Duello fra Conte e Di Maio, venti di scissione M5S. L'ex premier punta a recuperare i "ribelli"

Il botta e risposta tra il leader e il ministro. Venti di scissione agitano il Movimento: l’avvocato pensa a riportare dentro al partito i ribelli

Conte-Di Maio, è duello: «Luigi ora spieghi». «Sue le responsabilità»
Conte-Di Maio, è duello: «Luigi ora spieghi». «Sue le responsabilità»
di Francesco Malfetano
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Lunedì 31 Gennaio 2022, 00:47 - Ultimo aggiornamento: 17:33

«Di questo passo va a finire che facciamo due stelle e mezzo per uno. O anche meno». Il day after dell’elezione per il Quirinale, all’interno del Movimento 5 stelle è tutt’altro che la tranquilla domenica di quiete che aveva in mente qualcuno. «Stamattina (ieri ndr) ero sicuro che avrebbero abbassato i toni - commenta un parlamentare grillino di area “dimaiana” - ma evidentemente non ci arrivano proprio». Il riferimento è a Giuseppe Conte che «fa la fidanzata gelosa della ex, convinto che basti strappare una foto per dimenticarsi di qualcuno». L’avvocato infatti, attorno all’ora di pranzo, è tornato ad alzare i toni dopo il duro scontro con Luigi Di Maio sulla candidatura - poi tramontata - di Elisabetta Belloni al Colle e la richiesta di una «riflessione politica interna» perché «alcune leadership hanno fallito».

«Se Di Maio ha delle posizioni le chiarirà, perché lui era in cabina di regia, come ministro l’ho fatto partecipare.

Chiarirà i suoi comportamenti, ma non a Conte, agli iscritti» dice l’ex premier rispondendo ai cronisti appostati sotto casa, e di fatto confermando i sibili di chi in transatlantico nei giorni scorsi parlava apertamente dell’ipotesi di una scissione. Inevitabile quindi la risposta del ministro degli Esteri che prima, piccato, fa notare al leader che la faccia ce l’ha messa lui («Non si provi a scaricare le responsabilità su altri») e poi attacca sul «metodo indecoroso» usato: «Decisioni in cabina di regia? Non si è mai parlato di fare annunci roboanti su presunti accordi raggiunti con Pd e Lega, oggi smentiti anche dal segretario dem Letta».

A questo punto il fronte è ormai aperto e in diversi accorrono a prendere posizione. «Come ha annunciato il presidente Conte, è la comunità degli iscritti del Movimento 5 Stelle che merita adesso spiegazioni - difende l’ex premier il suo vice nel Movimento Mario Turco - Si era concordata una strategia in cabina di regia e poi ci siamo trovati sul campo di gioco con alcuni dei nostri grandi elettori che lavoravano ad altri obiettivi non condivisi». «Evidentemente qualcosa non ha funzionato dal punto di vista strategico. Innanzitutto andrebbe convocata una vera assemblea - risponde il deputato Gianluca Vacca - Conte deve rispondere alle nostre domande». E ancora: «Il Movimento 5 Stelle dovrà un’analisi con la massima serenità e la dovuta attenzione» dice il senatore M5S Vincenzo Presutto.

Stavolta quindi, potrebbe tornare ad essere la base a decidere. Con risultati imprevedibili. Un’assemblea sul web, come ai vecchi tempi, oggi sarebbe un roulette russa. Tuttavia Conte è convinto di avere nella manica l’asso giusto per portarsi a casa la partita. E infatti, rivendica: «L’ho detto prima io, a dire il vero. Lui ha risposto a me, quindi il chiarimento ci sarà senz’altro».

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Lo spettro

Non è solo il “vecchio” web. C’è un altro spettro che Conte sembra aver in mente di agitare, per arginare Di Maio: Alessandro Di Battista. Ieri l’ex deputato grillino in realtà si è chiamato in causa da solo, arrivando a dare del «vigliacco» al titolare della Farnesina per difendere l’avvocato del popolo. «Racconterò ovunque verità successe in questi mesi e in questi ultimi giorni perché ne sono stato testimone oculare...- ha scritto su Facebook - Dico che da anni è necessaria una riflessione politica all’interno del Movimento ma è vigliacco mettere oggi sul banco degli imputati l’ultimo arrivato che al netto di idee diverse su alcune questioni considero persona perbene e leale». Un assist che Conte non si è lasciato sfuggire. «Mi fa molto piacere, perché stimo Di Battista, è una persona genuina - ha subito risposto - è un componente storico del Movimento: se si potesse riaprire un dialogo con lui a me farebbe sicuramente piacere». In realtà, tra i parlamentari, è noto a tutti che i due abbiano stabilito un saldo legame da tempo. «Durante il voto si sono sentiti almeno due volte al giorno» sottolinea un senatore 5S alla prima legislatura.
 

Stando a quanto sostengono diversi componenti della squadra parlamentare grillina, l’avvocato avrebbe in mente una strategia piuttosto articolata «per rimettere al suo posto Di Maio» dopo gli ultimi scontri. In pratica l’idea è quella di provare a ricucire con il mondo pentastellato delle origini, quello che raggiunse i risultati clamorosi alle politiche del 2013 (oltre il 25% delle preferenze), cavalcando l’onda populista tra un’«onestà-onestà-onestà» e una scatoletta di tonno. Un Movimento lontano dal governo di cui Di Battista è stato tra i massimi esponenti. «Il suo ritorno però pone dei temi di prospettiva - spiega lo stesso senatore - Alessandro gli dice “io torno se rompete con Draghi”, se Conte gli spalanca le porte è perché ha in mente di farlo». Come mai? «Solo così può svuotare il Movimento da i tanti che non condividono il suo progetto e provare a decidersi le liste dei candidati del 2023». Un piano che combacerebbe con i sospetti sull’ipotetica rinascita dell’asse giallo-verde con Matteo Salvini. Ovviamente, appunto, c’è però da fare i conti con Di Maio e la folta truppa di parlamentari grillini. «Siamo il 70% - dice un “dimaiano” di ferro - Non tutti ora si fanno vedere, ma al momento giusto verranno fuori».

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