Cuneo fiscale, Renzi attacca. Conte: «Non servono i fenomeni». Di Maio con il premier

Cuneo fiscale, Renzi attacca. Conte: «Non servono i fenomeni». Di Maio con il premier
Cuneo fiscale, Renzi attacca. Conte: «Non servono i fenomeni». Di Maio con il premier
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Venerdì 4 Ottobre 2019, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 11:44

Sul cuneo fiscale si combatte una doppia battaglia: economica e politica. La prima vede impegnato il ministero dell'Economia, che deve definirne i dettagli e trovare le risorse. La seconda è deflagrata nella maggioranza, con uno scontro a viso aperto fra Matteo Renzi e Giuseppe Conte. Il leader di Italia Viva ha mirato contro la misura più cara al suo ex partito, il Pd: «Mettono solo 2 miliardi sul cuneo fiscale, mica possono dire che è la rivoluzione del proletariato».

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E mentre gli alleati di governo gli rispondevano misurando le parole, il presidente del Consiglio ha mostrato una inusuale irritazione: «Quando parliamo di lavoratori bisogna avere rispetto per loro», ha detto, specie se si fa dall'alto di «uno stipendio consistente. Non abbiamo bisogno di fenomeni». La replica di Conte non è piaciuta a Italia Viva. «Nessuno di noi fa il fenomeno, caro presidente Conte - ha risposto Ettore Rosato - Quelli che facevano i fenomeni sono quelli con cui lei ha governato lo scorso anno, non siamo noi». Per attaccare il cuneo fiscale, Renzi ha fatto pesare i 'suoì 80 euro. Certo, lui «ha dato molto di più - ha detto il premier - ma noi abbiamo un quadro di finanza molto delicato».

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Il punto sta lì, nei soldi a disposizione: «Il nostro compito - ha spiegato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri - è rimettere il Paese sulla strada della stabilità e della crescita, nell'ambito delle limitate risorse disponibili». Il Renzi fenomeno qualcuno lo ha già sperimentato. Memore del famoso «Enrico stai sereno», l'ex premier Letta ha dato «un consiglio non richiesto a Conte e a Zingaretti. Non facciano come me - ha detto - Facciano con Renzi un patto, nel momento in cui lui non lo rispetterà si vada al voto. Se si va avanti come oggi il governo non arriva a mangiare il panettone». Preso in mezzo fra consigli non richiesti - e forse nemmeno particolarmente graditi - e attacchi alle sue misure bandiera, il Pd ha mantenuto la linea dettata da Nicola Zingaretti e Dario Franceschini: limitare al massimo distinguo e polemiche. Se il vicesegretario Andrea Orlando ha chiesto che non «ricominci la trafila delle campagne elettorali parallele», sul cuneo fiscale, il segretario dem ha ribadito che «abbassare le tasse sul lavoro e alzare gli stipendi è una delle priorità». Il ministro dei beni culturali ha difeso l'azione del governo: «Non è un pannicello caldo». E ha risposto a Renzi, chiedendo più «lavoro di squadra». Dal fronte M5S, anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ultimamente è apparso convergere con Renzi, stavolta si è schierato con il premier: «Mi fido di Giuseppe Conte. Secondo me dobbiamo abbassare i toni, non c'è bisogno di litigi».

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Anche Leu sta con Conte: «Il cuneo fiscale è una buona cosa», ha detto il ministro alla salute Roberto Speranza. Mentre il premier e Renzi si scontrano, il ministero dell'Economia è al lavoro sui numeri. Palazzo Chigi ricorda che il taglio al cuneo «conduce ad un beneficio medio di 40 euro mensili in busta paga per i lavoratori». Una cifra che si raggiungerebbe se la nuova misura si applicasse alla stessa platea che beneficia del bonus Irpef voluto dal governo Renzi: i lavoratori con reddito fino a 26 mila euro. Ma si stanno ancora facendo le simulazioni. L'idea sarebbe quella di ampliare l'intervento ai redditi fino a 35 mila euro (e il Pd punterebbe a spingersi fino a 40 mila euro), cercando una soluzione per fare arrivare il beneficio anche agli incapienti, cioè a chi guadagna meno di 8 mila euro, rimanendo sotto la no tax area. Al momento, la nota di aggiornamento al Def prevede uno stanziamento da 2,7 miliardi per il 2020 (che consentirebbero un effetto di 40 euro al mese per metà dell'anno a circa 10 mila lavoratori), da portare a poco più di 5 miliardi a regime. Fondi, ha ricordato Di Maio, da trovare soprattutto con la lotta all'evasione.

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