Clima, Greta Thunberg: «Il rapporto Onu non è una sorpresa». Johnson: «Abbiamo 10 anni per salvare il pianeta»

Clima, Greta Thunberg: «Il rapporto Onu non è una sorpresa». Johnson: «Abbiamo 10 anni per salvare il pianeta»
Clima, Greta Thunberg: «Il rapporto Onu non è una sorpresa». Johnson: «Abbiamo 10 anni per salvare il pianeta»
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Lunedì 9 Agosto 2021, 13:01

Il rapporto Onu pubblicato oggi dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) sulle conseguenze per il clima del riscaldamento globale è definito dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, come un «campanello di allarme assordante». Molte le reazioni politiche e non ai dati che hanno rilevato l'irreversibilità dei cambiamenti del pianeta generati dall'uomo: Greta Thunberg non si dice sorpresa dalla gravità dello scenario delineato mentre i leader politici come Boris Johnson richiamano all'azione politica.

Clima, Greta Thunberg: «Non è una vera sorpresa»

L'attivista svedese non si dice meravigliata dallo scenario tracciato dal rapporto Ipcc dell'Onu perché «conferma quello che già sapevamo da migliaia di precedenti studi e rapporti, che siamo in un'emergenza».

La Thunberg definisce i dati un «solido (ma cauto) compendio delle migliori cognizioni scientifiche del momento». «Non ci dice quello che dobbiamo fare - continua - dipende da noi essere coraggiosi e prendere decisioni sulla base delle prove scientifiche fornite da questi rapporti. Possiamo ancora evitare le peggiori conseguenze - conclude - ma non se continuiamo come oggi e non affrontiamo una crisi come una crisi». 

Johnson: «Un campanello d'allarme. 10 anni per salvare il pianeta»

Il rapporto che le Nazioni Unite hanno rilasciato oggi sulle conseguenze del cambiamento climatico è «un campanello d'allarme» per i leader mondiali. Lo ha detto il primo ministro britannico Boris Johnson, affermando che «il rapporto di oggi fa riflettere ed è chiaro che il prossimo decennio sarà fondamentale per garantire il futuro del nostro pianeta». In una nota diffusa da Downing Street si legge che Johnson ha detto che «sappiamo cosa deve essere fatto per limitare il riscaldamento globale: affidare il carbone alla storia e passare a fonti di energia pulita, proteggere la natura e dare finanziamenti per il clima ai paesi che sono in prima linea». A novembre i leader mondiali parteciperanno a Glasgow alla Conferenza sui cambiamenti climatici COP26, già descritto come il summit più importante sulla crisi dl clima dal vertice di Parigi del 2015. Uno degli obiettivi principali della conferenza è convincere i governi a impegnarsi in tagli più severi alle emissioni di gas serra.

 

Coldiretti: allarme per terra fertile in Italia

Con l'innalzamento dei livelli del mare in Italia l'acqua salata sta già penetrando nell'entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all'abbandono l'attività agricola. È quanto afferma la Coldiretti in occasione dell'allarme lanciato dal rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) dell'Onu. La siccità è diventata l'evento climatico più ricorrente da nord a sud della Penisola con danni stimati pari ad oltre un miliardo all'anno per l'impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni. «A causa della siccità e dell'aumento dei livelli del mare, la risalita del cuneo salino, ossia l'infiltrazione di acqua salata lungo i corsi dei fiumi, rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni con uno scenario che - sottolinea Coldiretti - è più che preoccupante per l'economia agricola di buona parte d'Italia compresa la valle del Po dove si concentra il 35% della produzione, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, oltre ad allevamenti da latte e produzione di formaggi».

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Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici, precisa Coldiretti, servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia. «In tale ottica un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, a impatto zero proposti dalla Coldiretti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel chiedere però «di accelerare sull'approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Parlamento da quasi un decennio, che potrebbe dotare l'Italia di uno strumento all'avanguardia per la protezione del suo territorio».

 

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