Coronavirus, spostamenti: scontro tra Regioni. Boccia, altolà ai governatori. E la Calabria riapre i bar

Coronavirus, spostamenti: scontro tra Regioni. Boccia, altolà ai governatori. E la Calabria riapre i bar
Coronavirus, spostamenti: scontro tra Regioni. Boccia, altolà ai governatori. E la Calabria riapre i bar
di Alberto Gentili
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Giovedì 30 Aprile 2020, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 16:28

La Calabria anticipa le aperture, il governo è pronto alla diffida. Ora che si avvicina, anche se a piccoli passi, la fase 2, riesplode lo scontro tra Palazzo Chigi e Regioni. Questa volta non solo leghisti, ma dell'intero centrodestra. Al ministro Francesco Boccia, che aveva annunciato una linea soft riguardo alle riaperture fai da te, il governatori di Lega, FdI e FI, rispondono con una lettera durissima indirizzata al presidente Sergio Mattarella e al premier Giuseppe Conte. Per chiedere maggiori poteri e di allentare subito il lockdown anche su base regionale, invocando il rispetto della Costituzione restituendo alle Regioni le loro competenze strappate dal governo a colpi di Dpcm. E per celebrare le elezioni regionali quanto prima. Il presidente, la reazione del Colle, si è sempre speso per i buoni rapporti tra Stato e Regioni, ma senza mai entrare nel merito delle singole richieste.
Una nube di proteste, insomma, anticipa l'informativa che il capo del governo farà stamane in Parlamento. Conte puntellerà la sua contro-offensiva su un pilastro: la legittimità della sua strategia. Strategia che trova appunto, in queste ore, la sponda prudente del Quirinale.



VIDEOCONFERENZA
Durante la videoconferenza durata ben quattro ore con le Regioni, Boccia ha spiegato che impugnare le ordinanze regionali sarebbe stata solo un'extrema ratio: «Se verranno emanate ordinanze non coerenti» con il piano nazionale, «invierò una diffida, una lettera con una scheda indicando le parti incoerenti e la richiesta di rimuoverle se vi fosse un allentamento delle misure. Se le ordinanze non verranno ritirate, sarò costretto a ricorrere all'impugnativa al Tar o alla Consulta». Poi Boccia ha illustrato l'approccio soft: «Per arrivare a una soluzione condivisa ha più senso la lettera che vi indica le violazioni dell'ordinanza rispetto alla tutela della salute. E solo se queste violazioni non verranno modificate, la lettera si trasformerà in diffida».

Cautela e garbo inutili. Poco dopo la fine del vertice, i governatori di centrodestra hanno messo nero su bianco la lettera dal titolo: «Più competenze alle Regioni nella Fase 2». E la Calabria ha disposto una serie di aperture sfidando il Dpcm del governo e partendo con l'acceleratore sulla fase 2, attraverso l'ordinanza della sua governatrice Jole Santelli: bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e agriturismo potranno aprire a condizione che la somministrazione avvenga attraverso il servizio con tavoli all'aperto. Una misura unica nel panorama nazionale che, secondo la presidente della Regione, «parla il linguaggio della fiducia». Il documento dispone una serie di riaperture già da oggi. Tra queste, anche il commercio di generi alimentari nei mercati all'aperto, inclusa la vendita ambulante fuori dal proprio Comune, fermo restando il rispetto delle distanze interpersonali e l'uso di mascherine e guanti. La Toscana invece dice sì alle passeggiate all'interno del comune. E la Basilicata stabilisce che chi entrerà «da fuori regione» dovrà sottoporsi al tampone.

I GOVERNATORI
«La Fase 1 dell'emergenza Covid», hanno scritto i dodici governatori più uno, «ha visto un accentramento dei poteri normativi in capo al governo, secondo lo schema decreto-legge più Dpcm attuativi che ha posto problemi di compatibilità con la Costituzione, sia con riferimento al coinvolgimento parlamentare, sia con riferimento al rispetto delle competenze regionali. Tale accentramento è stato comunque responsabilmente accettato dalle Regioni a causa dell'assoluta emergenza, ma il protrarsi anche nell'attuale fase di superamento della stretta emergenza di risposte eccezionali, date rigidamente con atti del presidente del Consiglio sprovvisti di forza di legge, potrebbe portare alla luce criticità anche notevoli circa la tenuta di un impianto giuridico».

Ebbene, ora che parte la fase 2, i governatori di centrodestra giudicano «essenziale tornare progressivamente a un più pieno rispetto dell'assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni», chiedendo «una normalizzazione dell'emergenza, che consenta un ritorno agli equilibri democratici previsti dalla Costituzione. E che porti, da un lato, a svolgere quanto prima le elezioni nelle Regioni e, dall'altro, a riconsegnare alle Regioni le competenze provvisoriamente avocate al livello centrale». Con «regolamentazioni differenziate» su base regionale in ragione della situazione epidemiologica di ogni territorio. «Come ha recentemente detto il presidente della Corte costituzionale», prosegue la lettera, «non si può affermare che esista un diritto speciale per i tempi eccezionali».
E ciò che sta più a cuore ai presidenti di Regione di centrodestra, è l'aspetto economico: «Con il protrarsi delle chiusure delle attività produttive il quadro è destinato a peggiorare drasticamente e i consumi rischiano un crollo generalizzato. Da qui il primo strappo clamoroso della Calabria. Che a tarda notte provoca la reazione dell'esecutivo. Pronto a «diffidare» la Regione governata dalla forzista Santelli. Con il rischio che si apra un conflitto istituzionale che potrebbe creare un effetto emulazione negli altri territori governati dal centrodestra.

 

 
 
 

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