Di Battista va in Iran, il viaggio che imbarazza i grillini e spiazza il ministro Di Maio

Di Battista va in Iran, il viaggio che imbarazza i grillini e spiazza il ministro Di Maio
Di Battista va in Iran, il viaggio che imbarazza i grillini e spiazza il ministro Di Maio
di Mario Ajello
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Domenica 5 Gennaio 2020, 12:40 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 08:55

«Dibba vuole andare in Iran? Vada pure, tanto ormai preferisce fare il turista per caso che fare politica». Un po' imbarazza i 5 stelle la trovata di Di Battista, che è in partenza per Teheran ed è tutto contento perché è il momento in cui lo si nota di più, e un po' fanno spallucce i suoi compagni di movimenti, perché non lo considerano più uno dei loro.

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Il viaggio in Iran del Dibba, per fantomatici reportage sul tipo non indimenticabile di quelli che vergò dalle amache sudamericane in compagnia della fidanzata Sarah e del figliolo Andrea, era stato deciso da tempo ma mai come adesso fa comodo alla visibilità del personaggio: «Mi farò sentire anche da lì», promette. E per Di Maio la promessa è una minaccia. Avere per M5S, che cerca una sua presentabilità internazionale e detiene la guida della Farnesina un Dibba laggiù non è il massimo e tantomeno lo è il fatto, imbarazzante, di essere sempre stata una forza politica tutt'altro che antipatizzante verso il regime di Teheran. Sui social, il mondo grillino è quello più indignato di tutti contro l'attacco di Trump e l'anti-americanismo dilaga.

L'ANIMA
Del resto l'anima del movimento parteggia per Teheran. E non da adesso. Se rivolti dall'altra parte del mondo apprezzano Chavez e poi Maduro, rivolti da questa parte trovano la stella brillante dell'Iran. Di cui anche per motivi familiari Beppe Grillo - sua moglie è iraniana, e si chiama Parvin Tadjik - è entusiasta. «Un giorno - ha detto Grillo in una intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronot - ho visto impiccare una persona a Teheran. Ero lì. Mi sono chiesto: cos'è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte: hanno messo uno a dieta, prima d'ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: che cos'è più barbaro?». E il suocero è una delle fonti geopolitiche di Grillo: «Mi spiega sempre un sacco di cose su quel mondo. E quando parlava Bin Laden e sembrava dire cose terribili, mio suocero mi spiegava che le traduzioni erano sbagliate». Dunque Osama, che comunque con l'Iran non c'entra, non sarebbe stato un cattivone.

Ed è forte la corrente iraniana in M5S. C'è il Dibba che l'uccisione del super-generale Soleimani la vede così: «Un attacco vigliacco quello di Trump e anche pericoloso e stupido». E almeno sull'Iran il suo ex amico Di Maio, ministro degli Esteri, è sempre stato più o meno sulla stessa linea e a novembre ha detto alla Camera: «L'Italia vuole mantenere il dialogo con l'Iran».

Il vice ministro degli Esteri, Manlio, Di Stefano vanta a sua volta buoni rapporti con Teheran. Ed è stato elogiato dalla stampa iraniana per l'atteggiamento di «concordia» mostrato nei suoi contatti con l'ambasciatore a Roma, Hamid Bayat, nello scorso novembre. E alla Camera i 5 stelle hanno organizzato un convegno invitando sue esperti di iraniani di un centro studi noto per aver promosso conferenze negazioniste dell'Olocausto. E ancora: la Dda di Napoli ha indagato sugli incontri di Angelo Tofalo, da sottosegretario grillino alla Difesa, con una coppia di coniugi arrestata con l'accusa di aver trafficato armi con la Libia e con l'Iran. Il sottosegretario si discolpò, presentandosi in Procura nel 2017. E querelò Renzi che in tivvù aveva detto: «L'esperto di sicurezza di M5S è andato a trattare con la parte sbagliata».

BASTA IL RISPETTO
Naturalmente non c'è niente di male ad interessarsi, e a intrecciare rapporti con l'Iran: figuriamoci, è un grande Paese, assai interessante e stratgico. L'importante è che l'attrazione legittima per questa nazione di antica cultura non sia dovuta a pregiudizi ideologici anti-occidentali e sia la coperta sotto cui nascondere e da cui fare filtrare il più vetusto anti-americanismo cresciuto nella cultura di sinistra e continuato a lievitare in quella grillesca che le è parente.

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