Covid, verso il passaporto vaccinale digitale, Ue: «Non sarà un optional»

Covid, verso il passaporto vaccinale digitale, Ue: «Non sarà un optional»
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Lunedì 1 Marzo 2021, 20:31 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:12

Covid e passaporto verde digitale: con la pandemìa alle prese con il rischio della terza ondata si avvicina il "documento" Ue che dovrebbe facilitare gli spostamenti in Europa, turisti compresi. «Il passaporto verde digitale per coloro che sono stati vaccinati, testati e sono guariti rappresenta la possibilità di riconquistare la libertà di viaggio e le altre libertà in tutta Europa». Lo scrive su Twitter il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, ringraziando la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e l'intero esecutivo comunitario per aver «riconosciuto l'urgenza» di adottare il certificato. Il cancelliere esprime il suo giudizio positivo anche sulla volontà dell'Ue di presentare una proposta a marzo: «Sarebbe fatale lasciar passare i mesi», sottolinea.

Pass verde digitale

Quella di Kurz è fra le prime reazioni alle notizie arrivate sul fronte del passaporto vaccinale su cui un primo sì è arrivato nel Consiglio europeo di giovedì e venerdì scorsi. Ecco la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, su Twitter: «Questo mese presenteremo una proposta legislativa per il pass verde digitale. L'obiettivo è certificare che le persone sono state vaccinate, i risultati dei test di quanti non si sono potuti immunizzare, e informazioni sulla ripresa dal covid. Rispetterò la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy», assicura.

 

Il pass verde Covid «sarà una proposta legislativa.

Quindi non sarà un optional, ma avrà il valore di uno strumento legale sulla base dei Trattati per il libero movimento. Una volta presentato ai leader, al vertice del 25 marzo, sulla base di questo saranno fatti i passi per organizzare la mobilità vera e propria». Così il vicepresidente della commissione europea, Margaritis Schinas, nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri della Salute Ue.

«Il pass verde Covid faciliterà la vita degli europei. L'obiettivo è di permettere loro, gradualmente, di muoversi in sicurezza nell'Ue o all'estero, per lavoro o turismo», ha evidenziato Von der Leyen. Il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha spiegato che l'esecutivo sta lavorando ad una proposta legale per «facilitare il libero movimento in sicurezza nell'Ue». L'obiettivo è che il pass sia in vigore tra tre mesi, o in estate. «Il pass riguarderà lo spostamento tra una frontiera ed un'altra, ma non quanto potrà essere fatto col pass all'interno dello Stato membro», ha precisato il portavoce. Per evitare «discriminazioni» il pass conterrà anche i risultati di eventuali test o l'avvenuta ripresa dopo una malattia da Covid. Il pass sarà basato sui certificati vaccinali medici su cui gli Stati membri hanno già concordato. Le linee guida sui dati che conterranno sono già stati approvati a gennaio, e saranno ora necessari tre mesi per il lavoro tecnico.

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«Ci servono almeno tre mesi per lo sviluppo tecnico di un sistema inter-operabile europeo» per i passaporti vaccinali, ha spiegato Ursula von der Leyen, al termine del vertice Ue in videoconferenza. I leader Ue hanno trovato un accordo sull'utilizzo di «una serie di dati minimi» nel passaporto «che potrebbero essere utili per dare informazioni sulla presunta immunità» dei cittadini. Le informazioni confidenziali, che riguardano la vaccinazione, la negatività a un test e l'eventuale sviluppo di anticorpi, devono essere «pertinenti a livello transfrontaliero», ha aggiunto.

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La presidente della Commissione Ue ha insistito sull'importanza di «sviluppare un approccio europeo» al sistema dei passaporti vaccinali. «Se non ci riuscissimo, le iniziative bilaterali» degli Stati membri «creerannno ancora più difficoltà» e anche grandi società come «Google e Apple sono pronte a offrire soluzioni all'Oms», ma si tratta di condividere «informazioni confidenziali, quindi vogliamo dire chiaramente che noi offriamo una soluzione europea», ha avvertito von der Leyen. Bruxelles continuerà a dialogare con i governi per «progredire in questa direzione entro marzo», ha aggiunto, sottolineando che «il dibattito dovrà tenere conto del rischio di discriminazioni» e, al contempo, del fatto che «per molti Paesi Ue il turismo è estremamente importante dal punto di vista economico e sociale».

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