp e Bund decennali tedeschi, con il rendimento annuo italiano in rialzo di 1 punto al 3,24%, mentre perdono in media 7 punti i rendimenti degli analoghi titoli europei. Mario Draghi riferirà alle Camere mercoledì 20 luglio. 

Draghi, crisi di governo in diretta

Ore 18.15 - «Noi lavoriamo per la prosecuzione di un governo di unità nazionale e ci auguriamo che la discussione che si sta svolgendo all'interno dei Cinque Stelle aiuti questa prospettiva ed eviti di dare spazi, peraltro immeritati, alla destra».

Lo ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando all'ANSA a margine di un evento a Bologna

Ore 17.41 - «Se Conte ritira i ministri dal governo Draghi di fatto si va allo scioglimento delle Camere, non ci sarà nessuna possibilità di mandare avanti il governo. Io lo voglio dire ai cittadini molto chiaramente: questa crisi avrà effetti pesanti». Questa una anticipazione dell'intervista del ministro Di Maio che andrà in onda questa sera al Tg3.

Ore 15.10 Berlusconi sonda la coalizione in vista del possibile ritorno alle urne. Da Villa Certosa in Sardegna Silvio Berlusconi segue gli sviluppi della crisi del governo Draghi. Il Cav ha sentito non solo Matteo Salvini ma anche Lorenzo Cesa per fare il punto della situazione politica e ribadire l'importanza dell'unita della coalizione di fronte a un possibile ritorno alle urne.

Ore 13.40 Lega e Forza Italia: non contare più su M5S. Il centrodestra di governo con una nota congiunta chiede «chiarezza e prende atto che non è più possibile contare sul Movimento 5 Stelle in questa fase così drammatica. Noi siamo alternativi a chi non vota miliardi di aiuti alle famiglie, a chi si oppone a un termovalorizzatore fondamentale per ripulire Roma e tutelare così milioni di cittadini, a chi difende gli abusi e gli sprechi del reddito di cittadinanza, a chi sa dire solo dei No. Ascolteremo con rispetto e attenzione le considerazioni del Presidente Mario Draghi, che ha reagito con comprensibile fermezza di fronte a irresponsabilità, ritardi e voti contrari. Il centrodestra di governo continuerà a difendere gli interessi degli italiani con serietà e coerenza, non avendo certamente timore del giudizio degli italiani».

Ore 13.30 Conte non ha chiesto dimissioni ai ministri. Il Movimento 5 stelle smentisce che il presidente Conte abbia chiesto le dimissioni dei ministri. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, a quanto si apprende, nelle riunioni delle ultime ore con Giuseppe Conte e i vertici del M5s ha esplicitato il proprio dissenso verso la linea dura emersa nel partito. D'Incà avrebbe chiarito di non condividere la posizione di chi nel Movimento vorrebbe il ritiro dei ministri e, quindi, il tramonto definitivo anche dell'ipotesi di un nuovo sostegno al premier Mario Draghi. Un dissenso, avrebbe spiegato, dovuto alla preoccupazione per il Paese, per le sorti del Pnrr e per le conseguenze europee.

 

Ore 12.00 - In ambienti del M5s circola l'ipotesi del ritiro dei ministri del Movimento prima di mercoledì, uno scenario che secondo fonti parlamentari sarebbe fra quelli sul tavolo dei confronti interni in corso. Questa soluzione, a quanto si apprende, è stata discussa anche nel consiglio nazionale di ieri. «Il consiglio nazionale si riunirà di nuovo oggi e faremo le nostre valutazioni», ha risposto la capogruppo al Senato, Mariolina Castellone, arrivando nella sede del Movimento.

Cosa succederà? 

