AstraZeneca, ipotesi scudo penale per medici e infermieri vaccinatori: cosa è

La vaccinazione di medici e infermieri del Lazio
La vaccinazione di medici e infermieri del Lazio
di Francesco Padoa
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Martedì 16 Marzo 2021, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 18:25

Vaccino sì, vaccino no. Sospensione AstraZeneca. I cittadini aspettano, medici e infermieri temono. Sì, perché sono loro che devono somministrare il vaccino e in caso di effetto collaterale o addirittura di morte, sono sempre loro che rischiano penalmente. Ecco che viene fuori, potente, da ogni fronte, la richiesta di uno "scudo penale" per gli operatori sanitari, che già si mettono con grande professionalità a disposizione per affrontare l'emergenza pandemica. Anche a rischio della propria salute, come dimostrano le centinaia di medici e infermieri deceduti per essere stati contagiati. Ma rischiare anche per eventuali responsabilità di altri, per un vaccino che può dare anche tragiche conseguenze, proprio no.

E le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, sembrano confortare chi si fa portavoce di questa richiesta legislativa. «Una richiesta giusta, legittima, comprensibile, che dobbiamo provare ad assumere nel più breve tempo possibile, penso che il governo debba lavorare nelle prossime ore per dare una risposta positiva». E a seguire, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ha ribadito: «Si devono assolutamente difendere i medici e gli infermieri vaccinatori. Io presentai a inizio legislatura un arbitrato per il contenzioso medico-legale per i medici, gli infermieri e per tutelare i cittadini nelle cause civili». Servirebbe quindi una legge ad hoc che preveda una "clausola di salvaguardia" per la responsabilità degli esercenti le professioni e le attività sanitarie delle strutture pubbliche e private.

Dal Governo arrivano altre rassicurazioni in proposito. «È compito nostro - l'opinione di Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie - mettere i medici, e tutti coloro che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi somministreranno le dosi dei vaccini, nelle condizioni di lavorare in totale tranquillità e sicurezza, senza correre il rischio di essere coinvolti in eventuali procedimenti giudiziari. È urgente un provvedimento, da approvare già nelle prossime ore, per garantire lo scudo penale a tutti coloro che saranno i protagonisti della campagna vaccinale. Dobbiamo ringraziare, anche con azioni concrete, i nostri operatori sanitari che da più di un anno, senza chiedere nulla in cambio, combattono dalla trincea degli ospedali e dei luoghi di cura la guerra contro il virus», conclude. 

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E c'è chi, come il Sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, afferma che il tema era stato già affrontato ben prima che il coronavirus travolgesse la nostra vita. «I medici hanno ragione a chiedere tutele legali per l'inoculazione dei vaccini. Fin dal 2020 l'attuale sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, responsabile del dipartimento Giustizia di Forza Italia, ebbe a predisporre un provvedimento che, quando assunto, consentirà a tutti gli operatori sanitari di agire in tranquillità con uno scudo penale che li mette al riparo da responsabilità a titolo colposo, anche dal punto di vista civilistico. È un'ottima proposta che mi auguro trovi quanto prima applicazione».

L'Ordine dei medici, ovviamente, insiste da tempo su questo punto. «Di fronte a un numero così importante di somministrazioni di vaccino - osserva  Filippo Anelli - presidente della Federazione degli Ordini dei medici - parliamo di milioni di vaccini, è chiaro che gli effetti indesiderati avversi possono comparire come abbiamo visto. Se i magistrati correttamente ci iscrivono nel registro degli indagati questa situazione comporta una serie di preoccupazioni e di difficoltà. E toglie molta serenità nell'esercizio della professione.

Credo che in un momento così straordinario ci possa essere uno sgravio di responsabilità sul piano penale rimandando tutta la questione a una responsabilità di carattere civile che può essere sempre esercitata nei confronti dell'azienda sanitaria. Si potrebbero così lasciare più sereni i professionisti che non sono solo i medici ma anche gli infermieri».

Il tema fa discutere, e va affrontato sotto tutti gli aspetti, anche giuridici. «Nel momento in cui si è letto che la procura di Biella ha ipotizzato il reato di omicidio colposo per il caso del docente morto dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca - sottolinea Roberto Pessi, giuslavorista e prorettore alla Didattica all'Università Luiss di Roma - credo che uno scudo penale per chi somministra il vaccino sia inevitabile, o in alternativa la sottoscrizione da parte del paziente di un consenso informato a un prontuario in cui si elencano i possibili effetti collaterali del farmaco, tra cui le percentuali possibili trombosi e di embolia». 

