Governo, per Berlusconi solo elezioni. E i ribelli di Forza Italia: «Così ci perde»

Governo, per Berlusconi solo elezioni. E i ribelli di Forza Italia: «Così ci perde»
Governo, per Berlusconi solo elezioni. E i ribelli di Forza Italia: «Così ci perde»
di Barbara Acquaviti
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Venerdì 22 Gennaio 2021, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 14:17

Quelli che dentro Forza Italia non vogliono morire salviniani scuotono la testa: «Ormai Berlusconi si è completamente allineato, anche lui punta solo sulle elezioni». Il malumore dei dissidenti è un termometro e adesso segna bel tempo nella coalizione e tempesta all’interno del partito azzurro. Hanno sperato, finora, che il Cavaliere stesse facendo la solita partita su più tavoli, ma hanno smesso di crederci. E hanno anche una spiegazione: Salvini e Meloni – raccontano – gli hanno assicurato che con un governo di centrodestra sarà lui il candidato a succedere a Mattarella. Il Quirinale, il grande sogno di Silvio.

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DIFFIDENZA
Non che la diffidenza reciproca tra gli alleati del centrodestra sia stata spazzata via, ma intanto ha portato i tre partiti a compattarsi sulla linea rappresentata al Colle nell’incontro di giovedì: unica alternativa, il voto.

Una posizione che, per la verità nasce esattamente dalla necessità di marcarsi stretti l’un l’altro: la Lega ha al suo interno la fazione guidata da Giancarlo Giorgetti che da tempo considera un governo di unità nazionale l’unico sbocco. Una strada che Salvini avrebbe anche preso in considerazione se non fosse che Giorgia Meloni se n’è sempre chiamata fuori. E se c’è una cosa che il segretario del Carroccio non può permettersi è proprio lasciare la leader di Fdi libera di scorrazzare nelle praterie dei suoi elettori. «Restituiamo fiducia, dignità e voto agli italiani», ribadisce infatti l’ex ministro dell’Interno.

Se questo è il pensiero dei “dominanti”, però, c’è un’area – che tiene insieme i cosiddetti cespugli e un blocco di Forza Italia non ancora venuto totalmente allo scoperto – secondo cui l’aver posto come unica alternativa a Conte le elezioni, va in realtà considerato il più grande favore fatto a Conte stesso.
Per Cambiamo di Giovanni Toti un altro governo è possibile e non escluderlo significa non dare per persi in partenza tutti i parlamentari terrorizzati dall’idea di mollare il seggio e non riaverlo mai più. «Le elezioni se vengono, bene. Ma sono l’ultima ratio. Chiederle in un momento così ci è sembrata una stravaganza», sostiene il senatore Gaetano Quagliariello.

IL NUOVO CANTIERE
L’idea di un governo di salute nazionale è anche l’opzione preferibile per Mara Carfagna che con il governatore della Liguria aveva cominciato a ragionare sull’ipotesi di un nuovo contenitore moderato. Un cantiere che si è fermato causa pandemia ma che potrebbe tornare operativo se Forza Italia continuasse a farsi trascinare dalla trazione sovranista. Anche perché – avrebbe detto ai suoi la vice presidente della Camera – in questo modo si rinuncia anche a discutere della legge elettorale. E quella proporzionale offerta da Conte, com’è noto, riaprirebbe i giochi per un partito che non è più quello dei bei tempi.
Secondo Osvaldo Napoli, deputato critico con la svolta filo sovranista, «Renzi avrebbe dovuto fare questa crisi nel semestre bianco, allora sì che ci sarebbero stati consensi. In questa maniera non si trovano né nella politica, né sul territorio».

In privato, gli esponenti dell’area moderata che si muovono nel centrodestra, sono ancora più espliciti: «Se continuano su questa linea, rischiano di perderci per strada». Nessun sostegno al Conte bis, questo non cambia. Ma prima di piegarsi all’idea del ritorno al voto, ci sono altre strade da esplorare.
Una opzione che si fa sempre più forte tra i dissidenti azzurri. Per ora, il partito di Silvio Berlusconi ha perso pochi, seppur simbolici pezzi, ma potrebbe essere solo questione di tempo. O, per essere più prosaici, un problema di “prima vedere cammello”.

Racconta uno degli insofferenti: «Sono stato contatto ad altissimi livelli. E gli ho risposto che non è che uno deve salvare Conte senza sapere dove va. Non parlo di poltrone. Qual è il progetto? Mica uno viene allo scoperto per Tabacci».

I vertici azzurri, intanto, cercano di evitare defezioni in vista del voto di mercoledì sulla relazione del Guardasigilli Bonafede. Come già accaduto in occasione della fiducia, si fanno quotidiani controlli su tutta la pattuglia. Ma si ostenta tranquillità. «Con la nostra storia garantista è davvero improbabile che qualcuno faccia il salto della quaglia per un ministro 5Stelle». Qualche assenza strategica, però, nessuno si sente di escluderla.
 

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