Conte: «Valutiamo riapertura di nidi, materne e centri estivi. Se virus persiste rischio Pil a -10,4%». Bagarre per premier senza mascherina

Conte: «Iniziative improvvide degli enti locali sono illegittime». Bagarre per il premier senza mascherina
Conte: «Iniziative improvvide degli enti locali sono illegittime». Bagarre per il premier senza mascherina
7 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Aprile 2020, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 08:43

È iniziata tra le polemiche alla Camera l'informativa di Giuseppe Conte sull'emergenza Coronavirus. L'opposizione ha protestato perché il premier non ha indossato la mascherina e la seduta è stata sospesa per qualche minuto, finché il presidente della Camera Roberto Fico ha ricordato la decisione dei capigruppo secondo i quali dai banchi del governo è rispettata la distanza di sicurezza e quindi si può non mettere la mascherina. Nel suo discorso Conte ha messo in guardia gli enti locali dall'allentare le misure previste dal Dpcm e ha rivendicato il rispetto dei valori costituzionali in tutte le decisioni prese. «Se il virus persiste - ha messo in guardia - rischiamo una caduta del Pil del 10,4%». Il premier ha poi evocato la possibilità di aprire «in modalità sperimentale, nidi e scuole dell'infanzia, oltre ai centri estivi e ad altre attività ludiche ed educative destinate a nostri bambini». 

LEGGI ANCHE Coronavirus, autocertificazione: si cambia, negozi e uffici aperti di notte



L'EPIDEMIA
«Lo dico in maniera chiara, a costo di apparire impopolare. Il governo non può assicurare in modo immediato il ritorno alla normalità», ha spiegato Conte. «Non possiamo permettere che gli sforzi compiuti risultino vani per imprudenze compiute in questa fase così delicata. Qualsiasi atteggiamento ondivago, come passare dalla politica del "chiudiamo tutto" al "riapriamo tutto", rischierebbe di compromettere in maniera irreversibile questi sforzi».

«Se il tasso R0 tornasse vicino a 1 si saturerebbero le terapie intensive entro fine anno», ha proseguito citando il rapporto dell'Iss. «Un rapporto del comitato tecnico-scientifico, che non è segreto, stima che la riapertura totale al 4 maggio porterebbe a un rischio elevatissimo di ripresa del contagio». Quello messo in campo «è un modo per far ripartire al meglio la nostra economia senza battute di arresto in futuro. Un approccio non graduale e incauto porterebbe ad una recrudescenza del contagio»

«Il governo ha adottato da subito un indirizzo di merito e di metodo che prevede un costante confronto con il Cts» in modo da seguire «un principio di conoscenza scientifica nelle sue decisioni», ha detto Conte nell'informativa alla Camera sottolineando che «la conoscenza ha salde basi scientifiche». «È imperativo categorico per un governo che deve proteggere la vita dei cittadini porre a fondamento delle proprie decisioni non già la libere opinioni che si susseguono ma le raccomandazioni di qualificati esponenti del mondo scientifico».

«Questo piano persegue l'interesse generale anche con misure impopolari, non è un programma elettorale destinato a raccogliere il consenso. Dal primo giorno abbiamo avuto ben chiaro la tutela della salute».

«Nel mese di maggio si procederà ad effettuare 150mila test sierologici, un campione verrà selezionato dall'Istat. Dovremo essere pronti a misure tempestive, anche restrittive» in caso di nuova crescita dei contagi. «Misure che potranno essere mirate su specifici territori». «Al termine delle due settimane (previste dal Dpcm del 4 maggio, ndr) avremo un quadro più chiaro e potremo procedere ad un ulteriore allentamento delle misure contenitive». «Se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse crescere allenteremo ulteriormente le misure assicurando l'apertura in sicurezza del commercio al dettaglio, della ristorazione, dei servizi alla persona».

«Non ci sarà un piano rimesso a iniziative improvvide di singoli enti locali ma basato su rilevazioni scientifiche. Iniziative che comportino misure meno restrittive non sono possibili, perché in contrasto con le norme nazionali, quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime».

Conte ha anche lanciato l'allarme crescita nel caso il virus non dovesse attenuarsi: «Il Def aggiorna il quadro alla luce dell'emergenza: il Pil dallo 0,6 subisce una contrazione significativa dell'8%, una previsione che sconta la caduta del Pil del 15% nel primo trimestre» e si prevede un rimbalzo con «una crescita del 4,7 nel 2021». Nel Def sono previsti anche scenari peggiori «con il rischio di una persistenza del virus» e questo porterebbe a una contrazione del Pil fino a -10,4%. Numeri che «danno la misura della gravità dello scenario». 

