Governo, via libera al Recovery Plan: Iv si astiene. Scontro sul Mes, Conte in bilico

Governo, scontro in Cdm: ministre Iv astenute, Conte: «Il Mes? Non si specula sui morti»
Governo, scontro in Cdm: ministre Iv astenute, Conte: «Il Mes? Non si specula sui morti»
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Martedì 12 Gennaio 2021, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 01:16

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera in tarda serata al Recovery plan. C'è stato il sì unanime, viene riferito, di tutti i ministri, tranne le due ministre Iv Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Il Mes non ha «nulla a che vedere con il programma Next Generation Eu» e anche se si decidesse di attivare il Mes, «non avremmo a disposizione risorse per investimenti aggiuntivi» rispetto a quelli già programmati perché altrimenti avremmo un deficit che aumenterebbe in modo corrispondente. Lo avrebbe detto il ministro Roberto Gualtieri, a quanto si apprende da fonti di governo, in Cdm replicando a Iv. Sarebbero intervenuti anche i Dem Francesco Boccia ed Enzo Amendola per chiarire che il Mes non c'entra col Recovery e quindi non c'è ragione per astenersi.

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Prodi si schiera contro il leader di Iv pronto ad aprire la crisi, parlando a Di Martedì su La7. Una crisi «inconcepibile dal punto di vista razionale», dice l'ex presidente del Consiglio. «Renzi ha la sicurezza che non si andrà ad elezioni e che alla fine qualcosa la ottiene. Questo è il suo punto di vista e io credo che abbia fatto bene Conte a dire che se poi rompe, rompe... Non si può poi riprendere». 

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Scontro in Cdm

Il premier Giuseppe Conte, quando Iv nel Cdm sul Recovery ha chiesto il Mes, ha invitato a considerare che «il Mes non è ricompreso nel Next Generation e quindi non è questa la sede per affrontare una discussione sul punto». Lo si apprende da fonti di governo. Il premier ha inoltre «invitato a non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l'attivazione del Mes», con «un accostamento che - avrebbe detto - offende la ragione e anche l'etica. Se fosse un problema di finanziamenti - la domanda - come mai allora la Germania pur investendo il doppio sulla sanità di noi si ritrova adesso con il doppio dei morti giornalieri?».

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La posizione di Palazzo Chigi

«Se Matteo Renzi ritira i ministri è impossibile un nuovo governo con Italia Viva». A metà mattinata, in quello che si presentava come il D-Day di questa infinita pre-crisi di governo, Palazzo Chigi apre l'ultimo atto del duello tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Un duello che, nel corso della giornata si infarcisce di «botta e risposta» tra M5S, Pd e Iv, di riunioni politiche, minacce e contro-minacce. Con il leader di Iv che non accenna al passo indietro. «Conte è convinto di avere i numeri, se è così saremo all'opposizione», attacca Renzi tentando di smascherare, una volta ancora, l'operazione «responsabili». 

«Ci sono delle forze che vogliono contribuire nel segno di un rapporto con l'Europa e penso che al momento opportuno queste forze possano palesarsi». Lo ha detto Goffredo Bettini del Pd, nella trasmissione di Rete 4 Stasera Italia, rispondendo a Barbara Palombelli che chiedeva, qualora Italia Viva ritirasse la sua delegazione, se esistesse la possibilità di un sostegno di Forza Italia per dare continuità all'opera di questo governo.

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Cdm sul Recovery Plan

Renzi ribadisce che la via principale resta il ritiro dei «suoi» ministri. Il Consiglio dei ministri previsto in serata, nel frattempo, è chiamato ad approvare il Recovery Plan. Salvo colpi di scena Teresa Bellanova e Elena Bonetti non annunceranno le loro dimissioni al tavolo del Cdm. 

A Consiglio dei ministri in corso Renzi a Carta Bianca dichiara: «In Consiglio dei ministri chiederemo il Mes: se diranno sì al Mes, votiamo a favore, se diranno no, ci asteniamo».

