Conte leader M5S? L'obiettivo è tornare a Palazzo Chigi ma l'impresa è ardua

Conte leader M5S? L'obiettivo è tornare Palazzo Chigi ma l'impresa è ardua
Conte leader M5S? L'obiettivo è tornare Palazzo Chigi ma l'impresa è ardua
di Mario Ajello
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Lunedì 1 Marzo 2021, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 12:27

Rocco Casalino, in una rara pausa tra una comparsata tivvù e l’altra, come nemmeno Burioni o Fabrizio Corona, ha partecipato al summit dell’Hotel Forum per l’investitura di Conte leader M5S, e la pensa così lo spin doctor dell’ex premier: «Conte vuole rientrare in politica con l’obiettivo di tornare a Palazzo Chigi».

Anche Napoleone tornò dall’esilio per ridiventare imperatore. E non c’è ex regnante che non voglia tornare ad esserlo. Basti pensare a tutta la serie degli ex premier italiani, incapaci di vivere serenamente la vedovanza da Palazzo Chigi (Renzi per esempio, ma Gentiloni no ed è un caso raro) e vogliosi di ritornare al passato. Soltanto a Prodi è riuscito, ma dieci anni dopo la prima volta, di tornare capo del governo. Ma appunto erano passati dieci anni (dal 1996 al 2006) e tra dieci anni chissà se Conte - che vuole tornare in modalità rivalsa o vendetta come il Conte di Montecristo - esisterà ancora politicamente, vista la velocità supersonica con cui ormai si muove la vita e anche quella del Palazzo e intorno al Palazzo. Ma soprattutto, Conte non è Prodi. Ha un’ambizione che il Prof con la maiuscola non ha così smaccata e l’ambizione («Ne ha troppa il mio Giuseppe», disse di lui il papà appena l’avvocato di Volturara Appulia si affacciò alla scena pubblica) in politica se non ben maneggiata e tenuta a bada gioca brutti scherzi.

E comunque: il progetto di Conte di tornare a Palazzo Chigi come guida di M5S, per quanto sia improbabile ma l’uomo è fortunato, si basa su questo assunto: i 5 stelle non riavranno mai i voti che hanno avuto finora, ne avranno se va bene la metà ma nel sistema proporzionale che forse verrà bastano e avanzano per portare il leader stellato a Palazzo Chigi.

Con la sinistra? Si, ma magari anche con la destra moderata se il salvinismo sarà ancora in modalità non esagitata. Del resto Conte ha governato sia con la sinistra sia con la destra e potrebbe rifarlo con l’una o con l’altra. Da uomo per tutte le stagioni. Ecco la pazza idea. A cui aderisce (ma solo in modalità alleanza con la sinistra) anche Belle Grillo che è il king maker di Giuseppi.

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L’ironia o la tragedia della storia vuole che simmetricamente al desiderio di ritorno a Palazzo Chigi da parte del Conte di Montecristo si stia muovendo nello stesso modo in America l’ex presidente Trump. Ricomparso in queste ore annuncia: «Sarò di nuovo alla Casa Bianca». I due del resto si stimavano e hanno rappresentato in parallelo, ognuno dalla propria sponda dell’Atlantico, la stagione del populismo. E un “populismo temperato” è quello che Giuseppi intende adesso proporre.

Per questo insomma, per un Conte Ter, assurdo che possa sembrare ma lui si ritiene figura pragmatica e fatta apposta per governare, l’ex premier spodestato ha preso il taxi M5S. Per rimettersi alla scrivania in quella stanza dei bottoni a Palazzo Chigi nella quale non trovò grandi bottoni la prima e la seconda volta, proprio come confessò Pietro Nenni divenuto vicepresidente del Consiglio. Nella testa gli risuonano gli applausi dei dipendenti di Palazzo Chigi, peraltro equanimemente distribuiti fra i vari premier defenestrati, gli mancano Bruxelles e i convenevoli con Frau Angela e Monsieur Macron, i sondaggi mezzi fasulli sulla popolarità, le conferenze stampa con un’ora di ritardo, il dare ragione a tutti e a nessuno, fra ciuffo e pochette. Conte rimpiange tutto questo e lo rivuole.


Però quando si esce dalla politica, è difficilissimo rientrarvi, specie nella posizione precedente. E soprattuto con un partito balcanizzato, preda di correnti e odii intestini, con Grillo unica figura carismatica e una miriade di personaggi piccoli e attaccati solo al proprio potere personale. Non solo. Il milione e oltre di like che il discorso dell’addio contiano a Palazzo Chigi ha riscosso vale per un attimo, poi la gente tende a dimenticare. Gli idoli ingialliscono subito. E guai poi a far affidamento sulla nostalgia. Che in politica, quando esiste, non ha mai costruito alcunché.

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