Fondi statali maggiori per bus, treni e metro ma legati all'efficienza: il futuro dei trasporti locali

Maggiori fondi statali per bus, treni e metro ma legati all'efficienza: il futuro dei trasporti locali
Maggiori fondi statali per bus, treni e metro ma legati all'efficienza: il futuro dei trasporti locali
di Umberto Mancini
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Mercoledì 8 Settembre 2021, 07:12 - Ultimo aggiornamento: 07:13

Piano in più mosse per riformare il trasporto pubblico locale. «Un sistema - ha spiegato Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili - che ha dei problemi molto gravi, soprattutto in alcune regioni e città e che va cambiato in profondità». Ed è proprio per questo che è stato messo a punto un corposo documento, 46 pagine, con le linee guida per disegnare il futuro del Tpl, correggere le attuali storture, garantire a milioni di passeggeri che ogni giorno utilizzano metro, bus e treni dei servizi migliori. Elaborato dalla commissione presieduta dal professor Bernardo Mattarella lo studio è stato inviato ieri ai presidenti delle commissioni Trasporti di Camera e Senato per contribuire a sviluppare il dibattito e a varare, si spera rapidamente, i correttivi suggeriti. A partire da un meccanismo con premi e penalità per spingere i gestori ad essere efficienti.

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La discussione 

Le direzioni di marcia sono tracciate in maniera chiara. Serve innanzitutto più competizione. «Occorre superare - si legge nel rapporto - il regime di proroga di vecchi affidamenti e introdurre concorrenza dove può esservene, limitando i diritti esclusivi e tenendo conto dei nuovi servizi di mobilità».

Insomma, il mercato va aperto, allargato. Ma come? Va incentivata, ad esempio, l'aggregazione tra gli operatori. Migliorando la digitalizzazione e i sistemi di pagamenti. Con una cura massiccia a base di innovazione e tecnologie innovative. L'estensione dei biglietti elettronici su tutto il territorio servirebbe a monitorare meglio la domanda di trasporto.

Ma anche le regole del Tpl vanno in qualche misura uniformate, superando i vari regimi che cambiano da Regione a Regione, le storture burocratiche.
Al momento - e la Commissione non tocca il tema - non è in vista l'obbligo del green pass su autobus e metropolitane. Ci sarà, varie le ipotesi in campo, il potenziamento dei servizi, lo sfasamento degli orari, l'aumento dei controlli a terra per ridurre l'affollamento prima di salire sui mezzi. Sempre che gli enti locali riescano a far fronte rapidamente all'emergenza.

Il tema

L'obiettivo finale, è scritto nero su bianco dalla Commissione Mattarella, è la tutela dell'utenza che «deve essere parte integrante del processo di regolazione». In maniera tale che i risultati conseguiti in termini di qualità del servizio «influenzino gli incentivi dei gestori a mantenerla».

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E' evidente che oltre al fronte organizzativo, di competenza esclusiva degli enti locali, sono necessari anche flussi importanti di soldi pubblici. E «il Pnrr - ha sottolineato proprio Giovannini - destina oltre 3 miliardi per il rinnovo di 3 mila autobus in senso ecologico».
Risorse rilevanti, ma ancora non sufficienti vista la necessità di svecchiare un obsoleto parco automezzi e innescare la rivoluzione green. Da qui il suggerimento a predisporre rapidamente infrastrutture dedicate alla mobilità elettrica. Non solo sono necessarie stazioni di ricarica dedicate ai capolinea e nei depositi di bus, ma anche uno sviluppo dell'offerta di generazione coerente con questo significativo aumento della domanda. Servizi migliori, digitalizzazione, nuovi mezzi sono innovazioni costose. «È inevitabile, si legge a pagina 5 del rapporto, prevedere un incremento del finanziamento pubblico e, in particolare, del Fondo nazionale trasporti, che copre attualmente circa il quaranta per cento della spesa complessiva.

La ripartizione 

Anche qui il problema principale riguarda le modalità di ripartizione del Fondo. Sarebbe opportuno abbandonare, è il ragionamento, il criterio della spesa storica e puntare ad «introdurre incentivi all'innovazione e all'efficienza della spesa. La Commissione scende nei dettagli. Bisogna «confermare le contribuzioni storicamente assegnate alle singole regioni, solo una volta depurate dalle inefficienze, e effettuare la progressiva perequazione per la standardizzazione dei livelli di servizio utilizzando le risorse aggiuntive di parte corrente e in conto capitale «conseguenti a un programma organico e strutturale di sviluppo del settore». Poi il nuovo meccanismo per dare la svolta. Bisogna evitare che l'assegnazione definitiva dei contributi statali storici possa indurre a «non intervenire per rendere più efficienti i servizi di trasporto pubblico locale forniti». E prevedere, contestualmente, procedure uniformi sul territorio nazionale, di premialità/penalità applicate dallo Stato alle singole regioni e da queste ai singoli enti locali. Insomma, chi è più efficiente va premiato, chi non lo è deve mettersi al passo.

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