Predappio, vince la destra nel paese natale di Mussolini: mai successo dal Dopoguerra

Predappio, vince la destra nel paese natale di Mussolini: mai successo dal dopoguerra
Predappio, vince la destra nel paese natale di Mussolini: mai successo dal dopoguerra
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 27 Maggio 2019, 20:16 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 12:04

La destra vince anche a Predappio, la cittadina a 15 chilometri di Forlì dove è nato e dove è sepolto Benito Mussolini. Non era mai successo, dal Dopoguerra, che il sindaco non fosse espressione della sinistra, quasi sempre del Pci o del Pd. «In un'occasione - racconta il sindaco uscente, il dem Giorgio Frassineti che ha terminato due mandati e quindi non era in corsa - abbiamo avuto un sindaco socialista. In realtà la sinistra non è  più maggioranza da una decina di anni, ma io ero sempre riuscito a vincere». Il primo sindaco di centrodestra, largamente in vantaggio sul suo avversario con 2.100 voti rispetto ai 1.350 dell'avversario, è un imprenditore di 54 anni, Roberto Canali.

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Di Predappio, che in realtà è una cittadina molto bella nelle altrettanto belle colline forlivesi famosa anche per la buona tavola e il buon vino, si parla spesso per i negozi di articoli nostalgici, per le adunate al cimitero dove c'è la tomba di Mussolini in occasione di qualche ricorrenza, ma anche per il progetto che Frassineti ha portato avanti di realizzare nell'ex casa del Fascio un museo dedicato al fascismo o, più correttamente, un «Centro di Documentazione e Ricerca, di valenza internazionale, sul tema del totalitarismo nel ‘900, con un’ampia Esposizione Permanente dedicata a “L’Italia totalitaria. Stato e Società in epoca fascista”».

Ha spiegato Canali, neo sindaco di Predappio: «Io non sono un nostalgico del fascismo. Per quanto riguarda le celebrazioni che si tengono ogni anno per la morte di Mussolini, vanno affrontate con una certa lucidità, bisogna fare buon viso a cattivo gioco, sono commemorazioni molto fuori dal tempo, secondo me, e negli anni 2000 stavano
scomparendo, finché l'amministrazione non iniziò a dire che non voleva qui persone che celebrassero Mussolini e, facendo così, li ha incentivati a venire, alimentando il folklore. Era meglio, invece, ignorarlo e non dargli importanza. La commemorazione ci può essere ma nel rispetto della Costituzione».

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