Giorgia Meloni: «Stop ai barconi, bisogna fare più figli». Scontri al suo comizio

La leader da Palermo: «Io racconto solo la verità, non faccio promesse irrealizzabili»

Giorgia Meloni: «Stop ai barconi, bisogna fare più figli». Scontri al suo comizio
Giorgia Meloni: «Stop ai barconi, bisogna fare più figli». Scontri al suo comizio
di Mario Ajello
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Mercoledì 21 Settembre 2022, 01:15 - Ultimo aggiornamento: 17:12

Il rush finale vede Giorgia Meloni preoccupata - per le infiltrazioni nelle piazze e per le provocazioni che la destra potrebbe patire - ma molto determinata alla prova che si aspetta da se stessa: «Governeremo». Con quale squadra? «I ministri li sceglieremo poi, sulla base dei dati elettorali dei vari partiti della coalizione». Cose da fare? «Stop ai barconi». Ce n’è anche per le politiche demografiche: «Se non ricominciamo a fare figli siamo spacciati». Quanto alle accuse che le vengono fatta da sinistra, crede di aver buon gioco nel rintuzzarle: «Noi siamo contro ogni regime». 


Il format di Giorgia per la conclusione della campagna elettorale è quello di non farsi schiacciare su argomenti secondo lei poco rilevanti e di rilanciare sulle cose da fare «dicendo la verità e non lanciando promesse che non si possono mantenere».

 
L’AGIBILITA’
Ma anzitutto, va difesa l’agibilità democratica di quella che adesso è l’opposizione. E’ ancora indignatissima la presidente di FdI a proposito delle contestazioni di piazza: «C’è un clima voluto dalla sinistra molto aggressivo. Anche il centrodestra ha diritto di fare la propria campagna elettorale».

E ancora, ribadendo i contenuti della telefonata alla ministra Lamorgese: «Sono una persona abituata ad essere contestata ma mi è capitato di vedere a 5-6 manifestazioni contestatori che entravano in mezzo ai nostri sostenitori.

Ora, noi non rispondiamo alle provocazioni, ma il rischio è che ci sia qualche problema in piazza e che poi addirittura diventi anche che il problema siamo noi».

A riprova che l’allarme meloniano non è surreale c’è il fatto che ieri sera la leader di FdI è stata ancora oggetto di contestazioni, a Palermo, da parte di gruppi provenienti dai centri sociali. Durante il comizio nella città siciliana, una cinquantina di manifestanti sono stati prima bloccati dagli agenti in tenuta anti-sommossa mentre cercavano di raggiungere piazza Politeama, luogo della manifestazione. Poi i contestatori hanno tentato di superare la barriera delle forze dell’ordine e dalla contestazioni verbali si è passati allo scontro. C’è stata la carica degli agenti e un ragazzo, tra quelli che cercavano di avvicinarsi al palco e lanciavano oggetti contro i poliziotti, è stato portato via da una volante. Tra la non sorpresa di Meloni: «Dicevano che esagero nel denunciare questo clima pazzesco? Ecco la riprova che non esagero affatto». E rivolta alla folla dei sostenitori: «Ogni tanto c’è qualcuno che strilla ma lasciate fare, io strillo più forte degli altri. Sono cintura nera di urla».

 
LE COSE DA FARE
Vanno spente le fiamme dello scontro elettorale, ma non la fiamma: «Cancellarla dal nostro logo? No, è un simbolo destra repubblicana e democratica e ce lo teniamo». Magari per ora, e poi chissà - ma questo adesso la Meloni non può e non vuole specificarlo - visto che ormai il suo partito è a tutti gli effetti un nuovo partito dei conservatori italiani (inserito nel più largo contesto a livello continentale). In Europa la leader di FdI si augura che «la nostra vittoria in Italia sia seguita dalla vittoria di Vox in Spagna». Nel frattempo, «nel centrodestra abbiamo scaramucce, ma alla fine stiamo insieme per compatibilità e per scelta». Dunque, concentrarsi sulle cose da fare, a cominciare dal problema degli sbarchi: «Profughi e immigrati non sono la stessa cosa. Fermare alla partenza i barconi con una missione europea, e si aprano in Africa gli hotspot».
 

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