Ddl concorrenza approvato, Draghi: «Scelta la via efficace della trasparenza». Dalla telefonia all'Rc auto: tutte le novità. Rabbia dei taxi: pronti allo sciopero

Tutti i cambiamenti all'esame del Cdm

Ddl concorrenza, dalla telefonia all'Rc auto: tutte le novità
Ddl concorrenza, dalla telefonia all'Rc auto: tutte le novità
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Giovedì 4 Novembre 2021, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 03:32

Telefonia, notai, spiagge: il disegno di legge concorrenza (ddl concorrenza) approvato nel Cdm nel pomeriggio tocca molti temi per favorire l'ingresso nel mercato. La legge, di 32 articoli, reca disposizioni per la tutela della concorrenza con la finalità di: a) promuovere lo sviluppo della concorrenza, anche al fine di garantire l'accesso ai mercati di imprese di minori dimensioni, tenendo in adeguata considerazione gli obiettivi di politica sociale connessi alla tutela dell'occupazione, nel quadro dei principi dell'Unione europea, nonché di contribuire al rafforzamento della giustizia sociale, di migliorare la qualità e l'efficienza dei servizi pubblici e di potenziare la tutela dell'ambiente e il diritto alla salute dei cittadini; b) rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo e amministrativo, all'apertura dei mercati; c) garantire la tutela dei consumatori. 

Draghi: «Scelta la via della trasparenza»

«I governi hanno preso due strade sul fronte della concorrenza. Alcuni hanno provato a passare delle misure molto ambiziose senza però cercare il consenso politico. Il risultato è stato che in larga parte questi provvedimenti non sono stati attuati, anche per l’opposizione di tanti gruppi d’interesse. Altri governi hanno ignorato la questione. Questo governo intraprende una terza strada, che crediamo più efficace. Avviamo un’operazione di trasparenza, e mappiamo tutte le concessioni in essere, come quelle relative alle spiagge, alle acque minerali e termali, alle frequenze». Così il presidente del Consiglio Mario Draghi ha aperto il Consiglio dei ministri che ha approvato il Ddl Concorrenza.

«Il provvedimento di oggi contiene poi molte misure utili, in un ampio raggio di settori. Adempiamo a tutti gli obblighi che avevamo assunto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - continua il premier -. La tutela della concorrenza non si ferma comunque a questo disegno di legge. È un obiettivo trasversale a tutta la politica economica del Governo. Ne sono esempi la legge sulle lauree abilitanti, prevista dal precedente esecutivo, e la recente apertura delle tratte a medio e lunga percorrenza per i bus».

«Avviamo un’operazione di trasparenza, e mappiamo tutte le concessioni in essere, come quelle relative alle spiagge, alle acque minerali e termali, alle frequenze.

Si tratta di un provvedimento analogo a quanto ci apprestiamo a fare con il catasto. I cittadini potranno così verificare quanto ciascun concessionario paghi per esercitare la sua attività. Ci aspettiamo che questo esercizio metta in evidenza la frammentazione delle competenze tra amministrazioni centrali e territoriali e la scarsa redditività per il governo della maggior parte delle concessioni. Il provvedimento di oggi contiene poi molte misure utili, in un ampio raggio di settori. Adempiamo a tutti gli obblighi che avevamo assunto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Approviamo una delega per il riordino dei servizi pubblici locali, e una per il riordino dei servizi di mobilità urbana non di linea».

 

Ddl concorrenza, tutte le novità

 

Molti i settori toccati dalla legge. Si va dal regime concessorio, con la delega alla mappatura delle concessioni di beni pubblici, di aree demaniali portuali, di distribuzione del gas naturale, idroelettriche. Nella bozza, una sezione è dedicata ai servizi pubblici locali e ai trasporti. Previste procedure alternative di risoluzione delle controversie tra operatori economici che gestiscono reti, infrastrutture e servizi di trasporto e utenti o consumatori.

All'articolo 9, la bozza prevede la modifica della disciplina dei controlli sulle società partecipate. Tra i contenuti, l'energia e la sostenibilità ambientale, comprese le colonnine di ricarica, i servizi di gestione dei rifiuti e le procedure per le autorizzazioni per gli impianti di smaltimento dei rifiuti. Una sezione è dedicata alla tutela della salute: prevista la revisione e trasparenza dell'accreditamento e del convenzionamento delle strutture private. Viene poi toccata la distribuzione dei farmaci; la rimborsabilità dei farmaci equivalenti; la disciplina dei farmaci in attesa di definizione del prezzo, il sistema di produzione dei medicinali emoderivati da plasma italiano. Nuove regole anche per la selezione della dirigenza medica.

