Firme false M5S, chiesta la condanna dei 14 imputati

Firme false M5S, chiesta la condanna dei 14 imputati
Firme false M5S, chiesta la condanna dei 14 imputati
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Martedì 29 Ottobre 2019, 14:16 - Ultimo aggiornamento: 17:38

Arriva la richiesta di condanna nell'inchiesta sulle firme false M5S. La procura di Palermo ha chiesto la condanna a pene comprese tra un anno e 6 mesi e 2 anni e 3 mesi dei 14 tra attivisti e ex deputati regionali e nazionali dei 5 Stelle e di un cancelliere del tribunale per la vicenda delle firme false presentate nel 2012 a sostegno della lista del Movimento per le comunali. Sono accusati a vario titolo di falso e violazione della legge regionale del '60 sulle consultazioni elettorali.

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La pena più alta, 2 anni e 3 mesi, è stata chiesta per il cancelliere Giovanni Scarpello e l'avvocato Francesco Menallo, mentre un anno e sei mesi, pena più lieve, è stata invocata per l'ex deputata regionale Claudia La Rocca che ha collaborato con gli inquirenti. Per tutti gli altri imputati è stata chiesta la condanna a due anni. I reati contestati si prescrivono tutti a febbraio. Secondo la procura, nella notte del 3 aprile 2012, al comitato del Movimento furono ricopiate migliaia di firme per provare a rimediare a un banale errore relativo al luogo di nascita di un sottoscrittore. Accortisi dello sbaglio, temendo di non riuscire a presentare in tempo la lista del Movimento per le Comunali, dovendo recuperare le sottoscrizioni una a una, si sarebbe provveduto a ricopiarle.

Le firme false sarebbero state autenticate dal cancelliere Scarpello. L'indagine coinvolse a vario titolo l'ex deputato nazionale Riccardo Nuti, allora candidato sindaco di Palermo, Giulia Di Vita e Claudia Mannino, ex parlamentari nazionali. Coinvolti anche i deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, che però hanno ammesso le loro responsabilità e accusato i «colleghi». Ciaccio, però, come ha sottolineato il pm nella requisitoria, non ha ripetuto in aula le accuse. Secondo la ricostruzione della Procura, Riccardo Nuti, candidato sindaco, e un gruppo ristretto di attivisti a lui vicini - Samantha Busalacchi, Claudia Mannino e Giulia Di Vita - avrebbero pensato a un rimedio: correggere il vizio di forma e, vista l'impossibilità di ricominciare la raccolta e raggiungere il numero delle firme necessarie, ricopiare dalle originali quelle già in loro possesso. In una notte convulsa sarebbero state falsificate migliaia di sottoscrizioni. Gli altri imputati sono: Giuseppe Ippolito, Stefano Paradiso, Toni Ferrara, Alice Pantaleone, Riccardo Ricciardi, Pietro Salvino.

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