Governo, il Colle in attesa e la sensazione diffusa che alcune pregiudiziali stiano cadendo

Il Colle in attesa e la sensazione diffusa che alcune pregiudiziali stiano cadendo
Il Colle in attesa e la sensazione diffusa che alcune pregiudiziali stiano cadendo
di Mario Ajello
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Lunedì 26 Agosto 2019, 00:47 - Ultimo aggiornamento: 13:04
Vista dall’alto del Colle, la situazione della crisi sembra ancora caotica. Troppe tattiche, troppi giochi coperti da parte dei partiti e delle varie anime interne ai partiti. Ieri il Quirinale non ha avuto contatti con i protagonisti impegnati a trovare uno schema che risolva lo stallo seguito alla rottura nel governo giallo-verde avviata da Salvini. Quel misto di affanno e di melina che ha contraddistinto questi giorni ha trovato in Mattarella un osservatore silenzioso ma critico. E convinto che non ci sarà da parte sua una proroga sui tempi ai partiti - specie a M5S e Pd che stanno cercando di trovare un accordo e potrebbero trovarlo in extremis - e mercoledì o verrà dato l’incarico al nuovo premier oppure il percorso che si apre è quello verso il voto, visto che le soluzioni intermedie (esecutivo istituzionale o tecnico o cose così) sono state scartate. E la data possibile delle urne, se tutto dovesse precipitare, potrebbe essere il 10 novembre.

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E gli spiragli che si stanno aprendo per un Conte Bis o Conte Due, al quale Zingaretti potrebbe dire di sì dopo i vari no che continua a ripetere nonostante i maggiorenti dem siano più disponibili di lui? Il Colle non ha avuto alcuna diretta informazione su un progresso di questo tipo. Ma osserva l’evoluzione delle cose e - senza volerne indirizzare il percorso come da metodo matterelliano adottato fin dall’inizio della crisi e ribadito in ogni suo passaggio - e prima di prendere decisioni e passare ai fatti il presidente della Repubblica vuole vedere numeri certi della nuova possibile maggioranza e poter avere, per poi fare le sue valutazioni, il nome su cui i contraenti dell’accordo rosso-giallo hanno scelto. Queste due condizioni al momento non ci sono, e proprio per questo il Colle dopo il primo giro di consultazioni ha dato altro tempo - ma resta la richiesta di fare presto perché i problemi del Paese non possono aspettare e la legge finanziaria ha bisogno al più presto di una squadra di governo che la prepari e ne gestisca il lungo iter - ai leader di partito che incontrerà a partire da domani e entro dopodomani dovrà essere messo un punto fermo nella grande confusione in corso. 

LE PREGIUDIZIALI
Dunque il Quirinale aspetta di vedere le carte dei partiti ma intanto si sta constatando sul Colle che alcune pregiudiziali starebbero cadendo. E che dai veti assoluti si starebbe passando a una fase di dialogo più fluido tre le forze, Pd e M5S, impegnate nella trattativa per il dopo Conte che potrebbe anche rivelarsi un di nuovo Conte. Mattarella, naturalmente, non si pone affatto come un facilitatore impegnato a far incontrare i partiti, ma soltanto - secondo le prescrizioni della Costituzione - come colui che dovrà esaminare la «chiara» fattibilità pratica e numerica di una nuova maggioranza e comportarsi di conseguenza. Né favorevole né contrario insomma il Colle rispetto alla soluzione che forse si starebbe delineando tra M5S e Pd, e da lassù si vuole soltanto capire se ci saranno da qui a mercoledì altri passi in avanti in quel senso. 


 
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