Carlo Mazzone vince il Global Teacher Prize: «Io, prof in cima al mondo do forza ai giovani del Sud»

Carlo Mazzone vince il Global Teacher Prize: «Io, prof in cima al mondo do forza ai giovani del Sud»
di Lorena Loiacono
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Venerdì 2 Ottobre 2020, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 13:52

C'è anche un docente italiano tra le candidature ai Nobel per l'insegnamento e, in vetta al mondo, porta anche il suo Sud con una dedica che sa di promessa: «Lavoro affinché i miei ragazzi di Benevento non siano costretti ad andare via, per cercare un futuro altrove». Lo chiamano il Nobel dell'insegnamento, si tratta del Global Teacher Prize: un riconoscimento mondiale per i docenti migliori, creato dalla Varkey Foundation e giunto alla sua sesta edizione in collaborazione con l'Unesco.

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Vengono candidati e premiati gli insegnanti che si sono contraddistinti per la passione e la professionalità che portano in cattedra. E quest'anno tra i 10 finalisti, per la prima volta, c'è un italiano: si chiama Carlo Mazzone (omonimo dell'ex allenatore della Roma), ha 55 anni ed è docente di informatica all'Istituto tecnico industriale G.B. Bosco Lucarelli di Benevento. Ieri mattina, quando la notizia è arrivata tra i suoi studenti, l'entusiasmo è schizzato alle stelle. Era il primo giorno di scuola, a Benevento, in netto ritardo sulla data nazionale del 14 settembre: la scelta di posticipare la prima campanella rientra nelle difficoltà organizzative legate alle nuove regole anti-Covid.

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GIORNO SPECIALE
Un primo giorno di scuola decisamente speciale quindi, per il Lucarelli, dove i ragazzi sono tornati tra i banchi praticamente dopo 7 mesi di chiusura: ad attenderli in cattedra, infatti, c'era il loro docente di sempre, ma ora è finalista al Nobel per l'insegnamento. «E' stato un grande orgoglio, per me e per tutti i miei studenti spiega il professore Mazzone - vorrei che non fossero costretti ad andare via da queste terre: viaggiare è fantastico ma non deve essere una necessità per vivere, deve essere una scelta. Dedico questo traguardo anche ai miei colleghi: i docenti, che spesso vengono maltrattati, lavorano con dedizione e stanno attraversando un periodo molto delicato per la didattica». La candidatura del professore è arrivata dalla Junior Achievement Italia: si tratta di un'associazione nata 101 anni fa negli Usa per sostenere l'imprenditorialità giovanile. Con loro Mazzone è riuscito a dare sfogo alla sua passione per le mini start up tanto da crearne una che potrebbe dare un concreto sostegno alle aziende di Benevento: «I miei studenti racconta con estrema soddisfazione si sono classificati terzi in Europa con un progetto che si trasforma in impresa a tutti gli effetti, consentendo un interscambio di animali di allevamento anche tra piccole fattorie. Tutto con la tracciabilità dei capi.

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Si tratta di un'azienda nata per gioco, come una simulazione di studio, che sta diventando realtà per sostenere i piccoli allevamenti del territorio». L'obiettivo quindi è quello di far restare i giovani a Benevento, in Campania, nel Mezzogiorno. E si parte dalla scuola con progetti tanto realistici da diventare reali: la gestione del bestiame e lo spostamento tracciato da un'azienda all'altra. Mazzone, ieri mattina, ha ricevuto anche i complimenti dalla ministra all'istruzione Lucia Azzolina: «Insegna educazione imprenditoriale in un territorio difficile, ad alta disoccupazione e rischio di abbandono scolastico ha commentato la ministra - un territorio dal quale i giovani fuggono per trovare lavoro. Coi suoi progetti, questo brillante docente, è riuscito a portare i suoi studenti a partecipare con successo a premi internazionali e locali sull'imprenditoria giovanile».

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Creare uno stretto legame tra scuola, università e impresa: Mazzone punta sulle start up e mira a creare un futuro per i suoi studenti. E lo fa con uno strumento potente: il digitale, che nelle scuole dovrebbe far decollare anche la didattica. Se dovesse vincere il primo premio, da un milione di euro, non ha dubbi il professore: «lo investirei per contrastare la dispersione scolastica, quella classica ma anche quella digitale, per non lasciare mai più indietro nessuno». Si definisce infatti un evangelista digitale, un nerd, e racconta che a causa della sua passione per l'informatica da studente era considerato la classica pecora nera tra i suoi famigliari, tutti docenti e presidi. Per poi dimostrare che la didattica, oggi, passa anche per il digitale e arriva ovunque vuole.
PASSIONE DA TRASMETTERE
«Per me, vero nerd spiega Mazzone lavorare con l'informatica era come andare a divertirmi e in più mi pagavano. Vorrei trasmettere questo ai miei studenti, trovare una passione da coltivare. Sono loro il mio motore, senza non andrei da nessuna parte: ti danno la voglia di esprimenti al meglio anche quando non ce la fai. Osservi i loro occhi e ci leggi dentro l'aspettativa di voler restare nella loro terra: l'approccio all'imprenditorialità serve a questo». Ma non ha solo la passione per il digitale, il professore Mazzone: ama leggere libri e giornali nel tradizionale formato cartaceo perché «ti permette di tornare indietro a rileggere con calma» e poi ha la squadra del Benevento, che lo lega ai suoi alunni, «c'è da tifare, così che resti in A».
 

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