Giorgia Meloni: «Isolata io? Non mi sembra, voteremo nell’interesse del Paese»

Giorgia Meloni: «Isolata io? Non mi sembra, voteremo nell’interesse del Paese»
di Mario Ajello
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Lunedì 8 Febbraio 2021, 02:34 - Ultimo aggiornamento: 12:25

«Giorgia Meloni non deve isolarsi», dice Salvini. Si sente isolata?
«Isolata rispetto a chi? Sicuramente rispetto al mainstream, non direi rispetto agli italiani, da quello che sento e che vedo. E mi interessa questo, perché in democrazia si risponde agli elettori e ci siamo presentati dicendo che non avremmo appoggiato governi tecnici e non saremmo andati al governo con Pd e M5S. Non mi sento affatto isolata, anzi sento il dovere di dare voce a milioni di italiani che rivendicano il loro diritto di votare, come accade in tutte le democrazie del mondo, piuttosto che veder nascere l’ennesimo esperimento di Palazzo».

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Si sente più coerente di altri?
«Non mi interessano le pagelle.

Tutti verremo giudicati dagli italiani. Di certo mi sento una persona seria, coerente con la sua storia. Con le motivazioni che ci hanno portato a fondare FdI, a non entrare nel governo giallo-verde e a fare opposizione al governo rosso-giallo. In tanti ci attaccano dicendo che la coerenza, di fronte alla pandemia, diventa ottusità. La nostra invece non è una posizione preconcetta ma basata su alcuni dati di fatto incontrovertibili. Ammesso e non concesso che le soluzioni sui vaccini e sul Recovery Plan possano essere tecniche e senza valenza politica... ma su tutto il resto che cosa farà un governo che si regge su una maggioranza che potenzialmente va da LeU alla Lega? Mentre tutti salgono sul carro di Draghi e attaccano la Meloni, sono ripresi gli sbarchi di centinaia di clandestini: nella maggioranza di Draghi quale linea passerà, di Salvini o della Boldrini? E potrei farle infiniti esempi. Il problema non è Draghi, del cui programma non sappiamo nulla, quanto la sua maggioranza sgangherata, un’ammucchiata che finirà per costringere il premier a continue mediazioni al ribasso. Mentre ora l’Italia ha bisogno di scelte coraggiose che soltanto una maggioranza coesa, con una visione chiara e un forte mandato popolare può fare».


È in corso un inciucio di Palazzo?
«Sicuramente è in corso la nascita di un governo che ancora una volta non ha alcun tipo di legittimazione popolare. Qualche giorno fa leggevo l’Economist, non un pericoloso foglio clandestino sovranista, che evidenziava come questo accada solo in Italia, perché normalmente nelle altre democrazie occidentali si va a votare. E voglio ribadire, a costo di sembrare stucchevole a chi fa finta di non capire, che nel frattempo in Europa e nel resto del mondo si vota tranquillamente. Pensate che in Israele, che ha affrontato il virus molto meglio di noi, stanno per celebrare le quarte elezioni politiche in due anni, le seconde da quando c’è la pandemia. Possibile che soltanto in Italia le elezioni vengano considerate un attentato alla democrazia e non il suo momento più alto?».


Centrodestra spaccato ancora una volta come al tempo giallo verde.
«È già successo e l’unità l’abbiamo ricostruita, continuando a vincere le elezioni nella maggior parte delle regioni. Sono fiduciosa anche stavolta e continuerò ad impegnarmi per questo obiettivo. Anche per questa ragione avevo dato la disponibilità ad astenerci tutti insieme, pur di mantenere l’unità del centrodestra. Invece ho notato una certa fretta di sposare il governo Draghi senza nemmeno aspettare di conoscere il suo perimetro politico e i suoi programmi. Quello che è certo è che, mentre altri rischiano di essere costretti ad annacquare le posizioni del centrodestra in un governo in cui la maggioranza l’avranno Pd, Renzi e i 5 Stelle, noi dall’opposizione daremo voce al centrodestra, ai suoi programmi e ai suoi elettori, senza bisogno di partecipare alla spartizione delle poltrone. Lo faremo continuando a votare i provvedimenti utili per la nazione e a fare proposte per uscire dalle secche in cui ci troviamo. Più che delle spaccature del centrodestra mi preoccuperei di quelle tra i partiti che comporranno la maggioranza di governo».


All’opposizione da sola per fare il pieno dei consensi?
«Chiedevamo le elezioni quando eravamo al 6 per cento, e non lo faccio certo ora per i sondaggi. E d’altra parte qualcuno all’opposizione ci dovrà pur stare. Che democrazia è quella in cui stanno tutti in maggioranza a sostenere un governo che non si sa nemmeno quale programma voglia attuare? Noi faremo da sentinelle, perché in democrazia è fondamentale che qualcuno vigili. E perché vedo troppo unanimismo. C’è differenza tra stimare Draghi e dare una cambiale in bianco alla maggioranza che lo sosterrà. Io di quelli che ci hanno portato al disastro, al record di contagi e a una profondissima crisi economica, non mi fido, punto. Anche se si nascondono dietro una personalità come Draghi».


Tanti italiani però, per i sondaggi, sono con Draghi.
«La maggior parte era stufa di Conte. Mi auguro che non se lo ritrovino ministro, insieme a numerosi altri disastrosi della sua squadra. C’è anche in tanti elettori del centrodestra una certa fiducia verso Draghi che viene percepito come migliore di Conte. E certamente lo è. Ma in queste ore percepisco che, spiegando le ragioni del nostro scetticismo, molti di loro capiscono che sono fondate. Quanto a noi, faremo la nostra parte. Come sempre, e senza chiedere in cambio poltrone».


A Roma andrete divisi per il Campidoglio? 
«No, il candidato sarà comune, e ho le idee abbastanza chiare». 

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