Coronavirus, app volontaria con garanzia dell'anonimato: ecco le 7 condizioni che rispetterà

Coronavirus, app volontaria con garanzia dell'anonimato: ecco le 7 condizioni che rispetterà
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 19:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 07:16

Una app volontaria a gestione pubblica, con garanzie per l'anonimato, per combattere la diffusione del coronavirus. L'obiettivo di un'app dedicata al tracciamento «è ridurre le possibilità di contagio, ma non sarà una sola applicazione a risolvere tutto». Così la ministra dell'Innovazione, Paola Pisano, in audizione in commissione Trasporti alla Camera. «L'applicazione è parte di un sistema integrato del quale i protagonisti saranno inevitabilmente aspetti non tecnologici», spiega. Quindi, prosegue, «rivolgiamo la nostra attenzione su un meccanismo che ha una valutazione scientifica e tecnica e denota una sua validità, tuttavia non dobbiamo escludere che ci siano aspetti da perfezionare».

L'app per il tracciamento in funzione anti-contagio dovrà rispettare «sette» condizioni, tra cui la «volontarietà di partecipazione». Così la ministra dell'Innovazione, Paola Pisano, in audizione in commissione Trasporti alla Camera. Inoltre, spiega la ministra, i dati dovranno essere «resi sufficientemente anonimi da impedire l'identificazione dell'interessato».

Oltre alla volontarietà, alle garanzie di anonimato e di gestione pubblica del sistema la ministra giudica «indispensabile che il singolo possa confidare nella trasparenza e nella correttezza delle caratteristiche del servizio nonché nell'assenza del perseguimento di scopi ulteriori e incompatibili con la finalità di prevenzione sanitaria». Inoltre, una volta «raggiunta la finalità perseguita, tutti - sottolinea Pisano - i dati ovunque e in qualunque forma conservati, con l'eccezione di dati aggregati e pienamente anonimi a fini di ricerca o statistici, siano cancellati con conseguente garanzia assoluta per tutti i cittadini di ritrovarsi, dinanzi a soggetti pubblici e privati, nella medesima condizione nella quale si trovavano in epoca anteriore all'utilizzo della app di contact tracing». E ancora, la ministra prevede «che la soluzione adottata, nelle sue componenti tecnologiche e non tecnologiche, possa essere considerata, almeno in una dimensione prognostica, effettivamente efficace sul piano epidemiologico». Settima condizione, «che la soluzione adotti misure tecniche ed organizzative che minimizzino i rischi di reidentificazione in ogni fase di vita del sistema (a titolo esemplificativo con variazione periodica e casuale dell'Id anonimo dell'applicazione)».

Saranno consegnati «entro oggi al governo i risultati del lavoro della commissione del ministero dell'Innovazione relativi alle app per il tracciamento in funzione anti-contagio. I lavori sono in fase conclusiva». Lo afferma all'ANSA Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e rappresentante per l'Italia all'Oms. «Ci sarà - annuncia - una short list di app, ovvero una rosa di soluzioni tra cui scegliere».

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Tra le condizioni per la valutazione delle migliori proposte di app in funzione anti-contagio c'è il coinvolgimento pubblico: l'intero sistema integrato di 'contact tracing' dovrebbe essere «gestito da uno o più soggetti pubblici» e il suo codice dovrebbe essere «aperto (ossia in modalità open) e suscettibile di revisione da qualunque soggetto indipendente voglia studiarlo». Così la ministra dell'Innovazione, Paola Pisano, in audizione in commissione Trasporti alla Camera.

«Dalla scelta dell'app al suo utilizzo molto è ancora da fare», inclusa «una fase di testing prima dell'utilizzo massivo dell'app». Così la ministra dell'Innovazione, Paola Pisano, in audizione in commissione Trasporti alla Camera, in merito al 'data tracing'. 

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