Twitter, assalto mancato di Musk. Offerta da 43 miliardi di dollari ma dal cda arriva un “no” netto

Anche il principe Alwaleed bin Talal (5,2<SC1001,37>) si oppone% alla scalata. E il patron di Tesla fa parziale retromarcia

Twitter, assalto mancato di Musk. Offerta da 43 miliardi di dollari ma dal cda arriva un “no” netto
di Flavio Pompetti
3 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Aprile 2022, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 09:03

Elon Musk non si accontenta del 9% di Twitter, vuole tutte le azioni ed è disposto a valutare la società 43 miliardi di dollari per raggiungere il suo scopo. L’imprenditore sudafricano-statunitense ha comunicato alla Sec che è pronto a lanciare un’offerta che fissa il valore dell’azione Twitter a 54,20 dollari, con un premio di 7 dollari rispetto alla chiusura a Wall Street di mercoledì, ma di 14 dollari dal primo di aprile, giorno in cui Musk aveva annunciato di essersi già impossessato di un pacchetto pari al 9,2% del capitale azionario.

Le ostilità tra il patron della Tesla e la rete di comunicazione sociale più popolare del mondo dura da anni.

Musk rimprovera al consiglio di amministrazione di Twitter di mettere un bavaglio all’informazione con le sue direttive sulla correttezza del linguaggio e il rispetto dell’equità sociale. Oltre la forma, ci sono comunque obiezioni sostanziali alla strategia del gruppo. Musk è convinto che Twitter abbia un potenziale di espansione ancora largamente inesplorato nel settore e pensa di essere l’uomo giusto per portare la società fuori dalla Borsa e liberarla dai tanti paletti legali che imprigionano un’azienda quotata. La realtà è però che nemmeno un ultraricco come lui è in grado di comprare tutto ciò che vuole (quali che siano i suoi fini reali). Soprattutto in questa fase che è a corto di contanti. Pare infatti che per procurarsi 39 miliardi (43 miliardi meno l’equivalente del 9,2% di Twitter in suo possesso) dovrebbe accendere un prestito su un quarto delle cedole Tesla nel suo portafoglio (lo statuto della casa automobilistica fissa un tetto del 25% all’indebitamento basato sulle azioni) e bruciare così future possibilità di accesso al credito. 

I dettagli

Inoltre un altro azionista in posizione rilevante, il principe saudita Alwaleed bin Talal, proprietario di una quota che nel 2015 era del 5,2% di Twitter, ha fatto sapere ieri che l’offerta non lo soddisfa. Anche lui pensa che il potenziale della società sia sottovalutato ai prezzi attuali, e quindi non è disposto a vendere a 54,20 dollari. Musk in apertura di giornata si era dichiarato fiducioso della sua capacità finanziaria, forte della consulenza di Morgan Stanley. Poche ore dopo ha dovuto fare una parziale ritirata nel corso di una conferenza Ted, nella quale ha detto che non era più ben sicuro di portare a termine l’operazione.
È la seconda volta che la casa saudita lo tradisce. La prima fu due anni fa, quando il fondo sovrano di Riad negò di essere la fonte di finanziamento per la manovra di acquisto della Tesla che lo stesso Musk stava cercando di organizzare. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA