Le scuse di papà Di Maio con regìa della Casaleggio: ora stretta sul lavoro nero

Le scuse di papà Di Maio con regìa della Casaleggio: ora stretta sul lavoro nero
di Simone Canettieri
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Martedì 4 Dicembre 2018, 07:27 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 08:04

Il sottopancia usato all'inizio del video - Antonio Di Maio, papà di Luigi Di Maio - è quello standard usato dalla Casaleggio associati per la comunicazione del M5S (scritta bianca e gialla). Solo che questa volta non ci sono da spiegare il reddito di cittadinanza o lo spazzacorrotti, bensì l'affaire di Mariglianella scoperto dalle Iene. I manufatti abusivi, i lavoratori in nero, le accuse di elusione fraudolenta.

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Poco prima di pranzo il geometra Di Maio rompe il silenzio. E lo fa con un video di 5 minuti e 23 secondi girato all'interno di quello che potrebbe essere il suo ufficio (alle sue spalle si vedono un fax, una lavagna con i post-it, due calcolatrici). Premette di essere emozionato. «Io ho commesso degli errori - dice Di Maio senior - delle leggerezze di cui mi prendo tutte le responsabilità e sono pronto a rispondere dei miei errori, ma dovete lasciar stare la mia famiglia». Sulle accuse di aver fatto lavorare gli operai senza contratto, il padre del vicepremier del M5S si giustifica con il fatto che «essere un piccolo imprenditore non è facile soprattutto quando le commesse non vengono pagate, c'è crisi, e a volte si ha paura di non andare avanti. Ho sbagliato a prendere lavoratori in nero, per carità, ma l'ho fatto perché in quel momento non trovavo altra soluzione a una situazione difficile».

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LA DIFESA
Antonio Di Maio è sicuro che «molti padri mi capiscono» e ribadisce che «Luigi non c'entra niente». E che il figlio a volte «mi ha dato una mano in azienda, come fanno tanti figli con i padri e ci sono tutti i documenti che lo provano, lui li ha già pubblicati». Anche se mancano i contratti dei lavoretti estivi da manovale, come raccontato dal leader M5S proprio alle Iene. Sul blitz dei vigili a Mariglianella dice ancora Di Maio senior - «un trattamento che si riserva a un pericoloso criminale» - ammette che nel cortile «avevo lasciato qualche mattone e dei sacchi con materiale edile», ma non pensava che stesse commettendo reati. Sulla parte ancora tutta da spiegare riguardo i cambi societari dell'azienda di famiglia continua: «Non esiste nessuna elusione fraudolenta. Nel 2006 ho deciso di chiudere la mia azienda per debiti tributari e previdenziali che non ero in grado di pagare». E dunque, dice ancora, di aver «sottratto i miei beni alla garanzia dei creditori, tanto è vero che, 4 anni dopo, nel 2010, Equitalia Polis Spa agente della riscossione per la provincia di Napoli iscrive ipoteca legale su due terreni e un fabbricato di mia proprietà a Mariglianella». Successivamente mia moglie ha avviato una nuova attività di impresa, continua, che ha pagato regolarmente le tasse quindi non c'è stato nessun intento elusivo». Anche se dalle testimonianze raccolte dalla Iene è sempre stato il geometra a condurre le attività dell'azienda anche quando non risultava più. Alla fine del video Di Maio si toglie gli occhiali sguardo fisso in telecamera: «Da padre, posso solo incoraggiarlo ad andare avanti, ma non perché è mio figlio, ma perché credo che stia facendo il bene di questo Paese, contro tutto e contro tutti».

Come anticipato da Il Messaggero questa exit strategy era nell'aria da giovedì, con gli uomini della Casaleggio avvistati a Pomigliano. Intanto, gli uffici comunali di Mariglianella hanno dato avvio al procedimento per giungere ad un'ordinanza di demolizione dei quattro manufatti ritenuti abusivi e sequestrati. Nel M5S nessuno commenta il video. Però il Movimento rilancia: in manovra spunta un emendamento che aumenta le sanzioni per le violazioni in materia di lavoro che potenzia gli organici dell'Ispettorato nazionale del lavoro.
L'ex premier del Pd Matteo Renzi attacca: «Di Maio spieghi perché ha fatto da prestanome al padre - dice il senatore dem - ma almeno può contare sulla solidarietà dei suoi colleghi 5S. A me invece la solidarietà è arrivata dalla nostra gente, non dal gruppo dirigente del Pd». Caustica Giorgia Meloni: «Le colpe dei padri non dovranno ricadere sui figli, ma almeno Antonio prenderà, da nullatenente, il reddito di cittadinanza».

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