Ddl concorrenza, saltano le spiagge: diventa operazione-trasparenza

Più regole per i taxi

Ancora una volta sono pronti a scendere in piazza «perché noi siamo una delle ultime categorie che protesta per affermare i propri diritti, siamo una sacca di critica sociale nei confronti di un lavoro che si vuole privato di diritti». I tassisti italiani sono di nuovo sul piede di guerra e questa volta la scintilla che rischia di accendere la protesta di chiama Ddl Concorrenza. «L'ipotesi di introdurre il comparto del trasporto pubblico non di linea nel ddl concorrenza è per noi inaccettabile. Siamo pronti alla mobilitazione», annunciano uniti Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Usb taxi, Or.S.A taxi, Ati Taxi, Fast Confsal e Associazione Tutela Legale Taxi. E spiegano: «La normativa che disciplina il settore è già stata profondamente revisionata e adeguata nel 2019, e ha abbondantemente superato il vaglio di legittimità della corte costituzionale, allora presieduta dal Ministro Marta Cartabia. Ad oggi occorre solo concludere l'iter di riforma con l'approvazione dei previsti decreti attuativi e di un DPCM per la disciplina delle app, già nella disponibilità legislativa della Presidenza del Consiglio».

I sindacati: pronti a mobilitazione

Per i sindacati «la possibilità che le istituzioni possano cedere alle pressioni esercitate da gruppi di interesse e alle fameliche mire di grandi multinazionali che gestiscono piattaforme di intermediazione tecnologica, abbandonando così i lavoratori del settore a ricatti e sfruttamento, trasformandoli di fatto da drivers in riders, vedrà la nostra ferma e dura opposizione e la nostra mobilitazione». Non è la prima volta che i tassisti sono pronti a scendere in piazza scioperando per rivendicare i loro diritti: era luglio del 2006 quando l'allora ministro Bersani del governo Prodi tentò di liberalizzare le licenze taxi ma senza risultato, dopo i forti tumulti in tutte le città. Nel 2012 ci provò anche l'allora governo Monti, un tentativo che andò a vuoto dopo le prese di posizione di sindacati e categoria.

Nel 2017 la senatrice Pd Linda Lanzillotta, governo Renzi, con un emenadameno approvato di notte, sospese per due anni tutte le regole per gli Ncc: anche in quel caso, i tassisti protestarono a lungo. In seguito, il governo giallo-verde riscrisse nuovi regolamenti per il settore mai entrati in vigore per la mancanza de decreti attuativi tanto attesi dai tassisti, come ad esempio, la famosa e più volte richiesta regolamentazione delle piattaforme di intermediazione tra tassisti, noleggiatori e utenza.

«Sono più di 15 anni che tra decreti e emendamenti viviamo una situazione lavorativa che non ci garnatisce serenità - spiega Alessandro Genovese, responsabile nazionale dell'Ugl taxi, sempre in prima linea per rivendicare i diritti delle auto bianche - Garantiamo le regole previste dal servizio pubblico, come la tariffa amministrata che non varia a seconda del mercato, come avviene per le piattaforme gestite da multinazionali che non si fanno scrupolo di alzare i prezzi quando c'è maggiore richiesta e nei momenti d'emergenza, sfruttando i lavoratori; abbiamo l'obbligo di garantire il servizio a tutti, a prescindere dalla convenienza della corsa; e voglio ricordare il lavoro svolto con abnegazione dalla nostra categoria durante tutta la pandemia quando abbiamo trasportato, spesso anche gratis medici, infermieri, malati, medicinali, garantendo il servizio h24, anche quando i mezzi pubblici dovevano rimanere fermi. Siamo stanchi, chiediamo che le regole a cui siamo sottoposti valgano per tutti. Se il governo non ascolterà le nostre ragioni scenderemo in piazza con le nostre famiglie».

Le altre novità: la telefonia

La sezione VI tratta la concorrenza, sviluppo delle infrastrutture digitali e servizi di telecomunicazione: infrastrutture di nuova generazione; interventi di realizzazione delle reti in fibra ottica; blocco e attivazione dei servizi premium e acquisizione della prova del consenso; norme in materia di servizi postali.

Le imprese

La sezione VII prevede la rimozione degli oneri per le imprese e parità di trattamento tra gli operatori con le deleghe al Governo per la revisione dei procedimenti amministrativi in funzione pro-concorrenziale; delega in materia di semplificazione dei controlli sulle attività economiche; abbreviazione dei termini della comunicazione unica per la nascita dell'impresa; delega al Governo per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2019/1020 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 e per la semplificazione e riordino del relativo sistema di vigilanza del mercato.

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Le auto

Modifica alla disciplina del risarcimento diretto per la responsabilità civile auto. La sezione VIII si occupa del rafforzamento dei poteri di antitrust enforcement: le concentrazioni; il rafforzamento del contrasto all'abuso di dipendenza economica; la procedura di transazione; i poteri istruttori. Infine, la sezione IX si occupa delle nomine nelle Autorità indipendenti, con nuove procedure di selezione dei presidenti e dei componenti. 

I notai

A quanto apprende l'Adnkronos da fonti di governo, sarebbe saltata la norma contenuta nel ddl concorrenza - oggi all'esame del Cdm - che consentiva ai notai di esercitare in tutta Italia, al di fuori dunque del distretto di appartenenza e della Regione di assegnazione. Una norma che, di fatto, puntava su una maggiore mobilità del notariato. Già ieri, nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi col premier Mario Draghi, alcune forze politiche avevano sollevato dubbi, preoccupate dalla possibilità che i notai puntassero su zone più redditizie abbandonando quelle più modeste a cui erano assegnati, tanto che il presidente del Consiglio aveva assicurato una riflessione aggiuntiva in merito. Nell'ultima bozza la parte sulla mobilità del notariato sarebbe stata sbianchettata.

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