Elezioni e Covid, mezzo milione di italiani positivi: possono votare? Ecco tutte le regole

Dal voto a domicilio ai seggi speciali. Ecco le regole per chi è positivo al Coronavirus e vuole votare alle elezioni politiche

Elezioni e Covid, mezzo milione di italiani positivi: possono votare? Ecco tutte le regole
Elezioni e Covid, mezzo milione di italiani positivi: possono votare? Ecco tutte le regole
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Sabato 24 Settembre 2022, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 15:07

Si può andare a votare con il Covid-19? La risposta, in teoria, è sì. In pratica, dipende da caso in caso. È un cruccio che si saranno posti tanti italiani alla vigilia delle elezioni politiche di questa domenica.

I positivi

Sì perché a dispetto dell'allerta pubblica scemata, sono centinaia di migliaia gli italiani - e dunque anche gli elettori - che ad oggi risultano positivi al coronavirus. Quasi mezzo milione, per la precisione 416.766, a leggere i dati del bollettino della Protezione civile del 23 settembre. Con 49 decessi registrati nelle ultime 24 ore e 21.085 positivi che si sono aggiunti al totale degli italiani che hanno contratto il virus, che ad oggi ammonta a 22.262.452 persone.

Una marea umana - quella di chi ancora fa i conti con il virus - che può riscontrare più di un problema per partecipare al voto. Un'indicazione sulle regole vigenti arriva dalle Faq del ministero dell'Interno. Gli elettori positivi «sottoposti a trattamento domiciliare o in condizioni di isolamento presso la propria abitazione», si legge sul sito, possono votare presso il comune di residenza «facendo pervenire al sindaco del comune nelle cui liste sono iscritti, in un periodo compreso tra il 10° e il 5° giorno antecedente quello della votazione», due documenti. 

Le regole

Il primo: «Una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto presso il proprio domicilio e recante l’indirizzo completo di questo». E dunque il secondo: «Un certificato, rilasciato dal funzionario medico designato dalla ASL, in data non anteriore al 14° giorno antecedente la data della votazione, che attesti la sottoposizione a trattamento domiciliare o la condizione di isolamento per COVID-19». 

L'ultima data utile per presentarli però, come spiega il Viminale, è già scaduta. Martedì scorso è stato infatti l'ultimo giorno per chiedere il voto dal domicilio. Va da sè che il termine vale solo per chi è registrato ufficialmente come positivo al Covid-19.

Cioè solo una parte di chi effettivamente ha contratto il virus, visto che molte persone sono positive senza esserne consapevoli o lo hanno scoperto con un tampone "fai-da-te", dunque senza segnalarlo alle autorità.

 

I comuni

Ci sono delle eccezioni alla regola. Alcuni comuni hanno infatti optato per un termine più largo e permetteranno di votare da casa anche dopo la scadenza di martedì scorso. Anche qui, è una recente circolare del dicastero guidato da Luciana Lamorgese a sciogliere i dubbi. 

«Sarà il sindaco, sulla base delle richieste pervenute, a "pianificare e organizzare il supporto tecnico-operativo a disposizione dei seggi per la raccolta del voto domiciliare"», spiega. Del voto a domicilio si occuperà personale non sanitario che dovrà però essere «formato» e «dotato di adeguati dispositivi di protezione individuale». Per chi voterà da casa, sarà assegnato un seggio speciale formato da un presidente e due scrutatori che dovranno essere dotati di una tuta o di un camice monuso, visiera, mascherina chirurgica o FFP2 e guanti.

 

Chi può votare?

Diverso il caso di chi invece ha contratto il virus diversi giorni fa. I seggi saranno infatti aperti per chi è positivo da più di 14 giorni consecutivi. Decaduta la quarantena al quindicesimo giorno dunque si potrà andare a votare regolarmente alle urne. Dove comunque sarà necessario seguire raccomandazioni per evitare un nuovo picco di contagi. A partire dalle mascherine, obbligatorie per il personale ai seggi e fortemente raccomandate per gli elettori. Ma anche l'igiene delle mani: in ogni seggio sarà infatti presente un dispensatore di igienizzante per gli elettori.

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