Campagna elettorale estiva, chi ci guadagna e chi ci perde? Da Salvini a Grillo la corsa tra tweet, talk show e poche piazze

Campagna elettorale estiva, chi ci guadagna e chi ci perde?
Campagna elettorale estiva, chi ci guadagna e chi ci perde?
di Mario Ajello
5 Minuti di Lettura
Sabato 23 Luglio 2022, 16:08 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 19:50

Tutti al mare? No, in campagna elettorale. E gli esperti già si dividono: verranno penalizzati i tribuni alla Grillo e Salvini in una campagna elettorale adesso e dopo il trauma della dipartita di Draghi perché gli italiani si erano abituati alla serietà e ne vorrebbero altra; no, macché, più è breve e breve sarà la corsa propagandistica al 25 settembre e più i tribuni e i super comunicatori alla Berlusconi sono attrezzati a giocarla meglio degli altri. 

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Campagna elettorale sotto l'ombrellone

Dare una risposta a questi quesiti adesso è impossibile perché tutto deve ancora cominciare.

ma ciò che è certo è che trattasi della più strana campagna elettorale della storia italiana. In che tipo di campagna elettorale siamo precipitati? In quella più insolita sia dal punto di vista della tempistica sia dal punto della logistica. I partiti dovranno presentare i candidati nelle varie circoscrizioni entro il 15 agosto. Avranno un potere decisionale notevole non solo le sedi centrali ma anche le sedi regionali specie per il Pd: «I territori decideranno i loro rappresentanti», assicura Letta.

 

La campagna elettorale

Sarà una campagna nelle località di vacanza. E sarà una campagna sotto l’ombrellone  perché i luoghi non potranno essere i soliti a cui siamo stati abituati (palazzetti, piazze, sale convegni). Matteo Salvini, ad esempio, già alcune estati fa ha ridefinito i luoghi della politica: lidi, discoteche e lungomari vedremo se anche gli altri leader lo seguiranno. Il periodo estivo e le temperature torride sicuramente non andranno a giocare a favore della partecipazione popolare. Molto video e pochi poster. La fretta porta a questo. Sarà una campagna inevitabilmente concentrata negli ultimi 10 giorni, tra il 15 e il 24 settembre, quando tutti i cittadini saranno rientrati dalle ferie e giusto in coincidenza con la ripresa a pieno ritmo sia dell’anno lavorativo che scolastico.

SPOT, TWEET E TALK SHOW
Il rischio di una campagna elettorale fatta di spot lunghi un tweet o urlata è concreta. Sarà una sfida elettorale che si giocherà a suon di post e commenti, i consulenti della comunicazione dovranno essere bravi a definire una netiquette e non limitarsi a consigliare di togliere post sconvenienti come del resto è accaduto in queste ultime ore. Una campagna urlata andrà sicuramente ad impattare sia sul livello contenutistico (programmi) sia sul livello della partecipazione (affluenza). 

I talk show impazzeranno. Erano in crisi, stavano per essere ridiscussi e invece niente. L’arrivo dell’autunno campagna a sorpresa li rivitalizza è già il circo è ricominciato. 

I "SET"
Da tenere d’occhio come set: il Papeete  Beach dove Salvini sta per sbarcare  di nuovo e Pontida la festa della Lega il 18 settembre proprio a ridosso delle elezioni; le 250 feste dell’Unità fino a quella nazionale dal 7 settembre a Palermo, il tour di Calenda tra spiagge e palchi, Renzi che sta prenotando sale e salette, Meloni che parteciperà nei luoghi di vacanza a ogni tipo di dibattito e in più ci sono le feste patriottiche sel suo partito, Grillo che animerà con Dibba alcuni show e il Meeting di Rimini sede di confronto bipartisan per eccellenza che stavolta sarà ancora più centrale. In questo contesto generale: si troveranno meglio i tribuni o i raziocinanti?

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