Beppe Grillo: «Di Maio? Gigino a "cartelletta"». Poi blinda il doppio mandato: «​È la luce nella tenebra»

Il videomessaggio pubblicato sul suo blog

Beppe Grillo: «Di Maio? Gigino a "cartelletta"». Poi blinda il doppio mandato: « È la luce nella tenebra»
Beppe Grillo: «Di Maio? Gigino a "cartelletta"». Poi blinda il doppio mandato: «​È la luce nella tenebra»
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Sabato 23 Luglio 2022, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 19:54

Niente addio alla regola del limite di due mandati e le parole su Luigi Di Maio, defintio una "cartelletta"  che «ormai fa politica di mestiere». Beppe Grillo torna a parlare attraverso il suo blog in un videomessaggio. «Possiamo essere morti tra 15 giorni, non lo so. Ma so che questi nostri due mandati sono la luce nella tenebra, sono l'interpretazione della politica in un nuovo modo, come un servizio civile. Sia io che Casaleggio quando abbiamo fatto queste regole non l'abbiamo fatto per "l'esperienza", per andare avanti, ma perché ci vuole una interpretazione della politica in un nuovo modo». Così Beppe Grillo sul suo blog dove aggiunge: «Noi siamo questi e la legge dei due mandati deve diventare una legge di Stato. L'Italia si merita una legge sui due mandati e sui cambi di casacca».

Beppe Grillo: «Di Maio? Ora fa politica per lavoro»

«Ci vuole una nuova interpretazione della politica e vi dico la verità: tutti questi sconvolgimenti, queste defezioni nel nostro Movimento, queste sparizioni sono provocate da questa legge (dei due mandati, ndr) che è innaturale, che è contro l'animo umano - ha aggiunto Grillo - C'è gente che fa questo lavoro, entra in politica per diventare poi una "cartelletta". Gigino "a cartelletta" ora è di là che aspetta il momento di archiviarsi in qualche ministero della Nato. Ed ha chiamato decine e decine di cartellette che aspettano come lui di essere archiviate a loro volta in qualche ministero».

«Vi abbraccio tutti, vorrei un coraggio da trasmettervi, io ho un cuore che pulsa: altro che cuore dei banchieri io c'ho un cuore da ragioniere», prosegue Grillo. «L'Italia si merita tante cose e noi non siamo riuscite a farle: mi sento colpevole anche io. Ma abbiamo fatto qualcosa di straordinario: sono tutti contro di noi. Siamo degli appestati. E quando tutti, compresi i bulli della stampa, sono contro di noi significa una sola cosa: vuol dire che abbiamo ragione. Non fatevene un problema. Noi siamo antibiotico e se perdiamo questo perdiamo il baricentro in cui collocarci».

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