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Ore 11.30 Renzi: «Faremo di tutto per un Draghi bis». «Ora bisogna agire». Così Matteo Renzi nella enews. «Siamo in mobilitazione permanente da qui a mercoledì - giorno del dibattito in Aula - per consentire che Draghi possa andare avanti. Faremo di tutto per avere un Draghi Bis libero dai condizionamenti che affronti le scelte necessarie al Paese. Chi vuole darci una mano può iniziare firmando questa petizione Draghi resti a Palazzo Chigì e facendola girare tra i propri amici e conoscenti».

Ore 11.05 Meloni: «Irresponsabile è che dice di non andare al voto». «È da irresponsabili andare al voto ora. Dissero quelli che in piena crisi economica, tra pandemia e rincari di ogni tipo, continuano a tenere paralizzata l'Italia tra liti e smanie di potere. Irresponsabili sono loro. Basta scuse, basta giochi di palazzo: Elezioni Subito». Lo scrive su Twitter la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

Ore 11.00 Il presidente della Cei Zuppi: «Siamo preoccupati». «Guardiamo con grande preoccupazione alla situazione politica che si sta determinando e che rischia di sovrapporsi ad una fase di crisi più generale che sta già incidendo in modo pesante sulla vita delle persone e delle famiglie». Lo dichiara il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, commentando gli ultimi sviluppi politici. «Per questo ci auguriamo che vi sia uno scatto di responsabilità in nome dell'interesse generale del Paese che deve prevalere sulle pur legittime posizioni di parte per identificare quello che è necessario e possibile per il bene di tutti», aggiunge. «La guerra in Ucraina e le sue temibili conseguenze; l'inflazione a livelli eccezionali che richiede continuità e tempestività di interventi urgenti; le pandemie che non smettono di colpire; il lavoro mortificato dalla precarietà e dalla generale incertezza sono elementi che impongono chiarezza di decisioni e una forte concertazione con le parti sociali e con l'Europa. Il confronto dialettico e il pluralismo - ricorda il cardinal Zuppi - sono una ricchezza irrinunciabile della democrazia ancora di più in vista delle prossime naturali scadenze elettorali, ma in un momento come questo conviene avvenga nel massimo della convergenza e della stabilità per terminare l'avvio di interventi decisivi sui quali da mesi si sta discutendo e che condizioneranno i prossimi anni».

Ore 11.00 M5S, il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, è arrivato nella sede del M5s, dove c'è anche il leader Giuseppe Conte. Ieri in tarda serata l'ex premier aveva spiegato che oggi si sarebbe riaggiornato il Consiglio nazionale del Movimento, convocato dopo l'annuncio delle dimissioni da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi.

Ore 10.30 Rosato: «Mi appello a Draghi». «Nel mio piccolo mi appello alla responsabilità di tutti, chiediamo al presidente Draghi di continuare a dare una mano al Paese per i pochi mesi che ci separano alle elezioni di fine legislatura». Così il presidente di Italia Viva Ettore Rosato a Skytg24. «Abbiamo in questo momento altre priorità che andare a votare, ci sono impegni che ci siamo assunti che vanno portati a compimento, delle scadenze che vanno rispettate. Penso al taglio del cuneo fiscale, che andrebbe realizzato entro la fine di luglio, che vuol dire più soldi in buste paga, ma anche alla legge di bilancio e il raggiungimento degli obiettivi del PNRR entro il 31 dicembre, dopo il grande impegno messo per rispettare le scadenze di fine giugno; obiettivi che abbiamo raggiunto sebbene una guerra inaspettata abbia reso tutto più difficile. Mi sembra assurdo buttare via tutto questo».

Ore 9.40 Zakharova: «Auguriamo agli italiani un governo non incline a servire gli interessi degli USA»La Russia ha inviato il primo commento pubblico sulla crisi del governo italiano e le dimissioni di Draghi. La portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova all'Agi ha detto: «Auguriamo agli italiani un governo non incline a servire gli interessi degli USA». Ieri l'ex premier russo Dmitri Medvedev, attuale vice presidente del Consiglio di Sicurezza di Mosca, aveva espresso la sua soddisfazione per la situazione politica italiana e per quella britannica. 

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