Il Sud e la ripartenza, a patto di accorciare le distanze e semplificare la burocrazia

di Chiara MONTEFRANCESCO
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Sabato 21 Agosto 2021, 05:00

 Quanto sta accadendo in questi giorni al porto di Taranto mi riporta a una riflessione urgente sull’importanza della semplificazione amministrativa, che deve coinvolgere il comparto logistico. Il Mezzogiorno ha le carte in regola per diventare una vera e propria piattaforma logistica del Mediterraneo, lo ha ribadito poche settimane fa anche la ministra per il Sud, Mara Carfagna. Lo ha fatto ricordando che il Governo ha stanziato con il Pnrr 1,2 miliardi di euro per i porti meridionali e 630 milioni di euro per le Zone economiche speciali fino al 2026. È questa, dunque, la strategia per colmare il gap infrastrutturale, economico e occupazionale che divide il Nord dal Sud Italia: creare un sistema integrato mare/ferro/gomma efficace ed efficiente, che sfrutti le opportunità commerciali provenienti dall’Africa e dal Mediterraneo.

Gli incentivi

Gli incentivi statali Marebonus e Ferrobonus si inseriscono proprio all’interno di questa nuova prospettiva di integrazione del trasporto e la Regione Puglia, lo ha spiegato all’inizio del mese l’assessore ai Trasporti, Anita Maurodinoia, sta perfino pensando di integrare il contributo nazionale con risorse proprie, per favorire il trasporto delle merci dalla strada al ferro: queste le linee guida del nuovo Piano regionale delle merci e della logistica.
Lo stesso Svimez ci ha ricordato come l’intermodalità, a dispetto del Covid-19, nel 2020 abbia portato a un risparmio del costo del trasporto in Italia di 1,7 miliardi di euro su un tragitto medio di 800 chilometri, nonché un abbattimento del costo di esternalità in un anno pari a 2 miliardi di euro.

Ma esiste un altro problema: c’è un territorio che è più a sud di altri. Mi riferisco al Salento, che dista ancora troppo dal capoluogo regionale, in termini di tempi di percorrenza su rotaia. Ben venga, dunque, l’investimento della Rete ferroviaria italiana per velocizzare le tratta Lecce-Bologna e l’alta capacità/alta velocità Bari-Napoli.

Anche se i salentini fruiranno solamente dal 2027 della possibilità di raggiungere Bari in un’ora.

I progetti, sul serio

E dalle rotaie passiamo alle connessioni retroportuali, anch’esse oggetto di investimento da parte di Rfi, in questo caso in ottica Zes. Mi permetto di citare Alessandro Panaro, a capo dell’area di ricerca di Srm (gruppo Intesa Sanpaolo, che fin dal 2017 ha creduto nelle Zes stanziando 1,5 miliardi di euro a sostegno degli investimenti produttivi): i porti meridionali gioveranno della prossimità territoriale al Mediterraneo, “a condizione che Zes e connessioni retroportuali decollino sul serio”. E approdiamo al nuovo bando sullo Scalo di Surbo: “Una superficie di circa 85mila metri quadrati, in una posizione strategica lungo la linea ferroviaria Adriatica Lecce-Bologna, caratterizzato da collegamenti con l’Aeroporto del Salento, nonché con i principali porti regionali, lo scalo merci di Lecce Surbo, di proprietà di FS Italiane, si presta a diventare un hub terminale per lo scambio merci ferro-gomma-nave-aereo”, ossia un “moderno centro logistico capace di favorire il potenziamento del trasporto merci su ferro, in linea con gli obiettivi strategici di rilancio del tessuto produttivo e logistico del Sud Italia”, si legge nel bando pubblicato il 12 agosto scorso sul sito di Fse. Base di procedura pubblica di 1,6 milioni di euro, ma ne servirebbero almeno il doppio, come evidenziato sulle colonne di questo giornale. 

La speranza è che questa occasione non vada perduta di nuovo da parte degli imprenditori salentini, posto che sono emersi anche contenziosi con Trenitalia ed FS. E temo che i tempi si allungheranno anche in questo caso. Staremo a vedere.
 

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