Mino Raiola, la pizzeria, il McDonald’s, le sette lingue: così è "nato" il re dei procuratori

Mino Raiola, la pizzeria, il McDonald’s, le sette lingue: così è "nato" il re dei procuratori
di Salvatore Riggio
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Giovedì 28 Aprile 2022, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 18:31

Carmine Raiola, per tutti Mino, nasce a Nocera Inferiore il 4 novembre 1967, ma all’età di un anno si trasferisce in Olanda, ad Haarlem, con la famiglia. Il padre decide di dedicarsi alla ristorazione e lui sceglie di aiutare i genitori facendo il cameriere. Scopre di avere un particolare talento: sa come trattare i clienti e come rapportarsi con loro. Gli chiedono consigli, cercano in lui delle risposte. Mino ha 15 anni, ma già si occupa dei conti della famiglia e parla con avvocati e fiscalisti. Entra, neanche maggiorenne, nel consiglio degli imprenditori della città. A 18 anni, il primo vero affare: compra un McDonald’s che poi rivende molto bene per fondare una società di intermediazioni, la «Intermezzo spa». Nel frattempo, questo non gli impedisce di diplomarsi al Liceo e iniziare a frequentare la facoltà di Giurisprudenza. È riconosciuto da tutti come un uomo scaltro e geniale, ma con un carattere scorbutico.

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Dal ristorante alla svolta calcistica

Impara sette lingue, Mino: olandese, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese e italiano. Per il lavoro come cameriere viene soprannominato «il pizzaiolo», fino a quando un giorno ammette ridendo di «non aver mai fatto una pizza» in vita sua. La passione per il calcio lo porta, a 20 anni, a diventare responsabile del settore giovanile dell’Haarlem, per poi ricoprire la carica di direttore sportivo del club olandese. Dopo aver fondato la sua società, inizia a curare gli interessi dei calciatori: da Ibrahimovic a Donnarumma, a Balotelli e Pogba, passando per Verratti, de Ligt, de Vrij e Haaland e tanti ancora, anche giovani talenti in giro per il Vecchio Continente. Insomma, una flotta di fuoriclasse in continua espansione. La sua svolta nel lontano 1992 quando porta Bryan Roy al Foggia, un anno prima di fare da mediatore nella trattativa tra Ajax e Inter per Dennis Bergkamp e Wim Jonk.

Diventa agente Fifa e fonda la società Sportman, con sede a Montecarlo, dove sceglie di vivere. Nel mondo del calcio raggiunge vette irraggiungibili.

 

Il fatturato

Secondo Forbes, nel 2020 Raiola si piazza al quarto posto al mondo tra i procuratori con un fatturato da 84,7 milioni di dollari avendo chiuso affari per 847,7 milioni di dollari. Non particolarmente amato dai dirigenti dei club, ha fatto la fortuna sua e dei suoi assistiti e resterà per sempre nella storia del calcio. Mino ha sempre creduto in Dio o comunque «in una potenza più forte di noi. Anche perché ho visto in mia nonna la personificazione del bene. Per me era una santa». Ecco, la nonna, una delle persone più importanti nella vita di Mino. Avevano un rapporto straordinario: «Era analfabeta, ma mi ha cresciuto. È la donna più intelligente che io abbia mai conosciuto», ha detto.

La vita privata

A Foggia, dove appunto porta Bryan Roy alla corte di Zdenek Zeman, conosce la moglie, Roberta. Ha un mito: James Bond. Nell’ufficio di Montecarlo le pareti sono tappezzate di locandine dei film di «007», l’agente segreto inglese di Sua Maestà. E su di lui c’è una leggenda divertente. Se sia o meno parente di Al Capone. Come è possibile? La famiglia del gangster italo-americano è originaria di Angri, proprio come quella di Raiola. E la madre di Alphonse, figlia di un contadino del posto, si chiamava Teresina Raiola. Ovviamente, Mino non ha mai confermato questa parentela ma sei anni fa, nel 2016, a Miami ha comprato la villa che fu di Al Capone. Un affare da otto milioni di euro. Una delle tante trattative, anche extracalcistiche, chiuse con soddisfazione. Adesso «il re del mercato» non c’è più. E mancherà a tutti. Anche a quei club che con lui hanno duellato aspramente.

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