Calenda e Renzi aprono la campagna elettorale a Milano. «L’unico voto utile è per noi»

Affondi su Letta («Altro che occhi della tigre») e Salvini («Vicino a Putin: ora quereli»)

Calenda e Renzi aprono la campagna elettorale a Milano. «L unico voto utile è per noi»
Calenda e Renzi aprono la campagna elettorale a Milano. «L’unico voto utile è per noi»
di Federica Zaniboni
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Venerdì 2 Settembre 2022, 19:20 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 16:02

Un abbraccio fra i due leader che – come ha ricordato Calenda tra i sorrisi del pubblico – «quando eravamo al governo insieme non c’è stato giorno senza litigare», ha aperto a Milano la campagna elettorale del Terzo Polo . Con un “tutto esaurito” da 5 mila persone in platea, con tanti che non sono riusciti a entrare. Impressionate anche le ex Fi Gelmini e Carfagna: «Non ci aspettavamo tanto calore», la battuta. All’interno del Superstudio di viale Tortona – cuore del FuoriSalone durante la Design week –, però, era già partito il primo di una lunghissima serie di applausi. Finalmente uniti e pronti «a salvare il Paese», Matteo Renzi e Carlo Calenda si sono alzati in piedi per l’inno d’Italia. 

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I MESSAGGI

«La verità è che siamo l’unico voto utile perché l’Italia torni a crescere», ha dichiarato il leader di Italia Viva, il primo tra i due a prendere la parola, rispondendo di fatto ad Enrico Letta.

Renzi insiste: «Da una parte c’è una destra sovranista tra le peggiori in Europa, dall’altra c’è una sinistra populista». E o il terzo polo raggiunge «un bel risultato» oppure «il Paese va in difficoltà. Centrodestra, centrosinistra e M5S «hanno nelle loro coalizioni, tutti e tre, quelli che hanno detto no agli impianti, no alle trivelle, no al tav, no a tutto. Noi siamo gli unici che hanno le carte in regola». Allo stesso modo, in tutti gli schieramenti, «c’è chi ha mandato a casa Mario Draghi, noi siamo quelli che lo hanno sostenuto», ha sottolineando Renzi, aggiungendo infine che tutti hanno «chi voleva uscire dall’euro e si scopre europeista a giorni alterni».

Ma il tema del Terzo polo come «unico voto utile» è stato ripreso anche dal leader di Azione – che ha chiuso l’evento con oltre 30 minuti di discorso –, che ha sottolineato come il concetto tanto rimarcato da Renzi, di fatto «non c’è». Premettendo che non si tratta di una replica al Pd, Calenda ha spiegato che «è un dato di fatto: ci sono quattro coalizioni». Di conseguenza, quindi, «non c’è fattualmente voto utile che non sia sul plurinominale e in particolare al Senato». Tuttavia «è lì che fermeremo la destra».

Ancora una volta Calenda ha ribadito come il Terzo polo si rivolga «ai liberali, ai progressisti, ai popolari e a tutti quelli che si sono un po’ stancati della politica dei contro». Eppure, l’apertura della campagna elettorale è stata anche l’occasione, per i due leader, di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Il segretario del Pd Enrico Letta, infatti, secondo Calenda «non ha occhi da tigre, ma strabici: Enrico, il Paese che descrivi non è quello, va riappacificato e non diviso a martellate». Sì, perché secondo la «guida» del Terzo polo, come lo ha definito Renzi stesso, «quella di Letta è una strategia folle, il Cnl senza i 5 stelle ma con i sosia dei 5 stelle, la continuazione dei Bertinotti, Turigliatto, Pecoraro Scanio, la maledizione della sinistra che non governa». Quanto a Berlusconi, Salvini e Conte che hanno «cacciato» il premier, «dal punto di vista della statura politica valgono meno dell’unghia sinistra del piede di Draghi».

L’Europa, come ha sottolineato Renzi, deve tornare ad essere «la casa della democrazia». Per questo, «vogliamo sfidare la sovranista Meloni all’elezione diretta del presidente della Commissione Europa, perché - ha ribadito - l’Europa ha bisogno di democrazia e del nostro impegno». E i loro rapporti personali? Renzi e Calenda hanno ricordato i tempi del governo: «Il tono era “tu non capisci niente di politica, tu di economia”, ma abbiamo fatto “Impresa 4.0”, le unioni civili, provato a riformare la Costituzione, il salario di produttività ed è stato l’unico periodo in cui si è abbassata la pressione fiscale di due punti percentuali». Ciò che conta è «rappresentare la stessa area politica con coerenza». Dal canto suo, Renzi si è detto «felice che a guidare la partita sia Carlo e io al suo fianco, avendo fatto un passo indietro».

Tra i due leader, nel corso dell’evento, si sono passate la parola le ministre Elena Bonetti, Mara Carfagna - che ha definito il Terzo polo «la vera novità politica di queste elezioni» e Mariastella Gelmini. «Dei tanti leader candidati a Milano - ha domandato quest’ultima - quanti sono innocenti della caduta del governo Draghi?». L’obiettivo per il post elezioni, è quello di aprire un «cantiere vasto», il «fronte repubblicano su cui Mario Draghi ha improntato la sua Azione», ha detto Calenda. «Una “casa” aperta a Cottarelli, Bonino, Bentivogli, Giorgetti, Sala, Gori. Mi fa molta impressione vedere Cottarelli con Fratoianni e Sala con Di Maio». 

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