 


GLI AIUTI
«Il primo decreto legge» sulle misure economiche «riprenderà tutti i provvedimenti del Cura Italia, li prolungherà e rafforzerà. Ci saranno 25 miliardi per le misure di sostegno al lavoro e sostegno al reddito come cassa integrazione, indennizzi per colf e badanti», ha detto Conte aggiungendo che «daremo anche un riconoscimento per le province più colpite dal Covid-19». 

Il computo delle misure per le imprese nel prossimo decreto sarà di «15 miliardi», ha proseguito.

«Per il turismo, comparto particolarmente esposto, ci sarà sostegno alle imprese turistiche e alle famiglie sotto alcune soglie di reddito con un bonus da spendere nelle strutture ricettive del Paese».

«Stiamo studiando misure di sostegno e protezione sociale con meccanismi di erogazione rapidi ed efficaci per non aggravare il disagio sociale. Il governo non lascerà indietro nessuno». «Specifica attenzione dovrà essere dedicata al tema della disabilità, anche dal punto di vista economico». 

Il governo prevederà «ricorso a iter autorizzativi semplificati per un campione di opere, è un'ulteriore direttrice di azione che prenderemo già nei prossimi provvedimenti. Un grande ruolo può essere svolto dal'azione coordinate delle grandi aziende a partecipazione pubblica». 

«Contiamo anche di recuperare un intervento di complessivo potenziamento di detrazioni fiscali a favore dell'edilizia e della sostenibilità. Stiamo studiando un meccanismo articolato che consenta ai cittadini di beneficare di sconti pari al costo pressoché totale dei lavori su lavori anti-sismici e di efficientamento energetico». 

«Per offrire al Paese una prospettiva più ampia, strutturale e ambiziosa, il governo intende presentare nei prossimi giorni un secondo decreto legge per la rinascita economica e produttiva dell'Italia», ha aggiunto parlando di «drastica semplificazione». C'è «l'urgenza» di «riattivare investimenti pubblici e privati con un'agenda pubblica che deve predisporre un ambiente normativo il più favorevole possibile» a partire da «infrastrutture, innovazione verde e digitale».

«Il governo ha deciso di includere all'interno del prossimo decreto l'eliminazione degli aumenti dell'Iva e delle accise previste per il 2021 dalla legislazione vigente». «Un aumento striderebbe con la fase di difficoltà che il paese sta attraversando. La politica fiscale dovrà essere espansiva, sia pure nei limiti di una gestione oculata della finanza pubblica».


I VALORI COSTITUZIONALI
«Il governo ha sempre compreso la gravità del momento e proprio per questo non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata: c'è stato accurato bilanciamento di tutti gli interessi e i valori coinvolti, buona parte dei quali di rango costituzionale», ha detto il premier. 
Sulle misure per il Coronavirus c'è stata una «discussione ampia con i membri del governo, forze di maggioranza, parti sociali ed enti territoriali riuniti in una cabina di regia. Anche il Parlamento è stato costantemente e doverosamente informato». 


«Stiamo affrontando un'emergenza che non ha precedenza nella storia repubblica, siamo costretti a riconsiderare modelli di vita, a rimeditare i nostri valori, a ripensare il nostro modello di sviluppo. Sono giorni in cui è vivace il dibattito, anche critico, sulle decisioni assunte. La vivacità rileva la forza e la vitalità del nostro sistema democratico».

«Non mi sfugge la portata dei rilievi della riserva di legge e del principio di legalità che la Costituzione pone a baluardo della persona. Ma quei principi non sono stati né trascurati né affievoliti. Il 31 gennaio è stato deliberato lo Stato di emergenza di rilievo nazionale da cui discendono precise conseguenze giuridiche come prevede il codice civile», ha detto parlando dei dpcm. «A questo si sono aggiunti due decreti legge che offrono copertura legislativa».

È stata avanzata la proposta che il Parlamento possa intervenire anche in via preventiva» sui Dpcm, con «un obbligo di trasmissione alle Camere degli schemi di decreto. Pure consapevole delle prerogative del Parlamento, ricordo che le misure di queste settimane sono state ispirate a proporzionalità e massima precauzione ma anche a tempestività, condizione imprescindibile perché misure così incisive fossero realmente efficaci. Non vale solo per i primi decreti adottati ma anche per l'ultimo». 

«Il Parlamento, non sono certo io a doverlo ricordare, dispone di tutti gli strumenti per indirizzare e controllare l'azione del governo. Il governo sarà sempre molto attento ai contributi che le Camere vorranno portare. Lo sarà ancora di più nella seconda fase dal 4 maggio, con il progressivo allentamento delle misure e il ritorno alla vita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA