Elezioni comunali, boom candidati e liste: polemica sulle schede lenzuolo. «Non "entrano" in cabina»

Da Napoli a Roma boom di civiche e aspiranti primi cittadino

Comunali 2021, boom candidati e liste: polemica sulle schede lenzuolo: «Non "entrano" in cabina"»
Comunali 2021, boom candidati e liste: polemica sulle schede lenzuolo: «Non "entrano" in cabina"»
di Diodato Pirone
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Sabato 2 Ottobre 2021, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 10:30

Il primo a scatenare la polemica è stato il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che in un video postato su twitter ha provato ad aprire un fac-simile della scheda elettorale delle comunali di Roma. «Non è una scheda è un lenzuolo», ha lanciato l'allarme Gasparri. Ben presto il senatore è stato supportato da molti interventi sui social di persone che da tutt'Italia si lamentano per l'ampiezza sterminata delle schede che in alcuni casi sono così grandi da rendere difficile persino l'operazione del voto. E' difficile infatti appoggiarle sul ripiano della cabina elettorale che consente di segnare la classica croce sul simbolo preselto.

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Boom candidati e liste: polemica sulle schede lenzuolo

Del resto i numeri dietro le schede sono da manicomio: 31 liste a Napoli con ben 1.200 candidati; 22 (ventidue) candidati a sindaco e ben 39 (trentanove) liste a Roma; a Milano il candidato di centro-sinistra, Beppe Sala,  si presenta con ben otto liste sotto il suo nome; persino il Movimento 5 Stelle, che finora si era sempre presentato alle amministrative solo con la propria lista, ha scelto di presentare due o tre "civiche" assieme al proprio simbolo.

Le difficoltà per gli elettori

Il risultato è ai limiti del tragico-comico, con gli elettori - specie i meno giovani - che fatalmente avranno difficoltà a individuare la lista che intendono votare in mezzo a 30 o 40 coloratissimi loghi.

Sbagliare è facilissimo e scrivere le preferenze, poi, sarà una sorta di missione fantozziana raggiungibile solo dopo aver combattuto e sconfitto la scheda-lenzuolo.

La presentazione delle liste

Il punto è che presentare una lista alle comunali è così facile (servono poche firme autenticate) che le elezioni locali hanno un lato da cabaret. Qualche esempio? In quasi tutte le città ci sono tre o addirittura quattro simboli di "partiti" con la falce e il martello. Cosa li divida sulla raccolta dei rifiuti o sulla gestione dei trasporti resterà un mistero nella storia del comunismo mondiale. Poi ci sono le formazione più bizzare, dal Partito delle buone maniere, ai 3V che in realtà sono No Vax, alle formazione che spaccano il capello in quattro "Napoli Libera" è in concorrenza con "Napoli solidale" e tutte e due sono contro "Napoli bellissima". Le comunali danno spazio anche al narcisismo con candidati sindaco e relative liste di personaggi che così pensano di capitalizzare le loro comparsate in televisione oppure che intendono solo togliere voti al personaggio scelto al loro posto.

L'esercito di candidati

Ma una tale quantità di liste che appoggiano anche i principali candidati, quelli che davvero corrono il rischio di diventare sindaco, ci obbliga anche a porre una domanda seria: ma quanto costa questo sistema? E a che cosa aspirano davvero i presentatori di liste destinate a prendere l'1 o il 2% cioè quote di voto apparentemente irrilevanti ma decisive nei ballottaggi? Traduciamo in chiaro: se si alimenta in questo modo esagerato il sottobosco politico, che punta a qualche posto nelle municipalizzate o ad ottenere qualche appalto grande o piccolo che sia, come si può pensare che le nostre città vengano gestite decentemente da chiunque diventi sindaco?

L'altra scheda a Roma

Intanto armiamoci di pazienza e cerchiamo di arrivare al seggio con le idee chiare perché a Roma, tra l'altro, nell'area di Primavalle ci saranno tre schede: quella per il Comune, quella per la circoscrizione e quella (di colore rosa) per l'elezione del nuovo deputato. Per fortuna votare per le "politiche" sarà semplicissimo: basterà mettere una croce sul simbolo preferito. I candidati sono "solo" sei.

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