Toscana e Puglia al centrosinistra, Zingaretti ora pensa già al rimpasto di governo

La Toscana sembra resistere, il Pd spera: Zingaretti ora pensa al rimpasto di governo
La Toscana sembra resistere, il Pd spera: Zingaretti ora pensa al rimpasto di governo
di Alberto Gentili
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Lunedì 21 Settembre 2020, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 20:12

Nel quartier generale del Pd al Nazareno hanno accolto i primi exit poll con un respiro di sollievo. La clamorosa sconfitta è stata evitata. In Toscana, la regione simbolo di questa partita elettorale, come fu l'Emilia Romagna l'anno scorso, il candidato dem Eugenio Giani batte con ampio margine la candidata leghista Susanna Ceccardi. Insomma, la Regione rossa resta...rossa. Un ottimo risultato per il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che evita così il temuto smottamento del partito. Con richieste di dimissioni, congresso ravvicinato e scalata immediata alla segreteria del governatore emiliano Stefano Bonaccini.
 

Elezioni regionali 2020, seggi chiusi. exit poll Rai: centrosinistra avanti di poco in Toscana. Puglia in bilico. Referendum, il sì al 60-64%

Centrosinistra avanti in (Giani al 43,5%-47,5% Ceccardi 40-44%), in bilico (Emiliano 39-43%, Fitto 39-43%).

Sì in netto vantaggio al referendum sul taglio dei parlamentari: 60-64%. Questi i risultati degli Exit Poll della Rai a seggi appena chiusi. Niente partita in Veneto in base ai sondaggi istantanei: Zaia 70-74%, Lorenzoni 16-20%.


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Un'altra Regione rossa, ma con un peso specifico e simbolico inferiore come le Marche, passa al centrodestra. Ma anche la Puglia tiene: Michele Emiliano, nonostante il "fuoco amico" dei 5Stelle e di Italia Viva che hanno presentato loro candidati, sconfigge Raffaele Fitto. La Campania, come da previsioni, resta saldamente nelle mani del dem anomalo Enzo De Luca. 

Insomma, un pareggio. Tre a tre. Toscana, Puglia e Campania al centrosinistra che rispetto alle scorse elezioni perde solo le Marche. Veneto, Ligurie e appunto Marche al centrodestra che guadagna una Regione nel computo di 5 anni fa.

Il Pd può andare alla resa dei conti con i 5Stelle che, Liguria a parte, hanno condotto la campagna elettorale delle regionali da nemici e non da alleati. Il primo fronte di scontro sarà l'adesione al Fondo salva Stati (Mes): Zingaretti ha deciso di non lasciare più spazio alle titubanze dei grillini. «Il Mes serve e si prenderanno i 36 miliardi per riformare il sistema sanitario nazionale», è la parola d'ordine del segretario del Pd.

Il secondo fronte, che allarma il premier Giuseppe Conte e i 5Stelle Luigi Di Maio, è quello del "tagliando di governo". Traduzione: il rimpasto, con l'ingresso di nuovi ministri dem, compresa l'ipotesi di Zingaretti vicepremier con il ruolo di ministro dell'Interno. Incarico che non sarebbe incompatibile (come insegna il precedente di Bassolino, governatore campano e ministro) con il ruolo di presidente del Lazio. Ma su questo punto il segretario dem ancora "riflette". 

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