Zingaretti detta la linea: «Subito modifica del Dl Sicurezza». Sì di Conte (che frena sul Mes)

Zingaretti ora detta l'agenda: «Via i decreti Sicurezza e sì al Mes, nuova legge elettorale e stop bicameralismo perfetto»
Zingaretti ora detta l'agenda: «Via i decreti Sicurezza e sì al Mes, nuova legge elettorale e stop bicameralismo perfetto»
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Martedì 22 Settembre 2020, 17:17 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 05:37

Via i decreti Sicurezza firmati Salvini e porte aperte al Mes. Sì alle modifiche dei decreti sicurezza, «ni» al Mes, no al rimpasto. Nel day after del voto su Regionali e referendum a parlare è Giuseppe Conte. E il premier appare subito consapevole del fatto che il voto è una medaglia a due facce: da un lato lo rafforza, dal'altro gli affida la non facile mission di districarsi tra il pressing del Pd e un M5S ai limiti dell'implosione. «Non ero in bilico ieri, non sono inamovibile oggi», predica calma il presidente del Consiglio.

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Conte e Zingaretti, il tema del Mes

Rinviando, ancora una volta, il «nodo dei nodi»: il Mes. «Il sì o il no al fondo è una questione pregiudiziale su cui non mi pronuncio. Se e quando si porrà il problema lo affronteremo con il Parlamento in trasparenza», spiega il capo del governo. Le sue parole arrivano in un pomeriggio in cui, in una manciata di minuti, si alternano le dichiarazioni alla stampa di Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti, Alessandro Di Battista e Roberto Fico. Del resto, se l'esito dell'Election Day ha scongiurato l'ipotesi della spallata del centrodestra non ha, di certo, rassenerato il cielo sopra Palazzo Chigi. Il Pd ora vuole dettare la linea. Iv non si tirerà certo indietro. E il M5S, alle prese con la tempestosa preparazione del congresso, corre sul filo della scissione. «Gli amici del M5S non credo che si aspettassero brillanti risultati alle Regionali ma hanno motivo di che consolarsi con il referendum», è la carezza che, non a caso, Conte affida ai pentastellati.

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Zingaretti: Dl sicurezza nel primo cdm utile

Poco prima del premier a parlare è Zingaretti. «Al primo Cdm utile sui dl sicurezza si può procedere, nel governo va aperta una fase nuova», è la linea del segretario Pd. Che ricorda come, dopo le Regionali, le forze del governo siano al 48,7% e quelle del centrodestra al 46,5%. È un fiume in piena, Zingaretti. Chiede «più gioco di squadra» nell'elezione del successore del presidente Mattarella, chiede di andare avanti con la legge elettorale e lancia un testo di legge per il superamento del bicameralismo perfetto. Ma sul rimpasto il segretario Pd non forza. «Non rivendico un posto al governo e il Pd non pone il tema rimapasto, è una valutazione che spetta a Conte», spiega ZIngaretti. I due sembrano giocare di sponda. Conte, pochi minuti dopo, si dice «soddisfatto» della squdra di governo e chiude a modifiche. «Non sento l'esigenza di un rimpasto e il Pd non pone il tema», sottolinea il capo del governo. Eppure l'idea del rimpasto circola nei corridoi del governo e delle sedi di partito come non mai. In tanti lo vorrebbero, sebbene il momento non sia idoneo. 

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E Matteo Renzi, che rivendica i risultati di Iv, si spinge al placet a Zingaretti nel ruolo di vicepremier: «se lo vuole, assolutamente sì».
E il Mes? Qui il gioco di specchi tra il premier e Zingaretti vira su Roberto Speranza e il suo piano della sanità. Il secondo lo cita, facendo intendere che serviranno anche i soldi del Mes. Il primo sottolinea che, prima di parlare di Mes, bisognerà elebarare il piano. Parole alle quali Speranza risponde: «i piani della Sanità con i fondi Ue sono pronti da tempo». Toccherà vedere quali fondi, tra quelli del Recovery e quelli più immediati del Mes, il governo alla fine utilizzerà. Il premier, per ora, vuole concentrarsi solo sul recovery Plan. Attende, domani, la proposta della commissione Ue sul superamento del sistema di Dublino. E annuncia un piano rimpatri (con la collaborazione della Tunisia) «più efficace ed efficiente». 

 

Elezioni, Zingaretti e Di Maio vice: il nuovo incubo di Conte

"Conte non commenta i risultati", fanno sapere da palazzo Chigi. Anche perché dopo aver evitato per settimane di infilare la testa dentro la tagliola delle urne, il presidente del Consiglio aspetta di capire come Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio intendano spendere il "capitale" raccolto nelle urne.


Governo, M5S esplode

Nel frattempo nel M5S è tutti contro tutti.Fico non nasconde la sconfitta, Di Battista quasi la cavalca in chiave congressuale. Di Maio preferisce tuffarsi subito nella battaglia dei ballottaggi, dove il M5S c'è, a partire da Pomigliano D'Arco. Una battaglia che per Di Maio è il preambolo dell'alleanza con il Pd alle Comunali del 2021. «Dobbiamo fare un tavolo per mettere insieme le forze di coalizione», spiega il ministro degli Esteri assicurando gli alleati che, sulle riforme il M5S manterrà la parola. Un Movimento che, sulla legge elettorale, punta più che mai al proporzionale.
 
 

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