Insulti sessisti, frasi razziste, l'auspicio di un golpe militare, e poi attacchi durissimi a Carola Rackete e al Partito Democratico, fino a commenti come «Sparate a Carola e al Pd», dopo il caso Sea Watch. Tutto su un gruppo Facebook popolato di 16mila persone, gestita da un brigadiere della Guardia di Finanza in congedo dal 1996, gruppo chiamato “Il Finanziere". «Gruppo apolitico e apartitico», si definisce nella descrizione, il cui ingresso è riservato «esclusivamente agli appartenenti in servizio e in congedo e ai diretti familiari».
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INSULTI CHOC I post sul gruppo Facebook, attivo da nove anni, hanno raggiunto livelli considerevoli di sessismo, razzismo e violenza in occasione del caso della nave Sea Watch. «Dovevano aprire il fuoco e farla fuori a questa con quelli del Pd», si legge nei giorni caldi del caso della nave con al comando Carola Rackete. Un crescendo di frasi e pensieri violenti, corredati da insulti irripetibili all'indirizzo della comandante tedesca, che si concludono con l'auspicio di un «bel colpo di stato per ridare ordine e disciplina». Qualcuno invoca «l'impiccagione» e altri riferendosi ai migranti chiosano «buttateli a mare con un blocchetto al collo», «affondate la nave», «mettete una bomba».
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LE REAZIONI DI PD E SINISTRA Allo stesso Ministro Tria è rivolta un'interrogazione parlamentare promossa dalla deputata del Pd Giuditta Pini che era a bordo della Sea Watch. «Nel gruppo Facebook, il più importante per numero di iscritti, agenti ed ex della guardia di Finanza augurano stupri, inneggiano al colpo di stato e minacciano di sparare ai deputati accorsi a Lampedusa per la Sea-Watch», scrive su Fb Pini. «Tra quei parlamentari c'ero io e c'erano i miei colleghi. Stavamo semplicemente svolgendo il nostro lavoro. Pensare che qualcuno, all'interno delle forze dell'ordine, si stava augurando la nostra morte mi mette i brividi», conclude Pini.
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