Secondo Pessi, l'omicidio colposo «potrebbe essere imputabile a chi ha vaccinato, a chi ha scelto il tipo di vaccino, e via via al direttore dell'Asl, al presidente della Regione, al ministro della Salute, alla casa produttrice del vaccino e teoricamente al presidente del Consiglio». «In pratica - continua il giuslavorista - se fosse dimostrato il nesso causa-effetto tra vaccino e morte, sarebbero imputabili tutti coloro che hanno concorso a vaccinare e che non hanno preso tutte le dovute precauzioni affinché ciò non accadesse». E ancora, secondo Pessi, «se dopo la somministrazione del vaccino si verificassero effetti di inabilità, si potrebbe ipotizzare la violenza privata, senza la presenza dello scudo penale: anche in questo caso, sarebbe valida, a mio parere, la firma da parte del soggetto del consenso informato a un prontuario in cui si elencano i possibili effetti». Per quanto riguarda le aziende che metteranno a disposizione le proprie strutture per vaccinare i loro dipendenti, secondo Pessi, «non c'è, a mio parere, bisogno di scudo penale, perché mettono a disposizione appunto solo le strutture e operano con i medici e secondo le prescrizioni del Ssn». «Certo, se si procederà con lo scudo personale per tutti coloro che hanno concorso alla vaccinazione, e anche per le Regioni che hanno messo a disposizione gli Hub per la vaccinazione, allora può avere un senso estenderlo anche a loro», aggiunge. «Ma è un'ipotesi più remota: a rischiare di più il procedimento - conclude Pessi - è chi ha inoculato il vaccino». 

Oltre ai rappresentanti di governo e ai diretti interessati, nella discussione su un tema così importante e delicato entra pure, a voce alta, la politica. Che una volta tanto sembra mettere tutti d'accordo. «La richiesta della Federazione degli Ordini dei medici - sottolinea  la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini - di uno scudo penale per i vaccinatori è legittima e sensata dopo l'inchiesta aperta in Sicilia che ha ipotizzato l'omicidio colposo dopo la morte di due persone. Questi "atti dovuti" a garanzia degli indagati ma finiti in tempo reale sui media, oltre a creare una ingiustificata psicosi collettiva, rischiano di togliere serenità agli operatori sanitari e di compromettere così il buon andamento della campagna vaccinale. Serve dunque una norma di garanzia per tutelare chi, in questa fase drammatica, sta lavorando in condizioni di estrema difficoltà per tutelare la salute pubblica». Da parte sua la senatrice del Pd Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione Sanità di Palazzo Madama, ritiene indispensabile approfondire la questione «dell'eventuale necessità di introdurre uno scudo penale, anche temporaneo, per i medici, gli infermieri e le altre figure professionali coinvolte nel piano vaccinale, dopo che alcune procure, intervenute nei casi di decesso, hanno iscritto i vaccinatori nel registro degli indagati per omicidio colposo. Il solo profilarsi di questa possibilità impensierisce i sanitari che stanno svolgendo un compito fondamentale per la collettività, tanto è vero che tutti i rappresentanti delle categorie chiedono un intervento del governo, magari per decreto. Oggi il ministro Speranza si è detto possibilista, noi in Parlamento siamo disponibili a ragionare sul tema che è un punto critico del piano vaccinale: chi somministra le dosi non può essere ritenuto responsabile degli eventuali eventi avversi, pena mettere a rischio la prosecuzione della campagna».

E per finire, anche la politica a livello locale si è fatta sentire in proposito. Uno su tutti, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che chiede espressamente al Governo «uno scudo penale per chi oggi vaccina». «Qualche incidente statistico nei grandi numeri evidentemente c'è e ci sarà, quindi lo scudo penale è la cosa più urgente in assoluto. Non posso pensare a una campagna vaccinale fatta con i tempi di pace. Stiamo vaccinando secondo 20 regole diverse. L'ho detto al presidente Draghi e al ministro Speranza: o noi facciamo una legge quadro che ci consenta di allargare la platea di chi fa il vaccino, non come in America arrivando al commesso di McDonald's ma poco differente deve essere, e diamo uno scudo penale chi si presta a vaccinare o con queste regole finiamo nel 2050 di vaccinare».

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