Draghi media ma se M5S lascerà l'Aula ddl Senato lui salirà al Quirinale da Mattarella

A Palazzo Chigi ottimismo sulla tenuta del governo ma in caso di strappo il confronto con Mattarella è inevitabile

Draghi media ma se M5S lascerà l'Aula ddl Senato lui salirà al Quirinale da Mattarella
di Francesco Malfetano
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Lunedì 11 Luglio 2022, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 09:43

Il mandato con cui Mario Draghi si presenta all’inizio di una settimana che si annuncia esplosiva è chiaro: bisogna trovare una soluzione per tenere in piedi la maggioranza attuale. E se alla Camera il premier si accontenterà della fiducia al governo e del “non voto” cinquestelle sul testo del Dl Aiuti, al Senato la situazione appare molto più esplosiva. 
Per questo già domani, al tavolo convocato con i sindacati, si proverà ad offrire a Giuseppe Conte una qualche apertura su salario minimo o cuneo fiscale. Cioè due delle richieste messe nero su bianco nel documento consegnato a Draghi. Per le altre poi si vedrà, ma alcune ora paiono irricevibili (come il no a nuove estrazioni di gas o il cashback fiscale). Intanto anche Matteo Salvini alza la tensione. «Dentro o fuori? Noi da oggi voteremo solo ciò che serve all’Italia e agli italiani» ha annunciato ieri sera in un comizio nel bresciano.
L’ottimismo però è ancora il sentimento prevalente ai vertici del governo, convinti che la “mini crisi” rientrerà, magari con un voto positivo al Senato seppur con la messa a verbale della contrarietà sui contenuti. Tuttavia è impossibile dirsi sicuri ora che una soluzione venga trovata. 


IL SENATO


E allora cosa farà il premier se, come ripetono da giorni in tutte le salse i big pentastellati, giovedì il M5S dovesse finire per abbandonare l’Aula al momento della chiama? Formalmente i grillini non avrebbero votato “no” e la fiducia ci sarebbe lo stesso. Palazzo Chigi non commenta l’ipotesi. «Non c’è una posizione» si limitano a spiegare. Ma l’idea che circola tra chi lavora alla mediazione è che lo strappo potrebbe essere percepito come troppo grave. Il «patto con Mattarella» che ha portato Draghi all’esecutivo è stato concepito su uno «schema definito». Un equilibrio, «talvolta precario», che però è l’unico accettabile. Anche perché è il solo bilanciamento capace di garantire una simmetria tra le richieste dei partiti. Del resto il premier è stato chiaro: «Il governo non si fa senza il M5S». 
In altri termini, lo scenario in cui i grillini si sottraggono dal voto in Senato, potrebbe spingere Draghi a salire al Quirinale. E anche se c’è chi è disposto a giurare che a quel punto Mattarella proverà a convincere il premier a restare, sono in pochissimi a credere che si arriverà alla fine della settimana con un Draghi “bis”. 

 

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