«Dopo il Cdm convocheremo le parti sociali e verrà affrontato il tema della governance», spiega il titolare del Mef Roberto Gualtieri. Il tema è che il piano è avvolto nella nebbia della crisi. E il fatto che, a Cdm in corso, Renzi scelga ancora una volta di andare in tv non contribuisce a rasserenare gli animi. La posizione fatta filtrare a metà mattinata da Palazzo Chigi mostra come il premier, ormai, sia pronto alla conta ed è seguita da una serrata dei ranghi di quasi tutto il M5S, con sfumature invero diverse. «La crisi ora è inspiegabile», avverte Luigi Di Maio «aprendo» la giornata. «Il ritiro dei ministri sarebbe un tradimento agli italiani. Se avviene, con Iv non ci potrà essere un nuovo governo», sottolinea il capo politico M5S Vito Crimi poco prima della mossa di Palazzo Chigi. 

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Zingaretti all'opera

Di lì in poi tutti i ministri pentastellati sostengono la posizione del premier, da Alfonso Bonafede a Vincenzo Spadafora fino a Stefano Patuanelli. «Non si sfidi la pazienza degli italiani», è il loro mantra, al quale si unisce anche Leu. Parallelamente anche il segretario Pd Nicola Zingaretti interviene per scongiurare il baratro di una crisi potenzialmente al buio. «Provocarla sarebbe un grave errore politico», avverte il governatore del Lazio. Ma per Renzi, ora, fermarsi non è facile. Mes, fondi all'agricoltura, riscrittura del programma: Iv non abiura alle sue richieste e annuncia, per domani, una conferenza stampa. Sarà Renzi a parlare e potrebbe concretizzare la rottura. «Una mediazione in extremis? Va chiesta a Conte», spiega, sibillino, l'ex premier. 

 

Sale il nervosismo

Il nervosismo dei partiti, intanto, sale. I parlamentari M5S si vedono in una nuova congiunta mentre al Nazareno si riunisce il «gabinetto di guerra» composto da Zingaretti, il suo vice Andrea Orlando, il capodelegazione Dario Franceschini (che poco dopo pranzo vede anche Conte a Palazzo Chigi) e i due capigruppo. «Confermiamo la nostra contrarietà ad una crisi, questa maggioranza può dare risposte per il rilancio del Paese», sottolinea il Pd che, nei confronti di Renzi, è tuttavia meno tranchant sia di Conte sia del M5S. «Se P.Chigi e M5S dicono mai più con Renzi se fa cadere il governo, io dico che in politica non si può mai dire mai...», sottolinea Orlando, certificando l'idiosincrasia del Nazareno per i Responsabili. 

Si poteva scrivere un nuovo patto di legislatura e rafforzare il governo, «la crisi è incomprensibile», una mossa solo «politicista». Lo ha detto Goffredo Bettini a 'Stasera Italia'. Il dirigente Pd afferma: «La questione di un adeguamento del governo l'abbiamo posta per primi noi. Non si sta insieme solo per dire no alla destra». Si poteva trovare un accordo, «potevamo tranquillamente fare tutto questo insieme alla maggioranza che attualmente governa il paese. La crisi è incomprensibile, non ha nessun fondamento reale. E' soltanto una scelta politica o, in questo caso, politicista. Che può portare un'avventura pericolosa per l'Italia». Ha concluso Bettini: «Renzi si assumerebbe una responsabilità veramente grave, che pagherà molto pesantemente nel suo futuro politico».

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Prossime ore decisive

Le prossime ore saranno decisive. Solo una trattativa in zona Cesarini potrà evitare la crisi e la conta in Aula. Ma sulle dimissioni per poi dar vita a un Conte-ter il premier resta scettico. E, nel frattempo, si mostra tranquillo. Concedendosi persino una passeggiata con tanto di selfie e chiacchierata con un'infermiera vaccinata contro il Covid nella via del Corso che ospita i primi saldi. Intanto l'opposizione sembra godersi quasi con discrezione l'ultima battaglia tra Conte e Renzi. Con Giancarlo Giorgetti che rimarca l'azzardo dell'operazione responsabili: «servirebbe un nuovo gruppo costituito in Parlamento a sostegno del governo», osserva il leghista.

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