Piano vaccini, ecco cosa cambia in Italia dopo l'ok ad AstraZeneca per gli over 65

Piano vaccini, ecco cosa cambia in Italia dopo l'ok ad AstraZeneca per gli over 65
Piano vaccini, ecco cosa cambia in Italia dopo l'ok ad AstraZeneca per gli over 65
di Mario Ajello
4 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Marzo 2021, 17:03 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:06

Proprio nel giorno in cui la presidente Ue, Ursula von der Leyen, dice che AstraZeneca sta consegnando meno dosi di vaccini di quelle pattuite, ecco il via libera del governo italiano a questa marca di siero per le persone al di sopra dei 65 anni. Tra Palazzo Chigi e il dicastero della Salute, c’è soddisfazione: «Così sarà più veloce la campagna vaccinale». In effetti somministrando anche ai più anziani, la prima fascia da esaurire in questa campagna di prevenzione di massa, il siero AstraZeneca finora riservato solo agli italiani tra i 15 e i 65 anni, si va più in fretta per poi passare alle altre fasce di età e alle categorie professionali in un tempo congruo. Che potrebbe essere entro l’estate, secondo Speranza, «per tutti quelli che vogliono vaccinarsi».

Johnson&Johnson e Sputnik

Ammesso che il nostro sistema sanitario sia capace di garantire dal punto di vista organizzativo il risultato indicato dal ministro.

Di sicuro l’estensione della platea per il vaccino AstraZeneca decisa oggi, e già approvata dall’Istituto Superiore della Sanità, va letta in un quadro più ampio. Che dovrebbe essere quello buono per un’accelerazione della somministrazione del siero. Ora AstraZeneca anche ai più anziani, quelli senza patologie particolarmente gravi, e intanto è prevista per l’11 marzo l’approvazione da parte dell’Ema del vaccino Johnson&Johnson che prevede una sola dose. In più c’è lo Sputnik e un aiuto potrebbe arrivare anche dal vaccino russo. 

L'esempio scozzese


Medici e scienziati, per lo più, giudicano il via libera ad AstraZeneca per gli over 65 non un azzardo. E così anche nel governo Draghi il giudizio è questo. Alla base dell’autorizzazione c’è questo ragionamento a livello politico, suggerito naturalmente dagli scienziati: i dati a supporto della bontà del vaccino di AstraZeneca nel proteggere la popolazione da Covid-19 si stanno facendo via via sempre più solidi. E ancora: l’efficacia nell’evitare nuovi casi si è attestata, nei trial che hanno portato all’approvazione, intorno al 60 per cento.

E’ l’esempio della Scozia quello a cui l’Italia ha deciso di guardare in questo caso. Analizzando i dati relativi alle somministrazioni di 1,14 milioni di prime dosi è emersa la straordinaria efficacia dei vaccini nel prevenire nuovi ricoveri dovuti alla malattia: il vaccino Pfizer-BioNTech li ha ridotti dell’85 per cento, AstraZeneca del 94 per cento a 5 settimane dalla prima dose. Risultati importanti ottenuti anche nelle fasce di età più in là con gli anni dove il crollo dei ricoveri è stato dell’81 per cento. Il che significa, in questa terza ondata di escalation dei ricoveri in ospedale, un’arma importante di alleggerimento del numero dei ricoveri.  

Video


La vera sfida, oggi, è velocizzare la campagna vaccinale: per questo si è dato il via libera all’allargamento della platea per AstraZeneca. Le cui dosi, su un milione e mezzo di quelle consegnate nell’ultimo mese, non sono state somministrate in grande quantità ma soltanto 375 mila. Ora cambierà il ritmo e l’intensità. Anche se c’è preoccupazione di fronte al fatto che esistono sacche di resistenza a questo tipo di siero anglo-svedese, non da tutti considerato - nonostante le assicurazioni scientifiche e i buoni risultati in Francia, Germania e Austria - sicuro. 


Davanti ai decessi che crescono - eccoci quasi a quota 100mila - e al contagio che impazza - al punto che si ipotizzano nuovi lockdown - il contropiede vaccinale comprende in pieno la decisione varata oggi da governo su AstraZeneca. La prima conseguenza dell’esaurimento nel più breve tempo possibile della vaccinazione per gli anziani, sarà quella di accelerare la vaccinazione in generale (oggi siamo a 5.417.678 immunizzati e oltre un milione e mezzo hanno fatto anche il richiamo) e per esempio, oltre che nei tribunali, nelle procure, negli uffici pubblici e nelle forze dell’ordine, nelle scuole. Dove ancora stenta la vaccinazione. Appena 1 su tre è vaccinato tra insegnanti, presidi e personale amministrativo. Precisamente: il 32,3 per cento. Nelle scuole del Lazio siamo un po’ meglio (39 per cento) ma non come in Toscana (96 per cento) o in Campania con il 51 per cento. Dunque, la decisione su AstraZeneca e over 65 promette di rivelarsi un doping per tutto il resto. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA