Boschi: «Presto altri arrivi dal Pd. Forza Italia è a disagio con Salvini»

Boschi: «Presto altri arrivi dal Pd. Forza Italia è a disagio con Salvini»
di Fabrizio Nicotra
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Domenica 29 Settembre 2019, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 20:10

Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva, dopo la scissione e la nascita del vostro partito, siete di fatto il terzo azionista della maggioranza. Il rapporto con M5S e Pd sarà di collaborazione oppure di aperta competizione, come i vostri alleati sospettano?
«Collaborazione al governo e in Parlamento. Competizione alle prossime elezioni. Tutti ci descrivono come semplice operazione di palazzo. È vero che siamo nati così, per una intuizione di Renzi dopo il diktat di Salvini al Papeete. Ma non sottovalutateci. C'è un sacco di gente che viene alle nostre iniziative. Ci siamo, anche e soprattutto tra la gente».

Al vertice di Palazzo Chigi sulla giustizia Italia Viva non c'era. Si parte con il piede sbagliato?
«Nessun problema. Se ci sono decisioni che vincolano la maggioranza, vogliamo esserci anche noi. Se invece Bonafede e Orlando vogliono confrontarsi tra di loro non ci vedo niente di male. Noi diremo la nostra in aula, liberamente».

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Tempi del processo e prescrizione, il confronto nella maggioranza è aperto. La riforma Bonafede vi convince?
«Vediamo cosa ci verrà presentato. Ridurre i tempi della giustizia è un principio che sicuramente ci convince, vediamo il resto. Anche perché per noi garantisti fanno testo le sentenze passate in giudicato, non quelle dei social. Per noi comunque le priorità sono altre: la crescita, evitare la recessione, gli investimenti verdi, il family Act. Alla Leopolda parleremo di questo, non di Bonafede».

Si è riaperto il tema della cittadinanza. È d'accordo con la riforma dello Ius culturae?
«L'accordo per un testo che prevedeva lo Ius culturae, approvato in prima lettura alla Camera, l'ho fatto io con Lupi tre anni fa. Non so se i Cinque Stelle voteranno questa legge. Vedremo che cosa diranno Di Maio e i suoi: da loro dipendono i numeri, non da noi. Noi siamo coerenti con la nostra storia».

Lunedì sarà presentata la Nadef (Nota di aggiornamento del Def). Il governo è all'affannosa ricerca di risorse. Si sta pensando a rimodulazioni Iva, ad aumenti e poi restituzioni a chi paga con il bancomat. Non c'è il rischio tutto questo si traduca comunque in un aumento delle aliquote?
«Certo. E infatti vigileremo. Appena ci presenteranno un testo daremo i nostri suggerimenti e le nostre proposte. Per stile sono abituata a lavorare sui testi, non sul sentito dire. Mandando a casa Salvini abbiamo ottenuto tranquillità dai mercati. Ma adesso non è sufficiente, per recuperare posizioni bisogna crescere. L'Italia con noi cresceva, con i giallo-verdi è tornata a quota zero. Questa legge di bilancio sarà decisiva e Italia Viva darà una mano».

Fine vita, il dibattito è aperto e il Parlamento è chiamato a decidere. Qual è la posizione di Italia Viva?
«Dobbiamo evitare il furore ideologico su un tema così delicato. La Consulta indica la strada: una legge seria, con i paletti giusti. Strada difficile, lo sappiamo. Ma possibile se i partiti rinunciano alle posizioni rigide: su questi temi serve il dialogo, non lo scontro».

La settimana che si apre è decisiva per il taglio dei parlamentari. Lei e il suo gruppo darete semaforo verde?
«Sì, fa parte dell'accordo di governo. Per noi questa misura senza la modifica del bicameralismo paritario è inutile. Ma fa parte dell'accordo e la votiamo. Per avvicinare i giovani alla politica non servono queste misure, secondo me, ma coinvolgere i Millennials, parlare di questioni vere come i figli, le tasse, l'ambiente. Cercheremo di farlo alla Leopolda».

E con il taglio dei parlamentari ci sarà una nuova legge elettorale? Di che tipo?
«Noi siamo da sempre per il maggioritario. Se c'è un accordo sul proporzionale accetteremo il proporzionale. Quello che voglio fare come capogruppo è firmare un emendamento insieme alle mie colleghe e ai miei colleghi per avere comunque le norme antidiscriminatorie (le cosiddette quote rosa) con la prossima legge elettorale. L'Italicum ne prevedeva il 40%, vorrei che arrivassimo alla metà. Io dico che è possibile, proviamoci. Italia Viva si caratterizza come il partito più femminista da tutti i punti di vista».

M5S, tormentato da dissidi interni e minacce di scissione, teme una vostra campagna acquisti tra Camera e Senato. Arriveranno nei vostri gruppi parlamentari grillini?
«Nessuna campagna acquisti. Anzi abbiamo scoraggiato qualcuno che voleva venire a tutti i costi. Certo: se devono andare nella Lega o in Forza Italia e votare contro il governo meglio che stiano con noi».

Dal Pd qualcun altro vi seguirà?
«Credo proprio di sì. Ancora qualche deputato, ancora qualche senatore. E poi soprattutto tanti sindaci. Ma i più arriveranno nel 2020, quando faremo il Big bang degli amministratori, come nel 2012. Del resto il clima è lo stesso, noi lo sentiamo».

E colleghi di Forza Italia? Molti guardano a Italia Viva con grande interesse.
«Vedremo. Che qualcuno sia a disagio con la svolta estremista di Salvini è vero. E tutto sommato comprensibile. I moderati non stanno con i sovranisti, questo è certo. Comunque è prematuro parlarne, abbiamo molti mesi davanti a noi».

I movimenti al centro dello schieramento politico sono la novità di questo inizio autunno. Quanto vale oggi un'area di centro distinta dalla destra e dalla coalizione rosso-gialla?
«Non so dire le percentuali. Vedo sondaggi che spaziano dal 3 al 7% per un partito ancora senza organizzazione, senza logo, senza iniziative. Ottimo, possiamo solo migliorare. Quello che forse non viene considerato è che Italia Viva sta raccogliendo migliaia di proposte, migliaia di contributi anche economici, migliaia di persone. Diciamo che la domanda c'è: a noi toccherà organizzare una proposta all'altezza di questa sfida. Io ci credo e sono molto ottimista, specie dopo questa prima settimana entusiasmante».
 

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